L’iniziativa European Women in VC è un gruppo di oltre 350 donne partner o fondatrici di fondi di venture capital, provenienti da oltre 20 paesi europei con un totale attivo in gestione di circa 15 miliardi di euro.
Questa community è stata lanciata l’anno scorso grazie ad uno sforzo congiunto di donne provenienti da sette paesi dell’Europa centrale. Oggi l’iniziativa è supportata da 19 ambasciatrici in Europa ed in Israele.
Credo nel networking professionale e non amo stare a guardare passivamente ciò che avviene fuori dal mio Paese. Il livello di discussione che riguarda la diversity nella finanza e nell’imprenditorialità, all’estero e’ piu avanzato rispetto all’Italia. Lo si capisce, ad esempio, dal fatto che il tema della scarsa partecipazione femminile in ruoli decisionali nei VC cosi come nelle startup tecnologiche non viene affrontato dalla prospettiva etica o di principio, ma in ottica di business e di risultati economici.
L’impatto positivo delle donne nelle aziende è supportato dai fatti. McKinsey, nel suo ultimo rapporto “Women Matter” mostra l’esistenza di una forte correlazione tra la presenza di donne nel top management aziendale e migliori risultati finanziari. Dopo aver analizzato 300 aziende in tutto il mondo, McKinsey ha rilevato una differenza di rendimento del capitale netto del 47% tra le società con una partecipazione importante di donne nei loro comitati esecutivi rispetto a quelle con nessuna, e una differenza del 55% nei risultati operativi.
Sono convinta, ed è questo il motivo che mi ha portata a Berlino e ad unirmi a questa community, che più donne lungo l’intera filiera dell’innovazione – dagli LPs ai fondi VCs fino alle startup – significa maggiori risultati finanziari e di business. Non è una questione di principio, ma significa finanziare e progettare un ecosistema imprenditoriale più equilibrato per soddisfare le esigenze della nostra società nel suo complesso, a beneficio di uomini e donne.
Il venture capital è la benzina per le aziende ad alto potenziale di domani. E’ dalla fonte del problema che dobbiamo agire: se solo il 13% delle startup sono fondate da donne, questo avviene perchè le donne hanno maggiori difficoltà ad essere finanziate. Questo avviene per una serie di motivazioni, tra cui quelli che vengono chiamate “unconscious bias” cioe’ quei pregiudizi inconsci che ci portiamo come bagaglio culturale.
A causa di questi “pregiudizi inconsci”, ad esempio, gli uomini vengono assunti, promossi o finanziati in base al loro “potenziale” . Le donne, invece, in base a ciò che hanno dimostrato di saper fare (e spesso questo non è nemmeno sufficiente).
Il networking che si è sviluppato in questa due giorni è stato davvero straordinario, e la presenza maschile non è mancata.
Ho incontrato, ad esempio, alcuni rappresentanti del World Economic Forum, della Banca Europea degli Investimenti, del Fondo Europeo degli Investimenti nonché naturalmente numerose partner e fondatrici/fondatori di fondi di venture capital che hanno un’attenzione particolare al tema della diversity.
[A questo link l’elenco completo dei relatori]
È nostro obiettivo, come community delle European Women in VC, raddoppiare il numero di donne con ruoli direttivi e decisionali nei fondi VC e per poter finanziare il doppio delle startup fondate da donne e portare quindi maggior equilibrio di genere nell’industria tech di domani.
Anche se se ne parla poco, c’è un problema enorme che riguarda il coinvolgimento delle donne nella finanza e nelle startup, e non e’ una questione etica o morale. E’ una questione di sviluppo economico, di risultati finanziari e di business.
A livello italiano, il mio proposito è alzare il livello di discussione su queste tematiche, coinvolgere più donne anche con l’aiuto di role models che possano testimoniare che si può fare, che lavorare nella finanza o nella tecnologia non e’ un lavoro solo per uomini.
E magari il prossimo anno la delegazione italiana al summit delle European Women in VC sarà più cospicuo.