Nuove frontiere

Un finanziamento in banca? Chiedilo con Whatsapp

“Sono un imprenditore, ho bisogno di un finanziamento, contattatemi”: basta un messaggio così. È il nuovo modo di comunicare tra piccole imprese e istituti di credito, lanciato da Banca Ifis. “Le Pmi hanno bisogno di un dialogo diretto con le banche. Una chat, appunto” spiega Mara di Giorgio dell’istituto di credito

Pubblicato il 09 Gen 2014

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Mara Di Giorgio, responsabile Comunicazione e Investor Relator di Banca Ifis

Chiedere un finanziamento in banca inviando un messaggino su Whatsapp dal proprio smartphone. Irriverenza? No, un nuovo modo di comunicare tra piccole imprese e istituti di credito. La prima a introdurre questa innovazione in Italia, dallo scorso dicembre, è stata Banca Ifis, nell’ambito di Credi Impresa Futuro, una piattaforma di servizi online lanciata nel luglio del 2013 per far fronte alle richieste di credito delle Pmi. Abbiamo chiesto a Mara Di Giorgio, responsabile Comunicazione e Investor Relator di Banca Ifis, come è nato il progetto e come funziona.

La chat di Whatsapp per fare richieste di finanziamento: come è nata l’idea?
È nata all’interno di un contesto in cui le Pmi faticano a farsi finanziare ma, soprattutto quelle che hanno resistito grazie a business model virtuosi, meritano di avere un dialogo diretto con gli istituti di credito, senza perdite di tempo. Le banche, dal canto loro, devono essere disponibili a capire i progetti degli imprenditori e a comprendere se e come possono affiancarli nel tentativo di superare questa fase di crisi. Così, per una banca come Ifis, che ha scelto fin dall’inizio di non avere sportelli come gli istituti tradizionali, lo strumento più semplice per favorire l’apertura era il telefonino. Abbiamo pensato a un imprenditore che si muove di continuo, magari in auto, e che manda messaggi con il cellulare. E l’evoluzione dell’sms è appunto Whatsapp, che abbiamo pensato come il primo punto di contatto tra cliente e banca.

Come funziona il servizio?
Immaginiamo un piccolo imprenditore che cerca su Google parole chiave come “prestiti imprese finanziamenti”. Arriva sul sito di Credi Impresa Futuro e trova una serie di servizi tra cui il numero di Whatsapp. Lo salva in rubrica e quando vuole scrive in chat un messaggio del tipo: “Sono un imprenditore, ho bisogno di un finanziamento, contattatemi”. La richiesta arriva al nostro servizio telefonico online Filo diretto, che ricontatta via Whatsapp il cliente per fissare una chiamata in giornata. Secondo il nostro regolamento, il tutto deve avvenire entro otto ore massimo.

Cosa succede a quel punto?
A seconda della disponibilità del cliente, la persona del Filo diretto fa la chiamata e raccoglie una serie di informazioni tra cui nome e tipo di

impresa, partita Iva…: cerca di capire se Banca Ifis può essere utile o meno a quell’imprenditore. Se sì, entro i due giorni successivi un nostro commerciale che presidia il territorio da cui proviene la richiesta fissa un appuntamento con l’imprenditore e lo va a trovare di persona, preferibilmente nella sede della sua azienda: è la banca che va dall’impresa, e non il contrario.

Entro quanto il cliente sa se la sua richiesta è stata accettata?
Nel giro di cinque giorni la banca fornisce una risposta. Se riceve l’ok, può avere accesso ai soldi in quindici giorni.

Il problema maggiore però resta sempre la difficoltà delle imprese di accedere al credito: in che modo servizi come questo possono facilitare gli imprenditori nell’ottenere finanziamenti?
Che una banca sia fisica o no, può concedere credito se ha questi requisiti: liquidità, abbondanza di patrimonio, business model redditizio. Se uno di questi pilastri manca, non funziona. In presenza di questi requisiti, però, è necessario venire incontro alle necessità dell’imprenditore: fargli impiegare due o tre settimane solo per avere una risposta significa fargli buttare tempo prezioso. Ecco perché servizi come questo possono rendere più facile l’accesso al credito da parte di chi ha le carte in regola. Sul web, la velocità e il tempo pagano.

Finora che riscontri ha avuto l’iniziativa?
Whatsapp per le imprese è stata lanciata a dicembre e ha già avuto i suoi primi utenti prima di Natale. Ma ancora la stiamo facendo conoscere. Credi Impresa Futuro, il progetto in cui si inserisce anche Whatsapp e che include il servizio telefonico online Filo diretto, il blog Mondo pmi, il contatto Skype e i profili social, ha già ricevuto feedback notevoli: dallo scorso luglio, circa 1.500 imprenditori hanno già usufruito dei servizi di comunicazione e ci hanno contattato per poter ricevere la visita dei nostri colleghi commerciali. Mese dopo mese, stiamo assistendo a un’accelerazione della presenza degli imprenditori sul web: sono loro che vengono a cercarci, anche se non abbiamo ancora fatto campagne di comunicazione.

Alla luce di queste innovazioni, come deve essere secondo lei la banca del futuro in Italia a servizio delle Pmi?
Deve essere una banca tecnologica con le ruote. Deve muoversi velocissimamente in base agli stimoli che raccoglie dai clienti e dalla realtà. Deve andare da chi ne ha bisogno e non attendere. Deve saper innovare. Deve utilizzare il web per intercettare i nuovi bisogni. La forma mentis dell’Ottocento e del Novecento, per cui è il cliente a dover andare in banca per soddisfare le sue esigenze e non viceversa, va cambiata. Immediatamente.

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