Che cosa ci si aspetta sul metaverso in questo 2024 appena cominciato dopo un 2022 di hype guidato dallo storico announcement di Meta e un 2023 di razionalizzazione segnato in parte anche dallo stallo del mondo crypto/NFT? Ho provato a ragionarci insieme a Tony Vitillo, noto blogger internazionale specializzato su XR, metaverso e dintorni. Tra nuovi player, nuovi device e nuove regolamentazioni… sembra proprio che il prossimo anno ne vedremo delle belle!
Metaverso 2024: l’ingresso dei nuovi giganti, a partire da Apple
Partiamo con gli annunci più scontati: il 2024 verrà ricordato come l’anno dell’ingresso di Apple nel mondo delle tecnologie immersive. Il tanto atteso Vision Pro sarà infatti in vendita negli store del gigante di Cupertino (in un primo tempo soltanto quelli americani) a partire dall’inizio del prossimo febbraio. Grande endorsement nei confronti dell’ecosistema, ma piccole vendite: con un prodotto caro (circa 3500 USD), una produzione limitata a 500k esemplari, venduti oltretutto esclusivamente su canali e geografie selezionate, si tratta in fin dei conti di un ingresso in punta di piedi.
Sarà anche l’anno di un grande ritorno, quello di Samsung. Dopo aver in un certo senso dato avvio al mercato VR per i consumer (come dimenticare il caro vecchio GearVR?), questa volta il gigante coreano non si presenta da solo, ma con due partner d’eccezione: Qualcomm e Google. Il nuovo visore Samsung non sarà più un device che utilizza lo smartphone, ma uno stand-alone in full Mixed Reality che promette faville grazie ai nuovi processori Qualcomm. Ma la novità forse più interessante sta nel software. È, infatti, probabile che in questi nuovi visori troveremo il caro vecchio Google Play Store: potremo quindi utilizzare dal visore tutte le App che abbiamo già acquistato per il nostro smartphone.
Insomma, Apple e Google porteranno con loro non soltanto investimenti miliardari ed enormi competenze, ma anche i loro due ecosistemi di contenuto, l’Apple Store e il Google Play Store. Non è infatti un segreto che il Vision Pro sarà compatibile con tutte le app dello store mobile della mela, ma non sarà il solo: se infatti le indiscrezioni su Samsung sono vere – e il recente rifiuto da parte di Google di inserire il Play Store all’interno dei dispositivi Meta Quest ci fa intendere che potrebbero esserlo – allora il 2024 sarà anche l’anno dell’ingresso nel mercato XR della grande G (si, di nuovo). Si prospetta quindi uno scenario interessante, dove il duopolio dell’ecosistema mobile potrebbe rischiare di riproporsi anche nel mondo delle tecnologie indossabili. Basteranno quindi gli investimenti miliardari e il first mover advantage di Zuckerberg a difendere Meta da questo attacco frontale?
XR 2024, Meta cerca (di nuovo) di conquistare il mercato consumer
Parliamo ora proprio di Meta. Con il suo Quest, resta e resterà anche nel 2024 il leader indiscusso della categoria XR. Le vendite natalizie lo confermano ancora come il device di riferimento, in grado di surclassare qualsiasi altro dispositivo in commercio (come la PSVR2, per esempio). Come potrà però difendersi dall’ingresso di Apple e Google? In un modo soltanto: rompendo per prima, e una volta per tutte, il mercato. Se infatti i visori Apple e Samsung avranno un price point molto elevato, l’unica vera opportunità che ha Meta di difendersi è quella di entrare per davvero nelle case della gente.
Ad oggi infatti, nonostante gli sforzi titanici, pare ci siano soltanto una ventina di milioni di Meta Quest venduti in tutto il mondo. Tanti, ma non tantissimi, se pensiamo che il metro di paragone per questi colossi non sono le vendite milionarie, ma quelle miliardarie degli smartphone. E’ quindi probabile che l’ingresso di un fantomatico “Meta Quest 3 Lite”, un device dalle stesse caratteristiche tecniche del già ottimo Meta Quest 3 ma senza mixed reality e posizionato a 199 USD, potrebbe davvero dare uno scossone al mercato, convincendo decine di milioni di nuovi consumatori a testare il nuovo paradigma del Metaverso. Che sia la volta buona?
Realtà Aumentata e Realtà Mista nel 2024: l’anno delle sperimentazioni
Come abbiamo visto, tutti i player stanno avventurandosi su visori con funzionalità di Mixed Reality: Meta, Apple, ora Samsung. Tuttavia i casi d’uso di vero valore per questa nuova tecnologia ancora non si vedono, o sono comunque rari. I produttori di hardware sperano, infatti, che gli sviluppatori software possano aiutarli a scovare la gallina dalle uova d’oro che giustifichi l’adozione della nuova tecnologia, e il 2024 sarà probabilmente un anno di sperimentazione in questo senso.
Che sia ancora una tecnologia in cerca d’autore lo vediamo anche dai dati di vendita. Riprendendo le vendite di Natale, infatti, il Meta Quest 2 (solo VR) ha surclassato le vendite del 3, dimostrando come la Mixed Reality non sia ancora un vero valore aggiunto per il consumatore medio. In tutto ciò, un probabile ingresso del Meta Quest 3 Lite (che ricordiamo essere un Quest 3 ma senza mixed reality) complicherà ancora di più lo scenario.
Alla fine il grosso dubbio è che, finché il device deve essere ancora indossato in un ambiente protetto – e con la mixed reality di oggi resta così, visto il form factor ancora ingombrante dei nuovi visori – allora la realtà virtuale resta ancora la scelta principe in termini di coinvolgimento e immersività. Il valore della realtà mista, una forma evoluta di realtà aumentata, in questo scenario di utilizzo è ancora tutto da dimostrare. E la vera realtà aumentata, con un occhiale leggero e indossabile tutto il giorno? Beh, per quella dovremo ancora aspettare diversi anni… anche se, vogliamo ricordarlo, il CTO di Meta Andrew Bosworth ha preannunciato che mostrerà nel 2024 un prototipo di occhiali AR che apparentemente “might be the most advanced thing that we’ve ever produced as a species”.
2024, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale Contestuale
L’uscita di Humane AI, un pin indossabile che punta a sostituire i telefoni cellulari pur non avendo uno schermo, e la presentazione dei nuovi Ray-Ban Meta con l’AI integrata, fanno pensare che il 2024 sarà l’anno dell’intelligenza… contestuale. Si tratta di nuovi dispositivi indossabili, non veramente di realtà aumentata (con poco o nessun layer visivo), ma in grado di unire le capacità di ChatGPT contestualizzandole con immagini e gesti provenienti dal mondo reale.
Immaginatevi di essere di fronte alla torre di Pisa, puntare il dito verso la torre e chiedere: “Hey Meta, ma perché quel campanile è storto?”, e ascoltare l’assistente AI risponderci con tutti i dettagli. Pazzesco vero? Eppure sembra funzionare veramente. I feedback estremamente positivi da parte di tutti gli early adopter, fanno infatti pensare che questo nuovo trend di dispositivi possa democratizzare ancora di più l’intelligenza artificiale, e al tempo stesso segnare un nuovo fondamentale passo verso l’adozione massiva del Metaverso.
Tuttavia, così come al lancio dei vecchi Google Glasses, le tematiche di privacy diventeranno nuovamente protagoniste. Ci fidiamo davvero a mandare le immagini di tutto ciò che vediamo e facciamo direttamente a Meta, e in tempo reale? Vista la pessima reputazione di Menlo Park nei confronti della privacy, la risposta sarà molto probabilmente no.
La continua crescita delle economie virtuali
Anche nel 2024 le piattaforme di mondi sociali virtuali guidate dallo user generated content continueranno a crescere, affiancando sempre di più i social media tradizionali soprattutto per le generazioni più giovani, la zeta (i nati dopo il 1995) e la alpha (i nati dopo il 2015). Social tradizionali che, sempre di più, si stanno trasformando da piattaforme di socializzazione a piattaforme di broadcasting (si pensi ad esempio a TikTok), lasciando quindi spazio a nuove tecnologie e nuove piattaforme.
La risposta? I mondi sociali virtuali. Questi universi in 3D molto simili a un videogioco, ricreano – come abbiamo visto in questa rubrica – le stesse dinamiche del mondo reale, e con loro anche nuove economie. Motivo per cui oggi, secondo i dati pubblicati da Roblox, il 54% della GenZ tiene di più al look del proprio avatar che al look di… sé stesso nella vita reale.
E come i social tradizionali hanno creato vere e proprie content factories, e con loro fenomeni mediatici come la Chiara Ferragni di turno, l’incremento nell’utilizzo dei mondi sociali virtuali porterà alla creazione di nuove categorie di content creators. Bazucki, il CEO di Roblox, prevede che nei prossimi 5 anni vedremo il primo studio di videogiochi basati su Roblox che raggiungerà una equity valuation di 1 billion.
L’evoluzione del metaverso industriale
NVIDIA è ad oggi una delle aziende tecnologiche più potenti al mondo e questo si deve al suo visionario CEO, che anni fa, sfidando lo scetticismo di tutti, decise di puntare tutto sull’Intelligenza Artificiale. Oggi quasi tutti i più importanti servizi di intelligenza artificiale si basano su GPU della NVIDIA. Quando è stato chiesto a Jensen Huang, il CEO di NVIDIA, quale sia secondo lui la nuova tecnologia su cui scommettere per il futuro, lui ha risposto senza indugi “Omniverse”.
Omniverse è il prodotto di NVIDIA che offre tecnologie di metaverso orientate alle imprese e diversi brand come Siemens e BMW già lo utilizzano per simulazioni e progettazioni supportate dall’intelligenza artificiale. BMW, per esempio, ha progettato un intero suo capannone industriale all’interno di Omniverse, arrivando a costruirlo fisicamente solo quando la sua progettazione virtuale si è rivelata soddisfacente per i lavoratori e per le simulazioni automatiche di funzionamento. Il tutto ha permesso un risparmio consistente, in quanto la fabbrica è stata costruita solo quando si era sicuri che la sua struttura fosse la migliore possibile.
Ma non c’è solo Omniverse, la realtà virtuale e aumentata sono ormai usate nei processi produttivi di diversi settori industriali, come l’automotive, per finalità di prototipazione, training, e sviluppo collaborativo e questo trend continuerà ad imporsi anche nel 2024.
Mentre il metaverso per i consumer si deve ancora affermare, il cosiddetto industrial metaverse è già qui ed ora, perché offre un enorme valore aggiunto in termini di efficienza e di risparmio sui costi per le aziende. L’unione dell’intelligenza artificiale e delle realtà immersive, facilitata da un’azienda che opera in entrambi i campi come NVIDIA, porterà sempre più vantaggi alle società che si butteranno in questo campo.
A riprova di questo, al CES di Las Vegas, anche Sony, solitamente nota solo per le sue console VR per far giocare i consumer, si è proposta in una nuova veste B2B, con un visore che ha delle caratteristiche tecniche degne per sfidare il Vision Pro, ma è completamente orientato al mercato enterprise. E tra i suoi partner chi c’è? Siemens, già partner fondamentale di NVIDIA nella creazione del metaverso industriale. Come vedete tutto torna…
Arrivano gli Stati, con le loro strategie e le loro regolamentazioni del Metaverso
E in questo scenario gli Stati stanno a guardare, come spesso succede? Parrebbe proprio di no. La Finlandia ha infatti da poco presentato la sua Metaverse Strategy, che dovrebbe portarla a diventare una delle eccellenze mondiali del metaverso entro il 2035. Anche l’Olanda e la Corea del Sud stanno investendo molto. È quindi probabile che il 2024 sarà l’anno di ingresso nel metaverso di sempre più governi: inizieranno a metterci seriamente il naso con investimenti, regolamentazioni e in generale piani a lungo termine. L’Italia starà a guardare o giocherà una partita attiva?
E parlando di regolamentazioni, infine, i primi segnali positivi sono già ampiamente visibili. Qui ancora una volta l’Unione Europea dimostra di saper guidare. Con il Digital Markets Act da poco ratificato infatti, che ricordiamo imporre la progressiva apertura dei monopoli degli store digitali (proprio quelli del duopolio Apple Google di cui abbiamo parlato a inizio articolo!), inizieremo finalmente ad avvicinarci alla tanto agognata interoperabilità dei vari mondi sociali virtuali, e quindi forse al vero Metaverso immaginato dai teorici della tecnologia. Insomma, questo 2024 potrebbe nascondere più sorprese di quelle che immaginiamo.