TECNOLOGIA SOLIDALE

Tutto quello che l’AI può fare per il turismo, rendendolo anche più sostenibile e accessibile



Indirizzo copiato

Dalle traduzioni istantanee al check-in automatizzato, dall’ottimizzazione nell’uso delle risorse alle descrizioni audio per gli ipo-vedenti. Edoardo Colombo, presidente di Turismi.ai, racconta gli obiettivi della neonata associazione e le sfide da affrontare per innovare il turismo

Pubblicato il 28 giu 2024

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



Turismo e AI

Caro Edoardo Colombo, presentare all’inizio dell’estate una nuova associazione che si chiama Turismi.ai mi sembra un ottimo momento, dal punto di vista comunicativo…

“Hai ragione, Antonio. Il solstizio d’estate, è un momento significativo per il turismo. Segna l’inizio di una nuova stagione e simbolicamente, rappresenta il momento di massima luce. È un buon punto di partenza per introdurre le potenzialità dell’intelligenza artificiale nel turismo, proprio quando l’attenzione è al suo apice”

Siete i primi?
E spero non gli ultimi, perché c’è molto bisogno di iniziative di condivisione. Personalmente è un passo importante, avendo dedicato la mia vita professionale all’innovazione nel turismo e dopo aver scritto “Turismo Mega Trend”, libro che tratta di Smart Destination e intelligenza artificiale nel turismo. 

Di Turismi.ai tu sei il presidente. Quindi nessuno meglio di te può raccontarci questa iniziativa…
Turismi.ai nasce da un’idea che abbiamo avuto con Antonio Barreca e Mirko Lalli, due amici e due persone riconosciute come molto competenti nel settore. Abbiamo condiviso questa esigenza perché il turismo, pur essendo il settore che più si è trasformato grazie al digitale, è spesso assente dai tavoli dell’innovazione e purtroppo, rispetto ad altri Paesi, si parla anche poco di innovazione ai tavoli del turismo.

Come volete rimediare?
Vogliamo fare in modo che realtà dell’industria dell’ospitalità, dell’esperienza e dell’innovazione collaborino tra loro e partecipino al cambiamento, sviluppando sinergie e nuove idee. Allo stesso tempo vogliamo contribuire a fare in modo che vi sia maggior attenzione su questi temi.

Come sta andando? La sinergia prende piede?
L’Associazione ha già ottenuto l’adesione di quasi 100 tra imprese delle tecnologie e dei viaggi, oltre che di realtà rilevanti del mondo universitario e accademico. Siamo incoraggiati da questa risposta positiva e invitiamo altre organizzazioni interessate a contribuire a questo importante dialogo, a considerare di unirsi a Turismi.ai. Ci proponiamo per essere un punto di riferimento dove condividere buone pratiche e informazioni e per supportare le aziende nell’adottare l’AI, promuovere lo sviluppo nelle destinazioni, aumentare la competitività delle attività di ospitalità e in senso più ampio di tutta l’economia dell’esperienza.”

Esperienze concrete o…artificiali? Che impatto avrà secondo te l’intelligenza artificiale sul turismo?
L’intelligenza artificiale è già molto presente nel turismo, ci sono soluzioni che consentono di comprendere i flussi turistici e le provenienze analizzando i dati del roaming telefonico, dei post sui social media o le tracce rilasciate dai pagamenti digitali.

Questo come inciderà sul contatto umano, che è sempre stata una componente fondamentale nel turismo?
La cortesia, l’autenticità e il calore umano dell’accoglienza sono il cuore dell’ospitalità, della ristorazione e il fondamento dell’esperienza turistica. L’intelligenza artificiale è un modo per migliorare l’interazione umana, non un’alternativa.

Quindi tu pensi che avremo una qualificazione del lavoro umano e che ciò migliorerà l’esperienza complessiva dei viaggiatori.
Certamente. La traduzione istantanea basata sull’AI per esempio sarà un game-changer per il settore turistico. Immagina un turista che arriva in una destinazione dove non conosce la lingua locale. Grazie a questa tecnologia, potrà comunicare facilmente non solo con il personale dell’hotel e i ristoratori, ma anche con le guide turistiche e la popolazione locale. Questo permetterà interazioni più profonde e significative, promuovendo uno scambio culturale autentico, che nessuna macchina può replicare.

Di conseguenza il concierge di un albergo sarà sostituibile da una macchina?
Ci sono attività ripetitive che in qualche caso potranno essere svolte anche da robot umanoidi, come per esempio il check-in e il check-out o il servizio in camera h24, liberando il personale per compiti più complessi e creativi. L’innovazione e il cambiamento hanno sempre fatto scomparire professioni e ne hanno create di nuove: le lavastoviglie in cucina hanno sostituito un lavoro di scarso valore aggiunto come il lavapiatti.

Dopo gli alberghi, le destinazioni. Come potranno avvalersi dell’intelligenza artificiale?
Le destinazioni turistiche dovranno superare il marketing tradizionale. Sarà fondamentale creare set di contenuti affidabili e aggiornati per alimentare i sistemi di AI. Questo garantirà ai viaggiatori informazioni che definirei “tripla AAA”: Autorevoli, Accurate e Attualizzate, evitando le “Allucinazioni” dell’AI.”

Ho anche letto che c’è chi dice che l’AI potrà essere utile per rendere le esperienze turistiche più sostenibili…
L’AI sarà fondamentale per un turismo più sostenibile. Si parla molto di Overtourism e in questo contesto aiuterà a ottimizzare la distribuzione dei visitatori, promuovendo destinazioni meno conosciute e preservando l’ambiente e le culture locali

Inoltre, ottimizzerà l’uso delle risorse: per esempio, regolerà il consumo energetico negli hotel in base all’occupazione e gestirà il trasporto pubblico in modo efficiente durante i picchi turistici. L’AI aiuterà anche a misurare e ridurre l’impronta di carbonio del turismo, premiando comportamenti responsabili e supportando decisioni più sostenibili a lungo termine.

Quasi troppo bello…Ma come si arriverà a tutto questo? Chi dovrà farsi carico del percorso?
Il percorso verso questo futuro richiederà lo sforzo congiunto di diversi attori. Le aziende turistiche e le destinazioni dovranno essere supportate e aiutate ad investire in tecnologie e formazione, mentre le imprese tech dovranno sviluppare soluzioni specifiche per il settore. Si è parlato di un fondo di CDP sul tema dell’AI, speriamo riguardi anche il turismo.

Le istituzioni accademiche avranno il compito di formare i professionisti del futuro e sarà necessario uno sforzo importante anche per formare i formatori. Le istituzioni internazionali e nazionali dovranno creare un quadro normativo che favorisca l’adozione dell’AI, consapevoli che il turismo abbia molte implicazioni delicate che riguardano l’etica e la privacy. Il G7 del turismo a novembre a Firenze, sarà un momento fondamentale.

Quali sono le sfide principali che vedi nell’implementazione di queste tecnologie nel turismo?
Le sfide principali sono tre. Primo, la qualità e disponibilità dei dati: si dovrà investire in sistemi per gestirli efficacemente. Secondo, comportamenti etici e protezione della privacy: dobbiamo garantire un uso corretto dell’AI e la sicurezza dei dati dei viaggiatori nel rispetto delle leggi. Terzo, la formazione del personale: gli operatori turistici devono sviluppare competenze digitali avanzate per sfruttare al meglio l’AI.”

Parlando di quest’ultimo punto, la formazione, come pensi dovrà cambiare l’approccio nel turismo? Quali competenze saranno necessarie?
La formazione è cruciale. Abbiamo già collaborazioni con Università, ITS e Scuole di Alta formazione. Il futuro del turismo richiede sia competenze digitali che umane. Offriremo opportunità per sviluppare soft skills come creatività, gestione del cambiamento ed empatia, essenziali per un servizio personalizzato di qualità.

Ci piacerebbe sviluppare un modello che coinvolga anche le imprese in cerca di nuovi talenti. Il nostro obiettivo è collegare giovani e aziende attraverso stage e mentoring, aiutando così anche i formatori a sviluppare competenze per il futuro del turismo.”

Come sai, questo blog si intitola “tecnologia solidale”. C’è qualche esempio di uso dell’intelligenza artificiale che ritieni interessante nel turismo?
L’accessibilità è una priorità, non solo da un punto di vista etico ma anche in termini numerici e di mercato. L’intelligenza artificiale può svolgere un ruolo fondamentale nel rendere il turismo più accessibile e inclusivo e migliorare significativamente l’esperienza di viaggio per persone con varie disabilità. Per non vedenti o ipovedenti, può fornire descrizioni audio dettagliate dell’ambiente. Per le persone sorde, può offrire sottotitolazioni in tempo reale e traduzione del linguaggio dei segni. E per chi ha disabilità cognitive, l’AI può semplificare informazioni complesse, rendendo più facile la navigazione in nuovi ambienti.” 

Prospettive interessanti, che monitoreremo con la Fondazione Pensiero Solido. Per concludere, torniamo alla vostra nuova associazione. Cosa la differenzia da analoghi tentativi del passato? 
In passato si costituivano task-force in grado di interpretare il cambiamento e dare risposte. Oggi credo che serva costituire delle “Ask-Force”, che siano capaci di fare le giuste domande. 

Ask Force?
Con “Ask-Force” intendo un approccio nuovo e proattivo all’innovazione. Non si tratta solo di trovare soluzioni a problemi esistenti, ma di anticipare le sfide future e identificare opportunità nascoste. Nell’era dei big data, la vera abilità sta nel porre le domande giuste, non solo nel possedere informazioni, nel sapere cosa chiedere a questi dati, come interpretarli e come trasformarli in azioni concrete. L’obiettivo di Turismi.ai è proprio questo: essere un catalizzatore di domande innovative che possano guidare il settore verso un futuro più intelligente, sostenibile e inclusivo…”

…e quindi più solido…
Come dici tu: “Il cambiamento è ineludibile e perciò va accolto e compreso” Anche nel turismo.”

Articoli correlati

Articolo 1 di 4