Rinunciamo a tutto ma non alla bellezza. Se c’è un settore che non risente della crisi è proprio quello del beauty, a patto che ci si affidi a medici esperti. “In tempi di difficoltà economica la gente non rinuncia alle cure di bellezza e ai trattamenti antinvecchiamento. Ma non vuole sprecare soldi, quindi si affida agli specialisti”. Parola di Antonino Di Pietro, esperto di dermatologia plastica antiaging, che ha dato vita a un progetto del tutto innovativo nel settore della salute e della bellezza della pelle. In collaborazione con il Gruppo Ospedaliero San Donato, ha avviato presso l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano, l’attività dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, un brand che identifica le strutture impegnate nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo attraverso le tecniche e gli strumenti che la moderna medicina mette a disposizione.
“Si tratta di un unico brand sotto il cui nome verranno aperte diverse cliniche in tutta Italia (quella di Milano è solo la prima) e poi in Europa, e che avranno due caratteristiche fondamentali: da una parte l’uniformità dei trattamenti proposti ai pazienti ed eseguiti solo da specialisti dermatologi che si affideranno anche a tecnologie all’avanguardia (laser, luce pulsata, radiofrequenza), dall’altra il fatto che queste cliniche sono aperte all’interno di strutture sanitarie nazionali, già affermate sul territorio e conosciute per il loro livello professionale” spiega il Professore. Inoltre, “la collaborazione con le strutture sanitarie già presenti sul territorio renderà le cure estetiche alla portata di tutti con tariffe ridotte del 50% rispetto alla media delle terapie offerte negli altri istituti clinici”.
E non è un caso che le strutture sanitarie abbiano abbracciato l’idea di Di Pietro. Con l’apertura degli ambulatori di dermatologia plastica antiaging, l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio va incontro ad un trend di crescita (+50% in un solo anno la richiesta di interventi di dermatologia antiaging) che vede affermarsi una precisa filosofia di cura della pelle con interventi non invasivi.
Non solo. Quello della beauty economy è un mercato con cifre da capogiro: “secondo i dati elaborati da Global Data, i soli trattamenti della cura del viso a livello globale avevano nel 2010 un giro d’affari di 2,1 miliardi di dollari e, secondo le previsioni, dovrebbe sfiorare i 4 miliardi nel 2017. Le cose non vanno male neanche in Italia: se nel 2010 i trattamenti per il viso avevano raggiunto un volume d’affari pari a 81,2 milioni di euro, nel 2017 si prevede il raggiungimento di 136 milioni” continua l’esperto. Del resto, “c’è un dato interessante che riguarda le cure antinvecchiamento – spiega il Professore-. In campo sanitario, quando si parla di percentuali riferite alla diffusione delle malattie, ci riferiamo sempre a cifre a un solo numero. Pensiamo alla psoriasi: è una delle malattie della pelle più diffuse, eppure la percentuale di diffusione riguarda il 3-4% della popolazione. Quando invece parliamo di cure antinvecchiamento la cifra sale al 99%. Per un semplice motivo: tutti invecchiamo. E tutti, chi più chi meno, hanno voglia di rimanere giovani”.
“Curare il proprio aspetto – conclude lo specialista – non è un lusso ma un bisogno antico quanto il mondo che oggi, grazie ai progressi della dermatologia antiage, è una realtà alla portata di tutti attraverso metodi che rispettano l’integrità della cute per una bellezza naturale e autentica”.