LA GUIDA

Tech company: cosa sono, quali sono le più grandi al mondo e cosa succede in Italia

Una tech company crea, produce, sviluppa e usa le nuove tecnologie. Qui un approfondimento con esempi in Italia e nel mondo

Pubblicato il 22 Nov 2021

Tech company

Non è facile definire esattamente cos’è una tech company. Uber è un’azienda tecnologica o di mobilità, tutt’al più di Smart mobility? Airbnb è una Tech company o una piattaforma di ospitalità? Yoox, il primo e ancora isolato caso di unicorno italiano, poi fuso con Net-A-Porter, vende moda e accessori online o è un colosso tecnologico? E gli esempi potrebbero continuare a oltranza.

Non è certo un aspetto da poco: durante la ‘bolla’ delle Dotcom del periodo 1997-2001, quando le Borse mondiali premiavano generosamente quasi qualunque cosa che avesse parvenza di innovativo e Hi-tech, le aziende che aggiungevano il suffisso dotcom alla fine del loro nome sperimentarono un aumento temporaneo del prezzo delle loro azioni. A volte non era particolarmente a loro agio con Internet, eppure c’era un reale vantaggio, e un guadagno finanziario, allineando la loro immagine con la tecnologia.

Anche oggi, che i miraggi della cosiddetta Net economy sono evaporati da un pezzo, abbinare un’azienda a una realtà tecnologica e innovativa rende spesso un valore aggiunto. Ma, naturalmente, è essenziale individuare le “vere” tech company. E per farlo occorre capire cosa sono davvero.

Cos’è una Tech company

A ben vedere, non c’è una risposta univoca, ma in materia ci sono almeno due scuole di pensiero.

Secondo il punto di vista, e di interpretazione, più classico e tradizionale, una Tech company è una realtà – di dimensioni più o meno grandi, non è rilevante – che crea, produce e sviluppa nuova tecnologia, sia hardware sia software, sia a livello di computer, server, macchinari, robot, prodotti fisici, sia per quanto riguarda applicazioni, intelligenza artificiale, piattaforme digitali, e via dicendo.

In questo caso, il prodotto “core” può quindi essere un hardware, come l’iPhone di Apple o il computer di Ibm e Hp, o anche essere un software, come la piattaforma di streaming musicale Spotify, il software di database aziendale Oracle, il sistema di pagamenti Stripe e Satispay.

L’altra accezione di Tech company è invece più flessibile e allargata: non considera solo chi crea e produce tecnologie, ma anche come e quanto queste tecnologie vengano usate e applicate in concreto.

In questa accezione una tech company comprende tutti coloro che fanno le loro attività e il proprio business in maniera innovativa e tecnologica, usando a man bassa le tecnologie disponibili sul mercato, facendone il fulcro di tutta la macchina aziendale.

Secondo questa visione del mondo (digitale), le già citate Uber e Airbnb sono delle Tech company, così come il gruppo Yoox Net-A-Porter e affini.

Quali sono le più grandi società tech al mondo

In base alla doppia classificazione appena citata, possiamo dire che la celebre rivista americana Fortune considera Tech company innanzitutto quelle che creano nuove tecnologie.

E secondo Fortune, a partire dal 2020, le dieci maggiori società tecnologiche mondiali per fatturato sono: Apple, Samsung, Foxconn, Alphabet (gruppo a cui fanno capo Google e altre controllate), Microsoft, Huawei, Dell Technologies, Hitachi, Ibm e Sony. Quindi, computer e smartphone, Tlc e piattaforme online, software e risorse digitali. Le tecnologie allo stato puro. Ecco che Amazon ha un fatturato maggiore di Apple, ma è classificata da Fortune nel settore della vendita al dettaglio. Altri giganti sono ad esempio Intel, Panasonic, Hp, Epic games.

Tech company Usa come Apple, Microsoft e Intel

Tra questi Big tecnologici, i più redditizi e profittevoli nel 2020 sono stati Apple, Microsoft, Alphabet, Intel, Facebook, Samsung e Tencent.

Secondo invece una concezione delle Tech company più allargata (aziende basate sull’innovazione), i colossi Apple, Alphabet, Facebook, Microsoft, e qui anche Amazon, sono indicati come le ‘Big five’ multinazionali tecnologiche americane.

Da notare che queste cinque società Hi-tech statunitensi dominano da sole le principali funzioni del mondo digitale, i grandi canali di eCommerce e le informazioni dell’intero ecosistema Internet.

Il mercato tecnologico e i suoi distretti

Gestire, controllare, dominare il mercato tecnologico, significa oggi – e ancora di più domani – dominare il mondo. La ‘guerra’ tra le due superpotenze globali, Stati Uniti e Cina, si combatte oggi sul campo delle tecnologie, di reti e piattaforme, innovazione, brevetti e standard digitali. Da una parte le Big five americane, dall’altra Tencent, Alibaba, WeBank, ByteDance e la sua TikTok. Non a caso Washington e Pechino si dividono e si contendono anche il mercato dei microchip, che dallo scorso anno non riesce più a far fronte all’enorme domanda mondiale, con l’Europa che resta molto staccata e deve inseguire in affanno.

Sviluppo tecnologico spesso significa anche concentrazione e contaminazione di aziende, competenze, risorse, startup. Ecco quindi che nel corso degli anni si sono sviluppati numerosi distretti tecnologici in varie aree del mondo, tra cui la mitica Silicon Valley nell’area della baia di San Francisco, Silicon Wadi in Israele, Silicon Docks a Dublino, Silicon Hills ad Austin, Tech City a Londra. E poi anche Digital Media City a Seoul, Zhongguancun a Pechino e Cyberjaya in Malesia.

Le Tech company emergenti in Italia

E l’Italia? Il Belpaese è famoso e apprezzato nel mondo per i suoi distretti, da quelli dalla moda al tessile all’agroalimentare, dalla meccanica al settore aerospaziale. Ma in tema di ‘silicio’ e ‘cyber’ c’è ancora molto da fare, partendo dai laboratori aziendali e dei centri di ricerca.

Banca Sella punta ad esempio a sviluppare il suo FinTech District, polo tecnologico e innovativo a cui aderiscono, tra gli altri, Digital Magics, Moneyfarm, Satispay, BlockchainLab, Sardex, SupernovaeLabs, Freetrade.

Tra le Tech company italiane negli ultimi due anni a più alto tasso di crescita figurano, ad esempio, Prima Assicurazioni, Everli (Supermercato24), Pikkart, Keytech, Techno Center. Ma anche Intellienergy Technologies, Digital Angels, Angiodroid, Across.

Un’altra realtà italiana innovativa, Datrix, ha di recente acquisito la statunitense Adapex, Tech company che aiuta gli editori e, più in generale, i produttori di contenuti a massimizzare i ricavi da attività di data monetization, In questo caso, il Made in Italy si fa strada nel mondo non con le ricette della gastronomia o della moda, ma con quelle dell’intelligenza artificiale.

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Stefano Casini
Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. In oltre 20 anni di attività, ho lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Mi piacciono i progetti innovativi, il teatro e la cucina come una volta.

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