“Chi vuol essere milionario?” era il titolo di un celebre gioco tv che premiava le persone più preparate; la risposta a tale quesito, diversi anni più tardi, sembra fornirla Forbes: chi vuole diventare milionario deve studiare ingegneria o business, dato che un terzo dei 100 uomini più ricchi al mondo ha seguito proprio questi due percorsi di laurea. Progettazione e impresa sono due ampi settori che, stando a quanto rivela questa classifica, consentono di arricchirsi, o comunque di intraprendere un percorso lavorativo in grado di regalare soddisfazioni dal punto di vista economico e non solo.
Certo è che in entrambi i settori la concorrenza non manca e questo può andare a discapito delle possibilità di emergere. Esiste un’alternativa? A ben guardare sì, e si chiama ingegneria gestionale, una via di mezzo fra business e ingegneria con la quale ci si può fare largo nel mondo del lavoro sfruttando le competenze su entrambi i campi che tale percorso di laurea fornisce.
In Italia questa facoltà ha incontrato le preferenze di molti studenti nell’arco degli ultimi anni, grazie anche alle differenti opportunità che si sono aggiunte ai percorsi di studio tradizionali. Infatti anche gli atenei virtuali hanno messo questo percorso di laurea fra quelli disponibili. Un esempio sono quelli offerti dall’Università Niccolò Cusano, che propone un corso di laurea in ingegneria gestionale a Roma, presso la sede fisica dell’Ateneo, ma garantendo la possibilità ai propri studenti di seguire i corsi online direttamente da casa.
I laureati in ingegneria gestionale possono contare sulle competenze necessarie per progettare i processi organizzativi e logistici delle grandi catene di distribuzione, creare modelli matematici per la distribuzione di merci e progettare magazzini automatici, fondendo fra loro le conoscenze in diversi ambiti – dall’economia all’informatica, passando per la logistica e l’industria – e ottimizzandole per creare soluzioni di problem solving utili su più livelli e in diversi campi.
L’ingegnere gestionale, dunque, è una figura in grado di applicare scienze e tecniche differenti per realizzare progetti volti a migliorare i sistemi di vendita o quelli di produzione delle aziende e permettere loro di aumentare la competitività e adeguarsi ai tempi e alla costante evoluzione delle tecnologie, in cui il web ha un ruolo sempre più importante e decisivo nel successo di un’azienda.
Sempre secondo la classifica pubblicata da Forbes (analizzata dal Sole24 Ore), al terzo posto fra i titoli di studio conseguiti dalle 100 persone più ricche sul pianeta troviamo le materie artistiche, con una percentuale (9%) di ricconi laureati di poco inferiore rispetto ai laureati in business ma largamente superiore a chi ha conseguito la laurea in finanza, matematica e legge. I percorsi di studio in materie artistiche, dunque, rappresentano una valida soluzione per coloro che si sentono meno adatti ai primi due indirizzi.