FORMAZIONE

Studiare l’Open Innovation: il Master dell’Università di Padova

È in partenza a novembre 2023 la terza edizione del Master, che quest’anno, all’innovazione in ambito industriale, aggiunge un indirizzo focalizzato su PA e Smart Cities. Obiettivo: fornire una “cassetta degli attrezzi” fatta di strumenti teorici e pratici. Ecco come funziona e come iscriversi

Pubblicato il 06 Lug 2023

master open innovation

L’innovazione non si fa da soli. Parte da questo principio il modello dell’open innovation, metodologia sempre più diffusa in aziende e organizzazioni che vogliano stare al passo con un mercato in continua trasformazione, innovando prodotti e processi in collaborazione con realtà esterne come centri di ricerca e startup. Una competenza che, come tutte le competenze, ha bisogno di professionisti: per formarli, l’Università degli Studi di Padova ha attivato il MOIM – Master di primo livello in Open Innovation Management.

È in partenza a novembre 2023 la terza edizione del Master: c’è tempo fino al 6 ottobre per le pre-iscrizioni.

Perché studiare open innovation?

“L’Open Innovation è una metodologia che consente di coinvolgere sia attori interni che esterni a un’organizzazione, per ampliare le opportunità di generare innovazione nei processi, prodotti e modelli di business” spiega il professore Fabrizio Dughiero, direttore del Master in Open Innovation Management.

Qui un approfondimento sull’open innovation

“Abbiamo definito il nostro Master il “Master del fare”” continua il professor Dughiero, “perché mira a fornire una cassetta degli attrezzi fatta di strumenti teorici e pratici destinata a studenti, neolaureati, liberi professionisti, manager del settore privato e della pubblica amministrazione, specialisti nella ricerca e sviluppo che desiderano realizzare concretamente dei progetti di innovazione”.

Open Innovation Management, il Master dell’Università di Padova

Il Master livello in Open Innovation Management è promosso dal Dipartimento di Ingegneria Industriale a cui, da questa edizione, si affiancherà il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno”.

La terza edizione del Master introduce infatti una novità: gli indirizzi raddoppiano e, oltre a quello già collaudato di “Innovazione in ambito Industriale”, ne nasce uno nuovo in “Innovazione in ambito Pubblica Amministrazione e Smart Cities”. Il programma didattico prevede una prima parte di lezioni trasversali, comuni ai due indirizzi, e una seconda con lezioni specialistiche dedicate.

“L’attuazione di forme di innovazione sociale e la creazione di città intelligenti sono temi sempre più centrali viste le sfide che le organizzazioni pubbliche devono affrontare, a partire dalla transizione digitale e da quella ecologica” commenta la professoressa Silvia Rita Sedita, vicedirettrice del Master MOIM. “Per questo abbiamo dato vita a un nuovo indirizzo che esalta la multidisciplinarietà che da sempre caratterizza il nostro Master, con l’obiettivo di portare sempre più valore al territorio.”

Le preiscrizioni si chiuderanno il 6 ottobre alle 12.30. Dopo una selezione dei partecipanti, le lezioni inizieranno il 24 novembre 2023 e proseguiranno fino a settembre del 2024, con appuntamenti concentrati in 18 finesettimana, in modo da favorire la partecipazione anche ai lavoratori.

Come funziona il Master in open innovation

La formula didattica innovativa del MOIM prevede l’alternanza di lezioni seminariali, testimonianze di professionisti e imprenditori e attività pratico-sperimentali fino a realizzare, in un project work di gruppo, una vera innovazione che può tradursi in una startup, in un re-startup d’impresa, in una nuova business unit o in un nuovo prodotto o processo sia in ambito privato che pubblico. Il programma attinge ad elementi di innovazione tecnologica, innovazione strategica, ma anche ricerche nei settori culturali delle arti.

Ad esempio, nel programma è inserita una lezione dedicata all’improvvisazione jazz, come metafora della capacità creativa richiesta a un manager, tenuta da un gruppo di musicisti e docenti universitari. Technology Transfer, Knowledge Transfer e Design Thinking sono le tre metodologie chiave che vengono prima apprese e poi applicate dai partecipanti per lo sviluppo del project work.

Il programma: temi e focus

Per quanto riguarda i contenuti, La parte di lezioni trasversali prevede due moduli introduttivi sul concetto di “Open Innovation” seguite da lezioni sulla cultura dell’innovazione, modelli di business e business plan, strumenti e metodologie tra cui il Design Thinking, Digital Transformation, realtà virtuale, aumentata e tecnologie immersive, comunicazione dell’innovazione, intelligenza artificiale, normative sulla privacy dei dati e Big Data.

I principali temi dell’indirizzo “Innovazione in ambito Industriale” comprendono: modelli di business nell’Open Innovation, economia circolare, proprietà intellettuale, progettazione europea avanzata, marketing digitale, valorizzazione dei dati nei modelli di business, cybersicurezza e Jazz & Management.

Il programma dell’indirizzo “Innovazione in ambito Pubblica Amministrazione e Smart Cities” prevede invece lezioni su molteplici temi tra cui gli ecosistemi e le relazioni nello sviluppo dei territori con particolare riferimento al modello delle Smart Cities, modelli di sviluppo sostenibili per le città a rifiuti zero, strategie ICT e Agenda Digitale, innovazione urbana e inclusione sociale, transizione energetica per i sistemi urbani, partenariati pubblico-privati, Big Data in ambito PA.

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Redazione EconomyUp
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