È rientrata sulla terra il 2 agosto 2020 la navicella Crew Dragon di Space X, l’azienda aerospaziale di Elon Musk, eseguendo perfettamente l’ammaraggio nel Golfo del Messico. La missione, guidata dagli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley, era partita il 30 maggio 2019 per la Stazione Spaziale Internazionale.
SpaceX Crew Dragon è stato il primo veicolo spaziale costruito da un’azienda privata ad essersi agganciato alla Stazione Spaziale. Oltre che un progetto fondamentale per le ambizioni degli USA di emancipare la propria corsa allo spazio dalla dipendenza dai russi, dopo essersi appoggiata per anni sulla Soyuz, la riuscita della missione è un altro successo per Musk.
Presto, tuttavia, il fondatore di Tesla dovrà contendersi il campo della space economy con Jeff Bezos, che ha appena ricevuto l’approvazione da FCC per il lancio del progetto Kuiper, una rete di satelliti per servizi a banda larga che andrà a competere con la rete Starlink di Musk.
Space Economy, un settore in rapida crescita
Un settore dall’enorme potenziale, che potrebbe portare ad una rivoluzione analoga a quella di internet e del digitale del nuovo millennio: è la cosiddetta space economy, la combinazione delle tecnologie dello spazio con le più avanzate tecnologie digitali abilitanti.
Il valore economico generato dall’uso combinato di tecnologie dello spazio e digitali è stato stimato per circa 360 miliardi di dollari nel 2018, e siamo ancora soltanto agli inizi. Gli attori dominanti del settore si stanno ancora delineando, ma già è in corso la lotta tra giganti per contendersi il primato: SpaceX, nata nel 2002 dal fondatore di Tesla, ed ora il progetto Kuiper di Amazon.
SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk
Space Exploration Technologies Corporation, conosciuta come SpaceX, è un’azienda aerospaziale statunitense con sede in California, costituita nel 2002 da Elon Musk.
Nell’ottobre 2018 SpaceX è stata autorizzata dalla Federal Communications Commission (FCC) al collocamento in orbita di un numero di 12.000 (e poi altri 30.000) satelliti nell’ambito del progetto Starlink, per la connessione satellitare globale ad alta velocità, e da allora ha spezzato un record dietro l’altro.
A giugno 2020, i satelliti lanciati in orbita sono arrivati a 600. Pur essendo ancora lontana dai numeri previsti, Starlink è ad oggi la più grande costellazione mai lanciata. E’ già possibile effettuare una pre-registrazione al servizio per avere aggiornamenti sui primi test della rete, ed è in fase di test una beta privata.
Kuiper, il progetto di Amazon che compete con Starlink
Il Progetto Kuiper di Amazon è una costellazione di 3.236 satelliti orbitanti in orbita terrestre bassa, anch’esso con l’obiettivo di fornire internet a bassa latenza e ad alta velocità attraverso una copertura globale.
Ad inizio agosto 2020 il progetto ha ottenuto l’approvazione della FCC per il lancio dei suoi satelliti.
Il lancio prevederà 5 fasi, e la rete dovrebbe essere disponibile da quando i primi 578 satelliti saranno in orbita. Secondo le disposizioni di FCC, metà dei satelliti dovranno essere in orbita entro il 2026, e l’intera flotta entro il 2029, pegno la perdita dell’autorizzazione.
Il colosso di Bezos ha dichiarato che investirà in Kuiper 10 miliardi di dollari, che saranno impiegati, oltre che per la costruzione e il lancio dei satelliti, per la realizzazione dell’infrastruttura necessaria a rendere la connessione usufruibile ai clienti.
Come riportato da Cnbc, la rete Internet di Kuiper potrebbe rappresentare per Amazon una “opportunità da 100 miliardi di dollari” .
Musk o Bezos: quale sarà il futuro della space economy?
Con l’approvazione di Kuiper da parte di FCC, comincia la vera lotta tra titani per la connessione internet via satellite.
SpaceX è per ora ancora in testa nella conquista della space economy, ma ancora è presto per decretare vincitori. Pur in ritardo rispetto al progetto rivale Starlink in termini di implementazione, Amazon non si tira indietro nello scommettere sul futuro del settore, e sta facendo grandi passi avanti.
Elon Musk e Jeff Bezos non sono inoltre gli unici a competere: anche OneWeb punta a costruire una costellazione di 650 satelliti e ne ha già lanciato 74, e resta sullo sfondo la minaccia di Facebook, che dopo il fallimento del progetto Aquila per l’utilizzo di droni, è passato nel 2018 al progetto satellitare Athena.