Il Made in Italy fa parlare di sé anche nel mondo dei video-giochi. Tommaso Checchi, 26 anni, nato a Foligno, romano di adozione e sviluppatore, è l’unico italiano inserito dalla rivista Forbes nella sezione videogiochi dell’annuale lista “30 under 30” per il 2015. Una classifica che raccoglie i migliori talenti in circolazione in diversi campi, dall’arte alla formazione, dalla tecnologia all’imprenditoria.
Checchi è stato scelto appunto per il suo talento come sviluppatore di videogames, insieme ad altri 29 geni provenienti da tutto il mondo. Qui la lista completa
Da circa due anni il giovane italiano lavora per Mojang, casa produttrice indipendente di videogiochi, con sede centrale a Stoccolma, in Svezia, che può vantare tra i suoi successi il videogioco Minecraft, acquistato da Microsoft per 2,5 miliardi di dollari. Caratteristica principale di Minecraft è il mondo in cui il giocatore si ritrova, generato casualmente o seguendo regole definite dall’utente, perché costituito da blocchi con il quale il giocatore può interagire in diverse modalità: per esempio l’utente dispone di una barra di salute, che viene puntualmente consumata dagli attacchi da parte di mostri (ad esempio creeper, zombie, scheletri, streghe, ragni, ecc.). In breve tempo Minecraft è diventato un titolo cult e ha ormai superato 70 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
Tommaso Checchi, detto “Tommo”, sta lavorando allo sviluppo di “Minecraft: Pocket Edition”, la versione del gioco per dispositivi mobili, che ha venduto finora 30 milioni di copie. In particolare si sta occupando di una versione per Oculus Rift e Hololens, due delle piattaforme più importanti per il futuro del settore video-ludico.
“L’autore della lista mi ha scritto per email, dicendomi che ero stato nominato” ha raccontato ai mediai. “All’inizio nemmeno ci credevo, pensavo fosse una truffa”. Su Twitter si definisce “world class timewaster”, “uno bravissimo a perdere tempo”. Ma sembra proprio che di tempo ne abbia perso poco, se a soli 26 anni è balzato agli onori della cronaca internazionale.
Checchi ha studiato ingegneria informatica alla Sapienza, ma preferisce definirsi un autodidatta: “La maggior parte delle cose che mi sono state utili – ha detto – le ho imparate studiando per conto mio, grazie a Internet, fin dai tempi del liceo. A chi vuole programmare videogiochi consiglio di fare la stessa cosa: l’educazione tradizionale serve solo per dare le basi”. (L.M.)