L'ANALISI

Gli ingredienti per fare un unicorno e 3 proposte per averne 15 in Italia nei prossimi 5 anni

Per fare un unicorno serve tempo, una visione globale e founder d’esperienza. Sono i fattori emersi da una ricerca del Club degli Investitori. Che a venture capitalist, CDP e Governo chiede un intervento per creare nuovi unicorni in Italia. I prossimi due anni saranno decisivi

Pubblicato il 19 Lug 2022

Unicorni in Italia

Spesso si discute se gli unicorni sono la misura della crescita dell’ecosistema innovazione di un Paese. Queste aziende non sono solo un esempio di successo e modello per i giovani founder, ma creano valore economico. Un unicorno europeo ha in media 1.000 dipendenti al raggiungimento della valutazione di 1 miliardo  e arriva a 2.000 se raggiunge il passo successivo: la quotazione.

Il sogno dell’unicorno

Ogni Venture Capitalist sogna di investire in una startup che diventerà unicorno. Io stesso non vedo l’ora. Nel mio portafoglio ho tre “soonicorn”, società che sono vicine al fatidico traguardo. Ma quali sono gli imprenditori italiani che, insieme ai loro investitori, saranno in grado di raggiungere questi risultati? Oggi abbiamo formalmente solo un unicorno (Scalapay) e, secondo alcune ricerche, una decina di “soonicorn”.

Per poter comprendere gli ingredienti base per raggiungere questi traguardi, il Club degli Investitori ha fatto una ricerca tra 10 unicorni fondati da italiani nel mondo ed incrociato i dati con quelli di 100+ unicorni europei.

I tre ingredienti di un unicorno

Si deducono almeno tre elementi fondamentali per founder ed investitori:

1. Non avere fretta. I tempi medi per diventare unicorni sono 10 anni dalla fondazione.

2. Avere una visione strategica e finanziaria globale o quantomeno europea: 9 delle 10 società analizzate operano in mercati internazionali. Gli unicorni europei hanno raccolto mediamente 300 milioni e oltre il 40% dei fondi proviene da investitori basati oltre il proprio confine.

3. I founder devono avere esperienze pregresse: l’età media di un founder di un unicorno è circa 40 anni e tutto il nostro campione aveva avuto esperienze come executive (4 su 10) o aveva già fondato una startup (6 su 10).

Tre proposte per favorire la nascita in Italia di campioni del tech

Come possiamo quindi favorire la nascita di campioni italiani del tech nel nostro Paese?

Ecco 3 suggerimenti per il nostro sistema dell’innovazione:

1. Per i 200 e passa operatori del Venture Capital: integrarsi e cooperare nel supportare i founder nella ricerca di executive per lo scaleup e la raccolta di fondi.

2. Per CDP: creare un fondo da 1 miliardo  che possa co-investire con tagli da 50M con fondi internazionali.

3. Per il Governo (qualunque sia o sarà): innovare la legge sulle startup del 2012 per evitare il trasferimento all’estero delle nuove tech company. Infatti, oltre il 30% dei “soonicorn” italiani ha già sede legale fuori dall’Italia e alcuni pensano che prima o poi dovranno trasferirla all’estero. I punti sono: rivisitazione del diritto di recesso, golden share, certezza del diritto e flessibilità.

Se si lavorerà in questa direzione (e la crescita degli investimenti continuerà ai ritmi di adesso), l’Italia potrà esprimere una quota di circa 15 unicorni nei prossimi 5 anni (potenzialmente potremmo arrivare ad un unicorno ogni 1000 startup, come la Francia).

I prossimi 2 anni saranno cruciali per colmare il divario!

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Giancarlo Rocchietti, presidente Club degli Investitori
Giancarlo Rocchietti, presidente Club degli Investitori

È Founder e Presidente del Club degli Investitori, associazione di imprenditori, professionisti e manager, che investe direttamente in quote di partecipazione di startup o di piccole imprese innovative ad elevato potenziale di crescita.


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