Alla fine, il giorno tanto atteso è arrivato: Apple è entrata ufficialmente nel mercato delle tecnologie immersive con il suo primo visore di AR/VR, il Vision Pro. Dopo avere de facto creato il mercato del personal computing e quello del mobile computing (rispettivamente con l’Apple II e l’iPhone), il gigante di Cupertino fa il suo ingresso in quella che viene ormai universalmente riconosciuta come la prossima rivoluzione informatica, quella di un computer che entra nello spazio intorno a noi, lo spatial computing.
Se di spazializzazione del dato e immersività si parla, allora possiamo serenamente dichiarare che Apple entra nel metaverso, perché è evidentemente di quel paradigma che stiamo parlando. Ma lo fa come sempre a modo suo, ossia senza nominare una sola volta la parola metaverso: non stupisce, se consideriamo che si tratta di un termine di cui si è appropriato un suo competitor diretto, Meta appunto, e che oltretutto si tratta di un concetto ancora ampiamente incompreso da gran parte del grande pubblico.
Vision Pro, Apple non vuole essere la prima ma la migliore
Già, perché è proprio al grande pubblico che Apple vuole parlare. Fin dai tempi di Steve Jobs Apple non è mai stata interessata al mercato dei nerd e dei “techies”: i suoi prodotti sono sempre stati ecosistemi chiusi, non fatti per gli smanettoni, ma nati per essere usati da tutti. Design first, sia nell’hardware che nel software, e un ecosistema chiuso che garantisce stabilità, affidabilità, e controllo. Anche con questo nuovo prodotto Apple persegue la strategia di sempre: prende tecnologie nuove ma non nuovissime, innovazioni che hanno già sfiorato il mercato ma che non hanno ancora sfondato sulla massa, e le raffina fino all’inverosimile grazie a un’attenzione quasi maniacale al design e all’usabilità. Apple non vuole essere la prima ad uscire sul mercato, ma la migliore, e il Vision Pro va in questa direzione.
Apple Pro, la differenza è nel design e nell’usabilità
Lato hardware si tratta di un dispositivo XR estremamente potente, allineato a livello di prestazioni con i migliori dispositivi indossabili presenti sul mercato. Ma come sempre non sono le prestazioni da sole a fare la differenza in casa Apple, sono il design e l’usabilità. Per prima cosa, si tratta di un dispositivo integrato in maniera seamless con tutto l’ecosistema dei prodotti di Cupertino, dal Mac alle Airpods, un valore aggiunto ormai universalmente riconosciuto da tutti i consumatori Apple, sia per i vantaggi in termini di usabilità che per le garanzie che offre lato privacy.
Geniale poi l’idea di unire due interfacce di controllo, l’eye e il gesture tracking (occhi e mani), in una soluzione coordinata che non stanca l’utente anche dopo un lungo utilizzo – problema che invece presentano le due modalità se prese singolarmente. Qualche punto di domanda invece sull’estetica, ancora un po’ bulky (ma non dimentichiamo che si tratta di una prima versione) e inquinata dalla scelta della batteria esterna, guidata però da solide motivazioni di usabilità come il peso e il surriscaldamento.
Sul sito ufficiale è possibile visualizzare il modello 3D, con tutti i dettagli esterni ed interni
Vision Pro, software deludente: è uno schermo gigante portatile
Lato software invece, la presentazione del Vision Pro è stata un tantino deludente. App e Schermi bidimensionali restano i protagonisti di questa prima versione di prodotto, anche se la compatibilità con Unity lascia chiaramente intendere che le sue potenzialità in ambito 3D sono ben altre.
La scelta di posizionare il Vision Pro come uno “schermo gigante portatile” (passatemi la semplificazione), è un chiaro indicatore che Apple abbia scelto fin da subito di non parlare ai nerd o ai gamer, ma al suo utente medio, abituato a interagire con le App – tra parentesi, tutte compatibili con il Vision Pro – o con i servizi di home entertainment. Poche cose fatte bene quindi, con l’idea chiara di iniziare a convincere le masse ad adottare questo nuovo paradigma, scommessa nella quale Zuckerberg ha fallito, almeno per ora.
Interessante poi l’idea di mostrare su uno schermo frontale gli occhi dell’utente, ovviando in questo modo alla limitazione dei visori di realtà virtuale o di realtà aumentata pass-through (oggi nota anche come realtà mista).
Perché Tim Cook parla solo di realtà aumentata
A questo proposito curioso il fatto che, pur essendo la realtà aumentata pass-through tecnologicamente molto vicina alla realtà virtuale, Tim Cook abbia soltanto parlato di realtà aumentata. C’è infatti un’altra cosa in cui Apple eccelle, oltre al design: il marketing. La scelta di posizionare il Vision Pro come un dispositivo di realtà aumentata, pur tecnologicamente discutibile, è un ulteriore statement che dimostra come questo device voglia parlare fin da subito al mercato di massa.
La realtà virtuale si è infatti dimostrata una tecnologia matura per il gaming, mercato con il quale Apple ha storicamente un rapporto di amore e odio; Meta Quest, il visore VR leader di mercato, si è fin da subito posizionato come dispositivo in concorrenza con PlayStation o Xbox. La realtà aumentata, invece, gioca in un campionato diverso: i competitor del Vision Pro sono i personal computer e l’home entertainment, ma a tendere la realtà aumentata punta a rivoluzionare l’intero mercato degli smartphone – un mercato da mezzo triliardo, oggi in sofferenza per mancanza da troppo tempo di vere innovazioni di prodotto.
Infine, il prezzo elevato di questa prima versione (3,499$) denota non soltanto un naturale focus verso il mercato di fascia alta, ma anche verso gli sviluppatori, chiamati in causa per costruire l’ecosistema software di quello che si preannuncia come il capostipite di una nuova linea di prodotti.
In sintesi, si tratta del primo vero nuovo prodotto Apple dopo il lancio dell’Apple Watch nel 2015: resta una prima versione, e dovremo aspettare qualche anno prima di vederlo esprimere veramente le sue potenzialità. Se infatti la storia ci insegna qualcosa, è solo dopo 5/7 iterazioni che i prodotti Apple danno il meglio di sé, ma in genere quando lo fanno si muovono in grande stile, rivoluzionando intere categorie e dominando interi mercati. Quindi, benvenuto Vision Pro, siamo tutti molto curiosi di vederti in azione. Ma soprattutto, anche se questo termine proprio non ti piace… benvenuta nel metaverso, Apple.