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Trasformazione digitale: quali sono i rischi del nuovo mondo ibrido

Nel nuovo mondo ibrido, una commistione tra fisico e virtuale che si sta creando con le più recenti tecnologie, sarà sempre più difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è illusorio o falso. E ci saranno maggiori rischi per la privacy. Per questo serve un approccio etico

Pubblicato il 29 Dic 2023

Mondo ibrido (Foto di JESHOOTS.COM su Unsplash)

I mondi virtuali, e l’innovazione del metaverso più in generale, stanno portando o porteranno nella nostra società molti vantaggi, che abbiamo visto in una serie di articoli. Ma, come ogni grande rivoluzione tecnologica, e non, è importante valutare anche i risvolti critici che tale trasformazione provocherà per cercare di arginarli e prevenirli. La tecnologia, infatti, è neutra: bisogna però approfondire l’utilizzo che l’uomo decide di farne. È qui che interviene una valutazione del progresso e dell’innovazione di tipo etico-morale, di cui parliamo in questo articolo.

Che cosa significa vivere in un mondo ibrido

Prima di individuare i rischi e le problematiche legate al progresso tecnologico e come questo impatterà sulle nostre vite, è utile tracciare un disegno di come si evolveranno effettivamente gli spazi che abitiamo, siano essi fisici o virtuali, grazie all’avvento delle tecnologie del metaverso. Innanzitutto, si affermerà il concetto di spazio ibrido, ovvero un ambiente in cui l’elemento virtuale e quello fisico vivranno insieme.

Con il diffondersi delle tecnologie di realtà mista, e di nuovi dispositivi indossabili super-leggeri che ci permetteranno di fruirne durante tutto il corso della giornata, ognuno di noi abiterà più spazi contemporaneamente, gestendo le proprie attività su livelli di realtà diversi e dando vita ad una nuova concezione dello spazio.

Mi spiego meglio: nei prossimi decenni assisteremo alla nascita di spazi fisici aumentati da uno strato di sensori e intelligenza digitale, di spazi interamente virtuali indipendenti dall’ambiente fisico, e infine di nuovi ecosistemi ibridi, spazi fisici che trascenderanno i limiti della materia grazie alla loro componente virtuale e al loro gemello digitale. Il gemello digitale infatti, non è altro che la riproduzione virtuale di un luogo o di un oggetto reale: in futuro, è probabile che ogni spazio fisico avrà un proprio gemello digitale, interconnesso e interoperabile con quest’ultimo, attivabile o visitabile alla bisogna. Ma quali sono le conseguenze di vivere in questo nuovo mondo ibrido?

Il super realismo: vero o illusorio?

La commistione tra fisico e virtuale renderà sempre più complesso distinguere una realtà da un’altra, ovvero distinguere l’elemento digitale dallo spazio materiale. Se da una parte, infatti, rendere la realtà digitale talmente perfetta da essere quasi indistinguibile dal mondo fisico è l’obiettivo finale della digitalizzazione, dall’altra questa conquista porta con sé dei rischi etico-morali che non si possono trascurare.

La percezione della realtà, la relazione con la conoscenza, l’informazione e il concetto di verità, ma anche la costruzione di rapporti sociali, sono elementi che si modificheranno radicalmente con l’uso delle nuove tecnologie. Vivremo nell’era del super realismo digitale, un fenomeno per cui il confine tra reale e virtuale sarà tanto labile da risultare inesistente. Sviluppate con lo scopo di simulare la realtà, le nuove tecnologie amplieranno lo spettro di sensazioni che ogni utente potrà sperimentare. Ogni esperienza di tipo virtuale coinvolgerà tutti i nostri sensi, creando nuovi modi di divertirsi, di imparare, di conoscere e di relazionarsi con le altre persone.

Proprio perché in grado di generare emozioni forti i mondi virtuali possono certamente essere sfruttati per generare comportamenti positivi, ma anche per manipolare e condizionare le scelte degli utenti. La differenza, come abbiamo osservato, risiede nelle intenzioni con cui le stesse tecnologie vengono utilizzate.

Mondo ibrido: la difficoltà di distinguere ciò che è illusorio dalla realtà dei fatti

Nel nuovo mondo pervaso da uno spatial computing super realistico sarà sempre più difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è illusorio o falso. Già oggi, con l’avvento di internet e dei social media, i fenomeni delle fake news e dell’infotainment hanno esercitato un forte impatto sulle decisioni politiche e sociali orientando l’opinione pubblica in modo non indifferente. Quando saremo immersi in un mondo ibrido in cui reale e virtuale convivranno, il nostro cervello avrà ancora più difficoltà a differenziare il vero dal falso, o anche l’illusorio da fatti realmente accaduti.

Allo stesso modo, con l’aumento del realismo, altri fenomeni diventeranno sempre più temibili, come ad esempio l’isolamento sociale, o la preferenza verso le interazioni virtuali rispetto a quelle reali, o lo svilupparsi di comportamenti violenti imitativi, fino addirittura a disturbi post traumatici da stress.

La realtà virtuale sarà in grado di rispondere in modo mirato e puntuale ad ogni esigenza, e questo tipo di vantaggio potrebbe renderla più attraente e interessante della realtà materiale, ingaggiando gli utenti a trascorrere più tempo negli spazi virtuali. Infine, a causa dell’estrema personalizzazione e alla manipolabilità del contenuto immersivo, potrebbe cambiare il concetto stesso di verità: se ognuno di noi vede una realtà diversa, personalizzata dagli algoritmi e aumentata dal metaverso, quale sarà allora la realtà oggettiva?

La difficoltà di rispettare sicurezza e privacy

Oltre a garantire che la realtà aumentata non si trasformi in realtà alterata o in uno strumento di manipolazione dei comportamenti delle persone, chi governerà le tecnologie dovrà assicurare il rispetto della privacy dei cittadini. Nel mondo digitale di domani la sicurezza dei dati è fondamentale per evitare, tra le altre cose, l’affermarsi di dittature digitali. I grandi flussi di informazioni che già oggi caratterizzano la nostra società, oltra al modo in cui comunichiamo, devono essere regolamentati e protetti per evitare che vengano utilizzati per manipolare e controllare le abitudini e i comportamenti dei cittadini.

In un mondo pervaso dallo spatial computing e dai gemelli digitali, non saranno più soltanto i siti web a essere vulnerabili, ma anche le nostre case, scuole, macchine e aziende. Tutta la realtà virtuale sarà costruita su pacchetti di dati, e quindi sarà potenzialmente a rischio di manipolazione e alterazione. La sicurezza e la privacy sono un diritto dei cittadini e un dovere dei governi, se si vuole vivere in un mondo tecnologicamente avanzato e proiettato verso il futuro. Per fare in modo che questo accada, però, è necessario che tutti siano informati ed educati alle nuove tecnologie. Non è da sottovalutare, infatti, l’importanza di acquisire una nuova responsabilità sulla protezione dei propri dati, per far sì che il diritto alla privacy sia, in primis, una richiesta consapevole di ogni utente.

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Lorenzo Cappannari
Lorenzo Cappannari

CEO e Co-Founder di AnotheReality, azienda specializzata dal 2016 nello sviluppo di soluzioni legate alle tecnologie del metaverso. È inoltre professore, divulgatore e autore di “Futuri Possibili, come il metaverso e le nuove tecnologie cambieranno la nostra vita”, edito in Italia per Giunti Editore. Hanno contribuito alla stesura di questo testo anche Antony Vitillo (in arte “Skarredghost”), Vincenzo Rana (CEO di Knobs), e Marco Giacalone (CEO di Giacalabs).

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