Gli ultimi cinque anni sono stati segnati da una serie di eventi ad alto impatto e spesso di assoluta imprevedibilità che hanno posto le imprese di fronte al dissolversi di ogni certezza e al timore che nulla sarà più come prima. A questo si unisce una serie di condizioni strutturali di debolezza ben evidenziate nel Rapporto Draghi sulla competitività europea: il rallentamento nella crescita economica e nella produttività a livello europeo, la debolezza nello sviluppo di tecnologie, il ritardo nella transizione ecologica, la costante dipendenza da materie prime ed energia, la necessità di sicurezza.
Dalle ricerche degli Osservatori Digital Startup Thinking e Digital Transformation Academy emerge come le imprese italiane non stiano affatto riducendo gli investimenti in digitalizzazione e come questi siano anzi sospinti dai fenomeni macroeconomici e socio politici di questo quinquennio, come opportunità di resilienza di fronte a eventi imprevisti e sfide momentanee. Inoltre, la nascita di nuove forme di Intelligenza Artificiale generativa ha dato un ulteriore impulso all’adozione di tecnologie avanzate, bussando alle nostre porte.
A questo tema è stata dedicata la tavola rotonda “Quali investimenti in tecnologie guideranno il 2025?”, in occasione del Convegno del 5 dicembre u.s. “Digital & Open Innovation 2025: per imprese e startup è ora di misura l’impatto!”, che ha visto la partecipazione Marialessandra Carro, Partner, ADL Consulting; Paolo Magni, Innovation & ESG Manager, Gruppo Enercom; Francesca Zampa, Digital Innovation Manager, ACI; e l’intervento speciale di Massimo Carnelos, Head of Technological Innovation and Startup, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La tavola è stata aperta da Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Digital Transformation Academy e Full Professor del Politecnico di Milano, che ha sintetizzato i risultati delle Ricerche degli Osservatori, e co-moderata da Filippo Frangi, Ricercatore Senior dell’Osservatorio Startup Thinking.
Trasformazione digitale: nel 2025 il 38% delle imprese aumenterà la spesa ICT
Come commentato da Mariano Corso, una buona parte delle imprese intende incrementare il budget in Information and Communication Technology per il 2025: sono infatti il 38% quelle che dichiarano che aumenteranno la spesa ICT, contro solo il 6% che prevede una riduzione. Per il 2025 la crescita stimata è pari a circa l’1,5% rispetto al 2024, confermando un trend di crescita registrato nel corso degli ultimi 9 anni. Si tratta di un dato significativo poiché rilevato nell’autunno 2024 in fase di consuntivi e budgeting per il nuovo anno.
2025: le PMI pronte ad accelerare la loro trasformazione digitale
Si tratta di una crescita certamente positiva ma cauta, che non ci lascia del tutto tranquilli sulla strada intrapresa dal Paese per lo sviluppo del digitale e che rischia di compromettere gli sforzi fatti fino ad oggi. Anche in considerazione del quadro inflattivo, parliamo di un incremento che potremmo dire fisiologico e non di espansione. La buona notizia è che a questo 1,5% contribuiscono in particolare le PMI con un incremento vicino al 4%. È il segnale della reale consapevolezza di dover recuperare un gap accumulato nel corso degli ultimi anni ma anche il frutto di azioni di questi anni per fare crescere le competenze, come le azioni di istituzioni e associazioni di categoria degli ultimi anni (a cominciare dal Voucher per l’Innovation Manager del 2019), e una diffusione di cultura.
“I nostri prossimi investimenti sono incentrati su intelligenza artificiale (generativa e non); cybersecurity; ampliamento degli strumenti CRM per una Omnichannel Customer Experience; Data Lake e Big Data (per i processi di Business Intelligence e Business Process Automation). Investiremo anche in soluzioni di digital twin e augmented reality, legate soprattutto a NexTown, il nostro progetto di Open Innovation che si ispira sia all’Osservatorio Startup Thinking che all’Osservatorio Smart City. NexTown vuole portare servizi smart a quelle piccole realtà che non sono “city”, tramite un portfolio di servizi offerti da numerose startup” ha raccontato Paolo Magni, Innovation & ESG Manager, Gruppo Enercom.
Investimenti in innovazione digitale 2025: ambiti e priorità
Tra le priorità di investimento in Innovazione Digitale per il 2025, le grandi imprese hanno confermato le aree perseguite negli ultimi anni. Al primo posto si confermano ormai da qualche anno gli investimenti in sistemi di Cybersecurity, tra le principali aree di investimento per il 57% dei rispondenti. Seguono le soluzioni di Business Intelligence (44%) e di Big Data Management (41%). A queste aree si affianca la costante crescita dell’interesse a investire in Applicazioni di Artificial Intelligence, Cognitive Computing e Machine Learning (43%), con una particolare accelerazione di interesse per le Soluzioni di Generative AI (39%).
“Le principali sfide su cui ACI si sta cimentando ora e nei prossimi anni sono rivolte agli Assistenti virtuali e podcast interattivi basati sull’Intelligenza Artificiale; le esperienze immersive tra realtà aumentata e virtuale sono applicate in particolare per la valorizzazione delle auto storiche oltre che in ambito sportivo e della sicurezza stradale” ha detto Francesca Zampa, Digital Innovation Manager, ACI.
Le PMI italiane mostrano invece specifiche peculiarità. Si conferma anche per queste imprese la Cybersecurity come prima area di investimento, prioritaria per il 31% delle PMI. Seguono gli investimenti per la migrazione e la gestione Cloud e le applicazioni e tecnologie di Industria 4.0, estremamente rilevanti per un tessuto economico composto in buona parte da aziende manufatturiere. Al sesto posto le PMI segnano gli investimenti in Sistemi di connettività e 5G che sono invece solo al sedicesimo posto per le Grandi e Grandissime imprese; si tratta di un’opportunità per l’Internet industriale in linea con gli investimenti Industria 4.0.
Trasformazione digitale: servono competenze e professionalità
Tra i principali ostacoli alla trasformazione digitale si misurano ancora la difficoltà delle risorse aziendali nell’adottare strumenti digitali, un non adeguato livello di competenze digitali in azienda e la difficoltà ad attrarre e acquisire professionalità digitali dall’esterno. Secondo i dati del 2030 Digital Decade dell’UE, la dimensione delle Competenze in Italia rimane critica, In questo ultimo indicatore, così come per la quota di specialisti ICT sul totale degli occupati e la quota di popolazione con una laurea in ambito ICT -, la distanza con l’Europa è ancora sensibile.
“Bisogna insistere con l’educazione STEM e anche insegnare a fare impresa fin dai primi anni di scuola; l’azienda di successo si caratterizza su due pilastri: le tecnologie e la capacità di fare impresa. Spingere la formazione digitale e imprenditoriale è un imperativo per un Paese che vuole crescere ed affermarsi come guida per lo sviluppo, smettendo di essere provinciali verso l’esterno” ha affermato Massimo Carnelos, Head of Technological Innovation and Startup, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
“I public affairs giocano un ruolo rilevante, si riferiscono a tutta quella fitta rete di interazioni tra istituzioni, media, cittadini, imprese e gruppi di interesse che, agendo nello spazio pubblico, contribuiscono a dare forma a regole, decisioni, leggi, politiche pubbliche. Le nuove tecnologie possono fare la differenza anche in questo campo: da un lato, supportando le istituzioni nell’ampliare le loro pratiche di partecipazione attraverso strumenti di democrazia digitale; dall’altro, consentendo ai professionisti del lobbying di innovare le attività tradizionali attraverso un approccio strategico che valorizzi dati, misurabilità e trasparenza” ha aggiunto Marialessandra Carro, Partner, ADL Consulting.
In conclusione, tre sono i punti di attenzione che emergono dalla ricerca rispetto alla trasformazione digitale in Italia:
- La crescita della spesa in digitale prosegue ma non siamo ancora al punto di svolta per il digitale in Italia, nonostante gli eventi sfidanti spingano l’innovazione digitale e le nuove tecnologie siano alle porte;
- La trasformazione digitale è un’opportunità per le persone;
- Le imprese devono agire su indirizzo strategico e competenze.
Il Convegno del 5 dicembre ha ospitato oltre 500 partecipanti e ha visto susseguirsi le testimonianze di numerosi aziende, startup, investitori ed autorevoli esponenti del panorama economico nazionale. Nelle prossime settimane dedicheremo focus alle altre tavole rotonde ospitate all’evento.
Stay tuned!