Il concetto di sostenibilità, all’origine dei framework ESG (Environmental, Social, Governance), si applica in svariati ambiti, incluso quello informatico. Tutto ciò è più che comprensibile, se si considera che i soli data center sono responsabili del 2% delle emissioni mondiali di gas serra ed è previsto che consumino il 12% di tutta l’energia entro il 2040.
Il settore informatico si presenta come ecosistema complesso di svariati player, che a seconda del ruolo producono e distribuiscono hardware, sviluppano e implementano software, gestiscono reti, dispositivi e data center su scala globale. Ognuno dei partecipanti a questo mercato complesso ha una parte di responsabilità dell’impatto ambientale dell’intero comparto. Il concetto di sustainable computing, o eco-friendly computing, nasce proprio per osservare il fenomeno dall’alto e, soprattutto, per integrare il concetto di sostenibilità nelle pratiche di tutti gli attori.
Cos’è il sustainable computing e i tre macro-obiettivi
Pur non esistendo una definizione da manuale, l’espressione sustainable computing si riferisce alla pratica di progettare, produrre, utilizzare e smaltire sistemi e tecnologie informatiche in modo responsabile, ovvero con il minor impatto ambientale possibile (l’obiettivo è il net zero). È quindi un concetto sistemico, che mira a sviluppare pratiche virtuose coinvolgendo tutti i player della catena del valore. In particolare, possiamo identificare tre macro-obiettivi:
- La riduzione dell’impatto ambientale del comparto informatico;
- La promozione dell’uso sostenibile delle risorse;
- La creazione di un’economia circolare per tutte le risorse informatiche.
Da notare che sustainable computing riguarda anche le divisioni IT aziendali, che hanno posto in essere iniziative ad hoc per ridurre l’impatto delle proprie operations. L’adozione del cloud, e più in generale la virtualizzazione, rientra in questi percorsi virtuosi poiché si basa sul concetto di condivisione delle risorse, che è alla base della lotta agli sprechi.
Perché c’è bisogno di computing sostenibile
L’esigenza di pratiche sostenibili nell’ecosistema IT è legata all’impatto significativo che esso ha sull’ambiente.
I principali responsabili sono i consumi dei data center, l’uso di materiali non sostenibili in ambito produttivo e l’obsolescenza rapida di componenti e dispositivi. Dei data center si è detto, ma non si può sottovalutare il tema delle pratiche produttive, del consumo delle fonti idriche e dello smaltimento dei dispositivi elettronici, che possono causare l’inquinamento del suolo e delle acque, oltre a diventare un rischio per la salute. Il tutto, mentre l’obsolescenza rapida dei prodotti crea enormi quantità di rifiuti elettronici (e-waste) che non sempre vengono smaltiti in modo corretto.
Due (buoni) motivi per adottare pratiche sostenibili
Il paradigma del sustainable computing è particolarmente significativo in Europa in virtù del ruolo cardine del digitale per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. La stessa UE ritiene che la digitalizzazione sia un passo essenziale per un futuro green, ma a patto che i tool di questo universo sposino a loro volta un paradigma sostenibile. Oggi, per i player dell’ecosistema IT adottare pratiche sostenibili significa non soltanto ridurre l’impatto ambientale, ma anche:
- Ridurre i costi. L’ottimizzazione delle risorse, l’efficienza energetica e il riciclo dei materiali consentono di abbattere gli sprechi e ridurre perciò i costi operativi.
- Ottenere un vantaggio competitivo, perché sempre più consumatori sono sensibili alle questioni ambientali e cercano prodotti e servizi che siano in linea con i loro valori. Nell’ambito B2B, le policy di sostenibilità possono indirizzare la scelta dei fornitori.
Gli approcci al sustainable computing
L’approccio al computing sostenibile dipende dalla posizione dell’azienda all’interno della filiera IT. Come si è visto, chi “consuma” servizi IT ha un peso determinante, ma sono soprattutto quelli che producono dispositivi, prodotti, software, reti e impianti a dover introdurre il concetto di sostenibilità nelle proprie attività. Esistono quindi diversi angoli visivi al tema del sustainable computing, tra cui:
- Data Center Design
Il concetto di data center energy efficient deve coinvolgere tutti gli elementi che lo compongono: la struttura fisica, i dispositivi IT, i sistemi HVAC (Heating, Ventilation e Air Conditioning), i sistemi elettrici, la gestione del flussi d’aria e del calore, che può essere riutilizzato per riscaldare, ad esempio, gli uffici confinanti. Quello del green data center è un trend molto attuale.
- Produzione sostenibile
La produzione di componenti informatici è responsabile di consumi energetici (e di acqua) molto significativi. L’adozione di pratiche sostenibili e la stessa digitalizzazione delle fabbriche sono le strade da percorrere.
- Software quality
I consumi energetici di un sistema IT sono determinati anche da qualità del codice, la cui ottimizzazione può avere un impatto determinante sulle risorse necessarie alla sua esecuzione. Ne derivano vantaggi in chiave ambientale, ma anche di costo.
- Ottimizzazione delle supply chain
La piena digitalizzazione delle supply chain e l’ottimizzazione di flussi logistici globali che coinvolgono diversi vendor IT può avere un impatto chiave sulla riduzione delle emissioni di CO2.
- Riutilizzo dei prodotti e riciclo dei materiali
Adottare un modello economico basato sul riutilizzo dei prodotti e sul recupero dei materiali rappresenta un passo avanti deciso in chiave si sustainable computing. Ciò implica l’adozione di design sostenibili, l’estensione del ciclo di vita dei prodotti, la capacità di recupero dei materiali preziosi (e inquinanti) e la gestione responsabile dei rifiuti elettronici.
Pratiche aziendali di sustainable computing
In che modo, infine, un’azienda che non rientra nella filiera IT, ma che inevitabilmente usufruisce dei suoi prodotti e servizi, può approcciare il tema del computing sostenibile?
Le strade sono diverse, a partire dall’ottimizzazione dell’uso dell’energia attraverso l’adozione di tecnologie a basso consumo energetico, l’impiego di fonti rinnovabili e l’implementazione di politiche green. Come anticipato, la virtualizzazione e il cloud computing riducono la necessità di hardware fisico, e di conseguenza rientrano in questo percorso.
Molto importante è la definizione di policy di gestione responsabile dei dispositivi informatici, ovvero incentrate sul principio dell’estensione del ciclo di vita, così da ridurre i rifiuti elettronici. Occorre senza dubbio, a tal fine, collaborare con fornitori affidabili e certificati per la gestione dei rifiuti elettronici e sensibilizzare i dipendenti sull’importanza del corretto smaltimento.
Infine, un altro aspetto da non trascurare è la scelta di fornitori che adottino pratiche sostenibili, nonché la partecipazione a iniziative di sostenibilità e la condivisione delle best practice con altre organizzazioni.