È proprio il caso di dire “una su mille ce la fa”: stiamo parlando delle imprese italiane che attendono dal governo gli incentivi per far entrare in azienda un Innovation Manager. Il ministro allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha annunciato di aver firmato il decreto attuativo per l’ “Innovation Manager” o “Voucher Manager” per le piccole e medie imprese (pmi). Un provvedimento atteso dalle molte imprese italiane che vogliono tenere il passo con la trasformazione digitale e puntare sull’innovazione per non finire schiacciati dalla concorrenza. Ma, a ricevere gli incentivi per avere un esperto di innovazione in azienda per il 2019 e i due anni successivi, saranno soltanto poco più di 800 piccole e medie imprese su un totale di 760mila pmi. Ovvero poco più di un’impresa su mille. Questo almeno secondo stime elaborate da analisi interne di Banca Ifis. Stime che fanno riflettere su quanto potrà concretamente incidere questa norma nel mondo imprenditoriale alle prese con l’Industria 4.0 in Italia. Ma vediamo di capire meglio come si è arrivati a questo punto.
Innovation Manager, il decreto attuativo in dirittura d’arrivo
“Ho firmato il decreto attuativo per introdurre nelle nostre Pmi un manager dell’innovazione” ha detto il vicepremier Di Maio il 22 maggio davanti all’assembla di Confindustria. Già il 14 maggio, sul sito del ministero dello Sviluppo economico (Mise), era apparsa questa nota: “È all’esame della Corte dei Conti il decreto ministeriale concernente i voucher per la consulenza in innovazione (manager innovation)”. Si attende ora la pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale.
A QUESTO LINK IL DECRETO ATTUATIVO E TUTTI I DETTAGLI SULLA NUOVA FIGURA DELL’INNOVATION MANAGER
Chi è l’Innovation Manager
La figura dell’Innovation Manager è stata introdotta dalla manovra di Bilancio 2019 per “sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”. L’incentivo a fondo perduto (voucher) è pari a 40.000 euro per le micro e piccole imprese nel limite del 50% della spesa; 25.000 euro per le medie imprese nel limite del 30% della spesa; 80.000 euro per le reti d’impresa nel limite del 50% delle spese sostenute. Il governo ha deciso di mettere sul piatto 25 milioni di euro all’anno.
Che cos’è il Piano Industria 4.0
Il Piano nazionale Industria 4.0 – varato nel 2016 dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (governo Renzi) – ha rappresentato l’occasione per le aziende di cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale. Il piano ha introdotto una serie di misure (sgravi fiscali, incentivi ecc. ecc.) per favorire la completa automazione e interconnessione delle fabbriche. È stato poi riconfermato dall’attuale governo Conte, ma alcune disposizioni sono state ridimensionate o cancellate. La figura dell’Innovation Manager è invece una novità: è stata introdotta dal governo giallo-verde perché, come ha spiegato Di Maio, “è importante che nelle aziende ci sia un regista del processo di innovazione tecnologico di cui il futuro ha bisogno”. Ma in quante aziende? Come verranno distribuiti i finanziamenti?
Come funziona il voucher per l’Innovation Manager
L’Innovation Manager è diventato legge a gennaio 2019. All’articolo 19 comma 23 la Legge prevede 25 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021 per sostenere l’iniziativa disciplinata al comma 21 dello stesso articolo.
Solo le piccole e medie imprese possono beneficiare dell’intervento e dalle prestazioni dell’Innovation Manager. Come recita la legge, “la categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro”.
Per le piccole imprese si prevede un voucher annuale di 40.000 euro per 2019 e 2020 (periodo imposta) rimborsabile a fondo perduto sino al 50% dei costi sostenuti. Il voucher deve servire ad acquisire prestazioni consulenziali di natura specialistica funzionali alla messa in atto dei processi di trasformazione tecnologica e digitale che utilizzano le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Sono compresi anche i progetti di ammodernamento degli asset gestionali e organizzativi dell’impresa, e in ultimo anche gli interventi per l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Le medie imprese hanno questo incentivo decurtato sia nella soglia degli investimenti (25.000 euro) e nell’aliquota del rimborso che passa al 30%. Lo stesso incentivo sale a 80.000 euro con l’aliquota del rimborso al 50% per le aziende che si costituiscono ex lege in Reti d’impresa con un aggravio delle procedure burocratiche autorizzative della spesa da sostenere.
Innovation Manager, decreto attuativo: sarà solo per 813 imprese
Ma a chi gioverà l’investimento del governo sull’Innovation Manager? Secondo quanto scrive in questo articolo Ivan Ortenzi, nemmeno a 1000 aziende. Ortenzi cita analisi interne di Banca Ifis su dati di società con bilancio depositato presso la Camera di Commercio. Ebbene, da questi dati emerge che, in base allo stanziamento governativo, ad usufruire del voucher saranno 313 piccole e 500 medie. Un totale di 813 aziende su una base costituita di circa 760mila PMI (76% del totale imprese, pari a 996mila) escludendo l’86% delle imprese che sono «micro» (fatturato minore di 2 milioni di euro).
Il voucher per l’innovation manager è legge: ecco come funziona
Stiamo parlando dello 0,10% delle imprese. In pratica poco più di una su mille riuscirà ad usufruire del bonus per far entrare in azienda un esperto di innovazione, sempre che i dati elaborati da Ifis siano validi e nei prossimi giorni non vengano clamorosamente smentiti da altre fonti. Con quale criterio verranno assegnati i contributi? Chi riuscirà ad accaparrarsi il piccolo ma significativo bottino da destinare all’innovazione? E cosa sarà fatto per i molti (quasi tutti) che ne resteranno fuori? Inoltre siamo quasi a metà 2019: dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, servirà un regolamento attuativo. Quanto tempo servirà perché si possa concretamente partire con la richiesta di incentivi? Attendiamo chiarimenti e sviluppi.