«La nostra mission è diventare partner delle banche, e accompagnarle in questo processo di evoluzione che ha un passo sempre più veloce». A dirlo è Vincenzo Fiore, fondatore e amministratore delegato di Auriga, tra i principali fornitori italiani di software e soluzioni applicative per il mondo delle banche. EconomyUp lo ha incontrato a Londra, in occasione di “Branch Transformation 2017”, evento internazionale dedicato alla trasformazione delle filiali bancarie.
Il processo di evoluzione di cui parla il numero uno di Auriga è quello guidato dall’innovazione digitale. Un fenomeno con cui stanno facendo i conti ormai da tempo molti settori industriali, compreso il mondo delle banche e della finanza. «In questo momento la pressione maggiore che sentono le banche – spiega Vincenzo Fiore – è la possibile disintermediazione da parte delle fintech o di società che si affacciano sul mercato in maniera abbastanza aggressiva. A differenza del passato, oggi le banche ci chiedono di riportare il cliente in filiale, per migliorarne la relazione e aprirsi a differenti rapporti commerciali».
D’altra parte l’innovazione è sempre stata una delle caratteristiche peculiari nel business di Auriga. Fondata a Roma nel 1992 come società di consulenza per la gestione di software per i sistemi di pagamento ATM e POS, la società ha avuto sin dall’inizio l’idea di portare soluzioni tecnologiche a banche di grandi e piccole dimensioni. Oggi il Gruppo è presente con le proprie soluzioni sul 67% della flotta di ATM italiani (circa 33mila unità). «Siamo cresciuti con l’innovazione – racconta il CEO – e non avendo grossi gruppi alle spalle, per sopravvivere sul mercato dovevamo essere sempre un passo avanti agli altri. La nostra esperienza è cresciuta negli anni portandoci, nel 2000, a realizzare primo web ATM insieme a Intesa San Paolo. Oggi sviluppiamo una soluzione omnichannel, in grado di gestire la comunicazione tra banca e clienti attraverso canali differenti (mobile banking, internet banking, self service, self service assistito in filiale, ndr)».
La capacità di innovare e di aprirsi a nuove sfide sarà il fulcro anche delle strategie future di Auriga. Per questo la società ha già definito un piano di sviluppo, “Auriga 2020”, che prevede lo stanziamento di 16 milioni di euro da per migliorare la tecnologia e sviluppare nuovi servizi. Senza dimenticare che ogni anno il gruppo investe il 25% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. E non è tutto, perché in prospettiva nasceranno anche iniziative per startup, in ottica di open innovation e trasferimento tecnologico.
«Entro il 2018 – spiega Fiore – vogliamo realizzare un incubatore per startup. È un progetto che sto portando avanti a livello regionale. Siamo in contatto con molte università del territorio e alcune banche, e abbiamo già avviato progetti nell’ottica dell’alternanza scuola lavoro». Intanto si pensa a come selezionare le startup, con una call4ideas. «Stiamo costituendo un gruppo di analisti – conclude Vincenzo Fiore – con cui vogliamo creare un team di lavoro che operi anche in qualità di business angel. Pensiamo di avere una buona presenza sul mercato, motivo per cui trainare aziende che siano complementari con il nostro business non dovrebbe essere difficile. Cosa cerchiamo? Soluzioni legate al nostro mercato di riferimento, partendo a partire da quello informatico/finanziario. Le startup verranno incubate nella sede di Auriga a Bari».