Best seller nella classifica del New York Times, arriva in Italia “Building the Internet of Things” di Maciej Kranz, esponente di primissimo piano di Cisco Systems (è vicepresident Strategic Innovation Group) e uno dei pionieri dell’Internet of Things. Lo pubblica Franco Angeli con il titolo Connetti la tua impresa all’IOT , con prefazione di Agostino Santoni, CEO di Cisco Italy, e Marco Moretti, CIO di di A2A Group. Il libro di Maciej Kranz inaugura la collana Business 4.0 diretta da Alessandro Giaume della divisione Innovation Management del Gruppo Business Integration Partners. Ecco la prefazione di Agostino Santoni.
Parliamo di oggetti della nostra vita quotidiana – dagli smartphone che abbiamo in tasca ai componenti dei sistemi di domotica che installiamo nelle nostre case – ma anche e soprattutto di macchine, sensori, dispositivi che grazie a una capacità di calcolo, archiviazione e comunicazione crescente ci consentono di raccogliere, elaborare e distribuire informazioni attraverso la rete. Abbiamo una possibilità senza precedenti di prendere decisioni migliori, ottimizzare processi di ogni tipo, creare innovazione analizzando dati che in precedenza non eravamo in grado di catturare e mettendo in relazione ciò che in precedenza non era connesso.
Tutto questo sta generando quella che è stata correttamente, a mio avviso, definita una nuova rivoluzione industriale: una rivoluzione che cambia processi, modelli di business, servizi e allo stesso tempo incrementa la produttività, l’efficienza, la rapidità dell’innovazione.
CHI SI FERMA È PERDUTO
A fronte di questo scenario, chi si ferma è perduto: chi non sarà in grado di capire come sfruttare queste opportunità per differenziarsi sul mercato e adattarsi al nuovo mondo digitalizzato, resterà indietro. Il rischio c’è, perché la velocità del cambiamento è talmente alta che non è semplice afferrarla e soprattutto capire rapidamente dove e come la rivoluzione dell’Internet delle Cose s’intreccia alle specificità ed esigenze di ogni azienda, organizzazione, Paese.
È per questo che il testo di Maciej Kranz si rivela prezioso. Ci offre in modo agile e compatto un manuale per comprendere la rivoluzione tecnologica e il suo impatto e definisce una ricetta che le organizzazioni possano applicare per portare avanti i processi di digitalizzazione implementando nel modo giusto questa tecnologia. Maciej Kranz distilla in questo testo la sua profonda conoscenza del mercato, nata da una lunga carriera a stretto contatto con team multidisciplinari e multinazionali e da una vera passione per la tecnologia e l’innovazione – per offrirci con esempi pratici e terminologia semplice una guida di riferimento che permetta al management responsabile delle diverse linee di business di trovare un linguaggio comune per confrontarsi con i responsabili dell’IT e delle tecnologie operative applicate in azienda e creare una roadmap di successo.
LA POTENZA DELL’ESEMPIO
La pubblicazione di questo testo in Italia arriva proprio al momento giusto. Negli ultimi anni il nostro Paese ha riacquistato slancio nell’esecuzione della sua Agenda Digitale, supportata da scelte coraggiose in termini di sostegno allo sviluppo di infrastrutture di rete di nuova generazione e dall’avvio di iniziative ad alto impatto, quali i piani dedicati all’industria digitale e ora all’impresa digitale, nate con l’obiettivo di aiutare le aziende del Paese – a partire da un settore trainante come il manifatturiero – nella loro trasformazione digitale. La crescente consapevolezza sul tema – unita al fatto che una delle caratteristiche vincenti delle tecnologie digitali odier- ne è la loro disponibilità a costi sempre inferiori, e in ogni caso scalabili, e in modi sempre più semplici – ha avviato un processo di cambiamento che non si potrà arrestare.
Non c’è miglior modo per attivare interesse e azione che presentare esempi concreti, che esprimono risultati e vantaggi significativi. Nell’attraversare l’Italia negli ultimi due anni nella nostra attività, nel confronto con le realtà associative e le istituzioni abbiamo intercettato una voglia di cambiamento e un fermento che può soltanto guadagnare da strumenti utili a dare competenze che facciano comprendere la portata della trasformazione che stiamo attraversando.
Noi stessi, impegnandoci nell’investire per accelerare la digitalizzazione del Paese, abbiamo realizzato progetti con aziende di ogni tipo e dimensione: dalle grandi realtà dell’industria pesante come Marcegaglia a produttori di eccellenze italiane “artigianali e digitali” allo stesso tempo come le macchine da caffè de La Marzocco, passando per i massimi esponenti dell’industria alimentare come AIA, marchi noti in tutto il mondo come Dallara o FCA, realtà di successo italiane in settori quali la meccanica e il biomedicale, con Fluid-o-Tech e Inpeco.
DALL’INDUSTRIA 4.0 ALL’IMPRESA 4.0
Come dimostrano anche gli esempi di cui si legge in questo libro, l’Internet delle Cose nel suo intrecciarsi con altre tecnologie – quali il cloud computing, la mobilità, i Big Data, l’analisi, l’automazione, la sicurezza informatica e la collaborazione – crea una piattaforma di trasformazione globale del business di un’impresa. La trasformazione produttiva è solo il primo passo di un percorso in cui l’impresa – non soltanto manifatturiera – diventa impresa 4.0: benefici come la riduzione dei costi, la generazione di nuovi flussi di ricavo, l’efficientamento della supply chain e della logistica si uniscono alla possibilità di potenziare l’interazione fra le diverse linee di business aziendali, creando opportunità grazie all’interconnessione di saperi, competenze e processi diversi. Un’azienda italiana con cui lavora il nostro partner VEM, il Tacchificio Del Brenta, è partita dalle tecnologie di collaboration per trasformare il modo in cui progetta e realizza per i marchi calzaturieri di tutto il mondo i suoi prodotti. Migliorare la collaborazione tra team e persone ha inciso sulla produttività, portando a una riduzione di scarti ed errori durante la lavorazione: il tasso di errore nella realizzazione degli stampi, che sono creati “su misura” per le esigenze comunicate e condivise con i clienti nella fase di progettazione del prodotto, è stato ridotto dal 10% all’1%.
Quest’ultimo esempio citato non ha al centro le tecnologie dell’Internet delle Cose, ma ha al centro la “connettività”: che è il vero valore aggiunto portato dalla disponibilità di una piattaforma su cui far dialogare applicazioni, persone, oggetti, dati, processi, macchine in modo che le persone possano esprimere al loro meglio le capacità, la creatività, così come le macchine e le applicazioni possano esprimere al meglio le funzionalità per cui sono state progettate. Una piattaforma che sembra riguardare solo “oggetti” o dati in realtà riguarda le persone: le persone che sono il vero centro dei processi di trasformazione digitale e che, magari liberate dai compiti ripetitivi e automatici come avviene sempre più spesso ad esempio nelle industrie, potranno dedicare le loro risorse a compiti più strategici producendo un vantaggio complessivo per l’impresa.
Leggendo questo libro, sono certo che questo incredibile potenzia- le catturerà l’attenzione anche del più scettico tra i lettori. Non ci si può permettere, del resto, di essere scettici: la trasformazione digitale avanza anche senza di noi, sta a noi cavalcarla per prepararci al futuro e restare competitivi in uno scenario di costante cambiamento.