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Trasformazione digitale in Italia: cosa ci aspetta nel 2024



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Nel 2024 cresceranno i budget per la trasformazione digitale in Italia, non solo in ICT, ma non abbastanza per una svolta. E il PNRR non sembra ancora tradursi in un vero vantaggio economico per le imprese

Pubblicato il 19 gen 2024

Alessandra Luksch

Direttore dell’Osservatorio Startup Intelligence



Trasformazione digitale 2024

Trasformazione digitale in Italia: cosa ci aspetta nel 2024? La ripresa dell’economia avviata nel 2022 non si è consolidata nel 2023, complice il perpetuarsi di condizioni di crisi e difficoltà, con effetti inevitabili sulle imprese italiane che competono in un contesto sempre più globale. Tuttavia, in questo quadro, le ricerche degli Osservatori Startup Thinking e Digital Transformation Academy hanno evidenziato come grandi imprese e PMI del nostro Paese proseguano con gli investimenti in digitale e in nuove tecnologie, forse proprio per meglio fronteggiare la condizione di permacrisi.

A questo tema è stata dedicata la tavola rotonda “La trasformazione digitale in Italia: a che punto siamo e quali sfide ci attendono”, in occasione del Convegno del 30 novembre u.s. “Digital & Open Innovation 2024: nuove sfide per imprese e startup”, che ha visto la partecipazione di Sofia Khadiri, Responsabile Innovation, Lab LDV20, Sparkasse/Cassa di Risparmio di Bolzano; Davide Orabona, Corporate Chief Information & Digital Officer, Gewiss; Genarda Pipero, Digital Officer, Siram Veolia; Loredana Suanno, Head of Improvement Programs, Avio. La tavola è stata aperta da Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Digital Transformation Academy e Full Professor del Politecnico di Milano, che ha sintetizzato i risultati delle Ricerche degli Osservatori, e co-moderata da Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Thinking.

Trasformazione Digitale in Italia: nel 2024 crescono gli investimenti ICT …

Come ha commentato Mariano Corso, la larga maggioranza delle imprese continua ad aumentare il budget in ICT: sono infatti il 46% quelle che dichiarano che aumenteranno la spesa ICT, contro solo il 5% che prevede una riduzione. Per il 2024 si prevede infatti una crescita nei budget in Information and Communication Technology pari all’1,9%, confermando un trend di crescita che abbiamo misurato nel corso degli ultimi 8 anni. La nostra analisi assume un particolare interesse perché rileva le intenzioni di spesa ICT delle imprese proprio nella fase in cui si preparano i budget per il nuovo anno.

“Quattro anni fa abbiamo introdotto il digitale tra le leve strategiche di Gewiss per innovare la nostra azienda. Abbiamo costruito una roadmap di sviluppo, non prima però di aver lavorato sugli elementi organizzativi. Abbiamo capito fin da subito che dovevamo guidare questa forte innovazione digitale con la sponsorship del Leadership Team e poi coinvolgere le persone che sono il fattore critico di successo. La trasformazione digitale ci aiuta anche nel ridisegnare i modelli di business, ad esempio, nel programma di servitizzazione della nostra offerta.”
Davide Orabona, Corporate Chief Information & Digital Officer, Gewiss.

“In Siram Veolia abbiamo avviato il percorso di trasformazione digitale nel lontano 2016, con un obiettivo molto chiaro: il digitale come leva strategica della transizione ecologica dei nostri clienti. Con questo mantra abbiamo avviato la prima fase di trasformazione digitale dedicata al rinnovamento tecnologico delle infrastrutture e dell’architettura applicativa, per poi disegnare la nostra Global Digital Roadmap, la strategia di trasformazione digitale integrata con la strategia di business che si basa su quattro pilastri: people, operations, customers e offers. Oggi entriamo in una nuova fase della trasformazione digitale, quella di Twin transition.”
Genarda Pipero, Digital Officer, Siram Veolia

…ma ancora non siamo alla svolta digitale

Si tratta di un dato positivo, superiore alle previsioni di crescita del PIL nazionale, vicine allo 0,5%. Ciò nonostante, in termini reali questo dato non è certo esaltante, per lo meno non rappresenta il segno di uno switch off digitale se inserito in un contesto economico caratterizzato da un’elevata inflazione che ha impattato, e impatterà, in modo significativo la capacità di spesa ICT delle imprese. Come in altri Paesi, Francia e Germania ad esempio, lo sviluppo economico non può non risentire del contesto di grande turbolenza che stiamo vivendo. Si investe ma con un approccio che, pare, più attendista e in osservazione delle evoluzioni del complesso contesto macroeconomico. Tutti i comparti dimensionali contribuiscono in modo positivo alla crescita dei Budget ICT, con un contributo particolare che quest’anno deriva dalle piccole e medie imprese, probabilmente per una più convinta consapevolezza di dover recuperare un gap accumulato nel corso degli ultimi anni.

“Sparkasse vuole offrire servizi innovativi ad alto valore aggiunto ai propri clienti. Sulla base di questa filosofia nasce l’Innovation Lab LDV20, business unit della Banca che si occupa di condurre analisi strategiche e ricerca di innovazione per accompagnare la crescita delle startup e lo sviluppo delle aziende del territorio. In questo modo possiamo dare il nostro supporto per affrontare gli investimenti finanziari verso l’acquisizione di tecnologie, per sviluppare iniziative di ricerca e sviluppo. Un primo segmento che ha beneficiato di questo accompagnamento è il comparto edile altoatesino, le cui imprese cominciano a comprendere l’importanza del ruolo del digitale e dello sviluppo di una strategia di sostenibilità.”
Sofia Khadiri, Responsabile Innovation Lab LDV20, Sparkasse.

Trasformazione Digitale in Italia: 63% delle imprese hanno budget di innovazione digitale per il 2024

Inoltre, nel 63% delle imprese è previsto anche un budget di innovazione digitale allocato al di fuori delle Direzioni ICT. Un trend che si consolida, vedendo questo budget esterno alla Direzione ICT più che raddoppiato negli ultimi 5 anni.

“Con un cambio organizzativo la guida della trasformazione digitale, che innanzitutto è una trasformazione culturale e di business, è stata data alla Direzione di Continuous Improvement che gestisce trasversalmente i progetti e collabora in maniera molto stretta con la direzione IT. Il risultato è duplice: da un lato un presidio tecnico di competenze molto forte e dall’altro il forte commitment dell’azienda, per la quale la trasformazione digitale deve far parte della strategia di sviluppo, con l’allineamento di tutta l’organizzazione verso l’obiettivo.”
Loredana Suanno, Head of Improvement Programs, Avio.

L’effetto del PNRR ancora non si fa sentire

Con la ricerca abbiamo raccolto anche la percezione da parte delle imprese di quanto il PNRR si stia effettivamente traducendo, come era nelle premesse e promesse, in una rivoluzione digitale per imprese e Pubbliche Amministrazioni. In realtà l’effetto diffuso del PNRR sull’economia italiana ancora non sembra così evidente. L’11% delle imprese ha percepito uno stimolo economico da parte delle azioni messe in campo con il PNRR, il 13% ha osservato un’accelerazione del percorso in atto e il 12% un aumento della consapevolezza. Tuttavia, a fronte di questa percezione positiva, ben il 64% delle imprese non ha rilevato ancora nessun impatto, sottolineando come ci sia ancora spazio per sfruttare al meglio questa insostituibile leva.

Trasformazione digitale in Italia 2024: il punto della situazione

In conclusione, tre sono i punti di attenzione che emergono dalla ricerca rispetto alla trasformazione digitale in Italia:

  1. La crescita della spesa in digitale prosegue, ma rallenta risentendo dell’incertezza del contesto. Il digitale è considerato leva strategica ma non siamo ancora al punto di svolta per il digitale in Italia.
  2. Sempre più frequentemente i budget per l’innovazione digitale vengono allocati e gestiti anche al di fuori della Direzione ICT. Serviranno alleanze e nuove governance tra business e tecnologie nelle imprese.
  3. Il PNRR non sembra ancora tradursi in un vantaggio economico percepito dalle imprese italiane, soprattutto di grande dimensione. Serve spingere più concretamente su questi investimenti e coinvolgere le imprese in modo fattivo.

Il Convegno del 30 novembre ha ospitato oltre 500 partecipanti e ha visto susseguirsi le testimonianze di oltre 30 aziende, startup, investitori ed autorevoli esponenti del panorama economico nazionale. Nelle prossime settimane dedicheremo focus alle altre tavole rotonde ospitate all’evento. Stay tuned!

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