Gran Bretagna, Francia, Germania, Svezia, Danimarca, Olanda, Svizzera, Norvegia, Belgio, Spagna, Finlandia, Irlanda, Ungheria. Tutti Paesi del Vecchio continente, dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest. Con un particolare in comune: occupano tutte una posizione più alta dell’Italia nella classifica degli investimenti di venture capital nelle start up. Secondo i dati di Evca (European Private Equity and Venture Capital Association) elaborati da Rude Baguette, blog delle startup francesi, l’Italia è infatti solo in quattordicesima posizione con 60 milioni e 517mila euro di investimenti: u
n misero 1,7% del totale di 3 miliardi e mezzo di euro di fondi investiti in tutta Europa nelle start up nel 2012.
E se già di per sé i numeri globali non entusiasmano (stando al blog transalpino, quei 3,5 miliardi rappresentano un terzo del capitale investito nella sola area della baia di San Francisco), quelli dell’Italia danno da pensare: dopo il Belpaese, in classifica restano solo Lussemburgo, Austria, Portogallo, Paesi baltici, Polonia, Repubblica Ceca e Bulgaria. Insomma, di sicuro non ci facciamo una bella figura. Soprattutto nei confronti della Gran Bretagna, che sale sul gradino più alto del podio con quasi 721 milioni di euro di investimenti (il 20,3%), dei cugini francesi, secondi con 656 milioni di euro (il 18,5%), e dei soliti tedeschi che investono in start up 564 milioni di euro (il 15,9%).
E se non stupisce che i paesi nordici come Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia investano parecchio sulle aziende in fase di avviamento, il fatto che anche due Pigs quali Spagna e Irlanda e un ex Paese dell’Est come l’Ungheria occupino posizioni più alte dell’Italia nella classifica lasciano quantomeno l’amaro in bocca.
C.D.