TECNOLOGIA SOLIDALE

Vita in carcere, studiare la tecnologia per un futuro migliore

L’Italia è il primo Paese in cui Cisco ha sperimentato una speciale edizione della Networking Academy per i detenuti. “La certificazione che rilasciamo è complessa e vale in tutto il mondo”, spiega l’amministratore delegato Agostino Santoni. “Nessuno degli studenti che l’ha ottenuta è tornato in carcere”

Pubblicato il 27 Set 2019

carcere

La vita in carcere può essere qualcosa di diverso di una pena. E può diventare l’occasione di prepararsi alla vita dopo il carcere, grazie anche alla tecnologia. “Sperimentare in Italia, primi nel mondo, il programma nelle carceri è stata una scommessa che possiamo dire di aver vinto”. Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia, così parla di una “speciale” declinazione del Programma Cisco Networking Academy. “La nostra Academy si rivolge al mondo della scuola ma anche a realtà di altro tipo, in cui ci sia la possibilità di fare la differenza.”

E la differenza questa iniziativa l’ha fatta e la sta facendo per persone come Luigi Celeste. La sua è una storia di caduta e di redenzione, anche grazie alla possibilità avuta in carcere di imparare un lavoro tramite la Cisco Academy. Se guardi questo video, capirai perché: clicca qui.

Anche questa è tecnologia solidale, che ne dice, Santoni?
Dico che siamo orgogliosi, in particolare io e Francesco Benvenuto che segue per noi questa iniziativa con tanta passione da anni e come volontario, nel vedere i risultati che stiamo ottenendo. Questo é un progetto condiviso con le Istituzioni e ha il supporto di partner come Fondazione Vodafone e Conprofessioni e con Fondazione di Comunità Monza Brianza (finanzia l’Academy del Carcere di Monza) e Unicredit. Tutti, come noi, credono nel valore della formazione per il reinserimento sociale. Infatti si sono anche impegnati a promuovere il lavoro di detenuti ed ex detenuti che avranno frequentato i corsi e ottenuto la certificazione Cisco.

In concreto, come fate a operare nelle carceri?
I corsi la formazione degli istruttori che vanno in carcere dai detenuti li gestisce la Cooperativa Universo, una Cisco Networking Academy attiva da quasi vent’anni negli istituti di pena.

In quali carceri avete attivato il programma?
Oggi operiamo presso le carceri di Bollate (MI) con tre classi: maschile base, maschile avanzato, femminile base; e poi siamo a Monza, Opera, Regina Coeli, Secondigliano.

Perché lo fate?
Siamo convinti che tecnologia ed educazione siano gli strumenti più potenti per costruire una società più inclusiva. Questo vale anche per chi si trova in carcere. Si chiamano “istituti di pena”. Nei limiti delle nostre possibilità, vogliamo che non ci sia solo pena ma anche una possibilità di una vita nuova, di un futuro diverso.

Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia

Niente come la tecnologia apre verso il futuro.
Infatti. Così siamo utili sia a queste persone che all’intera società. Senza la pretesa di cambiare il mondo, ma di dare un nostro piccolo contribuito. Finora si sono certificati Cisco una decina di studenti. La certificazione è complessa e avviene in enti esterni, ma vale in tutto il mondo ed è uguale in tutti i Paesi.

E queste persone sono poi davvero rimaste fuori dal carcere?
Si! La recidiva di tutti gli studenti delle Academy in carcere è pari a zero. Inoltre ex detenuti, oggi persone libere, sono diventati docenti.

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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