Sono venti ragazzi tra i 18 e i 29 anni. Sono, anzi, erano venti NEET, giovani che né lavorano né studiano.
Oggi stanno per ultimare i tre mesi d’aula previsti dalla seconda edizione di “Al lavoro 4.0“, l’iniziativa che Digital360 ha messo in campo per dare un contributo concreto ad affrontare la grande questione dei NEET e che è raccontata nel libro “Tecnologia solidale. Donne e uomini che cambiano in meglio il presente.”
Per questi ragazzi lunedì ha lanciato un appello Andrea Rangone, presidente di Digital360 ma in questo caso soprattutto animatore di “Al lavoro 4.0”. L’appello mira ad ampliare il numero delle aziende – oltre a quelle del gruppo Digital360 e ad altre già coinvolte – che siano disponibili a offrire quattro mesi di tirocinio a questi giovani “svegli, volenterosi e dolcissimi”, per usare le parole di Rangone.
Chi fosse interessato, può scrivere direttamente a Rangone commentando il post su Linkedin.
È un appello importante. I dati disponibili dicono che in Italia i NEET sono purtroppo oltre tre milioni e l’ultima rilevazione ISTAT dice che il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 23,7% (+1,6 punti).
“Al lavoro 4.0” non ha la pretesa di risolvere il problema, ma di dare un contributo circoscritto ma concreto per iniziare a porvi rimedio, formando questi ragazzi e ragazze ai lavori del presente e, quindi, del futuro. Si può fare.