Balzo in avanti per servizi insurtech, ma le Pmi preferiscono l’agente

Gestione dei sinistri via internet e assicurazioni istantanee sono tra i servizi che incontrano maggiore gradimento, secondo il report dell’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano. Sempre più strategica la collaborazione tra Compagnie e startup, 107 quelle oggi focalizzate su soluzioni per l’insurance

Aggiornato il 12 Dic 2018

Donatella Cambosu

Giornalista

servizi insurtech

In Italia sono 11 milioni gli utenti che nel 2018 hanno utilizzato almeno un servizio fintech o insurtech,  il 25% della popolazione tra i 18 e 74 anni,  con un balzo del 54% rispetto al 2017. A dirlo,  la ricerca dell’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano, realizzata in collaborazione con il Nielsen su un panel di 1515 persone rappresentativo della popolazione attiva su Internet.

Un dato in forte crescita, dunque, ma è forse ancora più importante un altro dato, ovvero l’alto gradimento in ambito assicurativo di particolari servizi, come la possibilità di gestire i sinistri via internet e l’attivazione di assicurazioni istantanee. Due applicazioni rese possibili dalla digital transformation, che cresceranno sempre più nei prossimi anni: la prima perché risolve uno dei momenti di attrito principali tra assicurazione e cliente (il claim); l’altra, poiché da risposta a un bisogno assicurativo, forse latente (soprattutto in Italia, Paese sotto-assicurato) ma esistente, cioè ottenere coperture velocemente e on-demand in particolari occasioni e circostanze. La tecnologia è naturalmente l’enabler di questo tipo di applicazioni, in particolare intelligenza artificiale e big data analytics.

Naturalmente rimangono importanti in ambito assicurativo anche funzioni più basiche, come la segnalazione (via internet) della scadenza della polizza o la possibilità di controllare le informazioni relative alle coperture. Ma, seppur importanti, non è certamente questa la grande opportunità che l’insurtech offre oggi a nuovi e vecchi player.

Questi ultimi in particolare, nonostante la disruption tecnologica che ha riaperto il mercato e la competizione, hanno ancora molte carte da giocare per non perdere terreno, perché il report dimostra anche che la maggioranza degli italiani, rispetto alle proprie esigenze assicurative,  continua a preferire le Compagnie tradizionali, soprattutto nel ramo salute, dove la preferenza raggiunge il 78%, mentre nessun altro attore (banche, servizi postali, startup, big tech, ecc) supera la soglia del 20%.

E’ chiaro che serve però molta più apertura verso l’innovazione.

Marco Giorgino, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fintech e Insurtech, dice: ” L’ecosistema finanziario deve accelerare il processo di trasformazione digitale per non farsi trovare impreparato: è necessario approfittare delle opportunità offerte da nuove tecnologie come la blockchain, le piattaforme di Robo Advisor per proporre nuovi servizi di valore. Banche e Assicurazioni possono rispondere alle sfide della trasformazione digitale mettendo l’innovazione al centro delle strategie e puntando sulla costante collaborazione con altri attori”.

Chi sono dunque questi nuovi attori? Naturalmente in primo piano ci sono le startup secondo la ricerca dell’Osservatorio. L’Italia è ancora indietro rispetto ad altri contesti geografici come Usa e Cina, ma si sta registrando molto dinamismo: otto startup (tra fintech e insurtech) hanno già superato la soglia del milione di dollari di finanziamenti ricevuti per 44 milioni di dollari complessivi; fuori da questo registro, ricordiamo che nel 2018 nel nostro Paese  il più alto investimento venture capital pari a 100 milioni di euro è andato all’insurtech Prima Assicurazioni.

Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio  Fintech e Insurtech, commenta: “Non ci aspettavamo una crescita così importante. Inoltre non sono non solo stiamo assistendo a una sempre maggiore collaborazione tra attori consolidati e startup, ma anche a un sempre più rilevante desiderio di trovare nuovi modelli di business innovativi integrati”. Il settore insurtech comprende oggi 107 startup, secondo il censimento degli Osservatori e mostra il tasso di crescita più elevato +174% rispetto al 2017. Il 24% delle nuove imprese (in ambito fintech e insurtech) adotta un modello di business collaborativo (B2B) con le aziende incumbent, ma la maggior parte mira a sostituirsi a banche e assicurazioni ponendosi come concorrente su un numero ristretto di servizi o addirittura offrendo un pacchetto completo di servizi bancari e assicurativi.

E nel mercato aziendale? Le imprese italiane come si pongono rispetto ai servizi insurtech? L’indagine dell’Osservatorio mostra un mercato meno scattante (rispetto a quello retail) sul fronte delle PMI: per esse il canale preferito rimane la relazione personale, e l’acquisto delle coperture assicurative avviene spesso con modalità tradizionali.  Nel 50% dei casi non vi è ricorso a internet e gli strumenti digitali sono impiegati principalmente dalla stessa forza vendita a loro stesso supporto: solo il 15% delle Pmi ha comprato una copertura online in totale autonomia, mentre il restante 35% acquista con una modalità solo parzialmente digitale rivolgendo si a un agente ma con un incontro da remoto utilizzando documenti digitali.  Quasi tre Pmi su quattro gestiscono i rapporti con gli istituti finanziari e assicurativi attraverso la segreteria l’amministrazione, in un caso su cinque è direttamente l’amministratore delegato a occuparsene, solo marginalmente si fa ricorso a un direttore finanziario o un professionista di fiducia. Le caratteristiche decisive che guidano le Pmi nella scelta della Compagnia assicurativa sono la convenienza dell’offerta e la flessibilità, cioè capacità di adattarsi alle esigenze aziendali.

Un mercato che va ancora stimolato, magari partendo proprio da questi due driver, su cui le tecnologie Cloud, Big Data, Intelligenza Artificiale, Blockchain e IoT possono fare molto nello sviluppo di nuovi servizi e modelli di business che portino reale valore alle piccole e medie imprese, rispondendo a bisogni sentiti. Se dal lato della distribuzione del prodotto assicurativo lo scenario italiano non appare al momento particolarmente permeabile a modelli online-only, lo sforzo di innovazione potrebbe essere ben accettato invece sul fronte del prodotto assicurativo vero e proprio, per esempio in relazione a temi come la cybersecurity, lo smart building, l’industria 4.0, la logistica, il welfare aziendale.

Articolo originariamente pubblicato il 12 Dic 2018

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Donatella Cambosu
Donatella Cambosu
Giornalista

Scrive di tecnologie, startup e innovazione da diversi anni. È condirettore della testata Startupbusiness e direttore di University2Business, piattaforma del Gruppo Digital360 orientata al mondo degli studenti universitari. Collabora anche con EconomyUp e InsuranceUp.

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