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Jobyourlife è l’impresa di due under 30 nata nel 2012 da una necessità: avere dei bravi programmatori. Adesso ha tra i clienti McDonald’s e Coin. Grazie a un algoritmo e alla geolocalizzazione. «Abbiamo invertito il processo di recruiting: sono le aziende a trovare i candidati e non viceversa», racconta il fondatore Andrea De Spirt

Pubblicato il 29 Lug 2014

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Andrea De Spirt, fondatore di Jobyourlife

Il copione è simile a tanti: una startup nata in un garage che comincia a diventare azienda, un po’ in stile Silicon Valley. Jobyourlife nasce però in uno scantinato in zona corso Sempione, a Milano, nel febbraio del 2012. Andrea De Spirt e Pietro Stracquadanio, i fondatori, hanno creato un’impresa prendendo spunto sia da un’intuizione che da una necessità: “Inizialmente volevo fondare un’altra startup”, spiega De Spirt, 25 anni e una formazione da filosofo. “Ma non riuscivo a trovare dei programmatori validi per il progetto e mi chiedevo: ‘Possibile che non esista uno strumento veloce ed efficace, capace di mettermi in contatto con le persone con determinate esigenze professionali?’. Ho cercato, ma non ho trovato nulla. Da qui ho deciso di dare vita a Jobyourlife, partendo da un problema reale”.

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La startup in poco tempo è riuscita a raccogliere i primi capitali da angel investor e oggi è a quota 500 mila euro di investimenti privati. Con una piattaforma che conta più di 200mila iscritti e oltre 50 aziende clienti. Tra cui colossi come McDonald’s, Accenture, Gruppo Coin, Inditex, Teddy. Come sono riusciti ad “agganciarli”? “Con la faccia tosta abbiamo preso appuntamento in molte di queste società quando ancora avevamo poche migliaia di utenti e abbiamo offerto loro un lungo periodo di prova gratuita. La maggior parte ci hanno rinnovato la fiducia e sono diventate nostre clienti”. Così oggi Jobyourlife sta già fatturando, senza però avere ancora raggiunto il break even point.

Il modello di business prevede due modalità: l’abbonamento annuale o mensile con cui le aziende possono gestire il recruiting; l’abbonamento open che consente alle imprese di ricercare gratuitamente i candidati in maniera blind, ovvero senza poter vedere nominativo e recapiti, e di pagare con un credito da otto euro ogni profilo che vogliono contattare. “Ai candidati indicati dalle aziende viene mandato l’annuncio di lavoro: se nessuno risponde i crediti vengono restituiti e possono essere riutilizzati”, dice De Spirt. Una soluzione che permette alla startup di trovare clienti anche tra le Pmi che non hanno grandi esigenze di reclutamento.

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Ma cosa cambia rispetto agli altri siti che fanno incontrare domanda e offerta professionale? “Il mercato del lavoro online ha sempre avuto molti player ma pochissima innovazione: di solito l’azienda pubblica l’annuncio online e il candidato propone la propria candidatura”, nota il fondatore di Jobyourlife. “Questa operazione ha due grandi problematiche: da un lato il candidato non riceve quasi mai risposte da parte delle aziende, mentre dall’altro le società si ritrovano sommerse da migliaia di cv non adatti a ciò che stanno effettivamente cercando. Jobyourlife ha invertito il normale processo di recruiting”.

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Gli elementi su cui si basa il funzionamento della piattaforma sono due: un algoritmo di ricerca semantica, che segue passo a passo chi cerca una risorsa nella profilazione del candidato ideale, e la geolocalizzazione. Alle persone selezionate nella fase di ricerca l’azienda può mandare un annuncio mirato (che vedranno solo i candidati selezionati) che, di conseguenza, può essere accettato o rifiutato: “Risultato: il colloquio è assicurato per chi cerca lavoro e riceve un annuncio, e le aziende riescono a trovare sempre profili allineati alle loro esigenze”.

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