Fare open innovation non significa solo aprirsi ai contributi e agli stimoli che arrivano dall’esterno, con le startup in prima fila, ma anche e soprattutto lavorare sulla cultura dell’azienda, fare emergere competenze e vocazioni inespresse, valorizzare l’imprenditorialità interna. Per questa ragione Claudio Farina, Executive Vice President Digital Transformation & Technology di Snam, dice: “Il vero successo della prima edizione di Snaminnova è stato sul fronte interno. Per una grande azienda avere una buona adesione di startup a una call non è particolarmente difficile, ma la partecipazione di qualche centinaio di colleghi, il loro coinvolgimento non erano per nulla scontati”.
Ha funzionato, quindi si fa il bis. Snaminnova parte con una seconda edizione che prevede sia una nuova centrale delle idee dedicata alle persone Snam che una call per startup aperta fino al 22 giugno (qui i dettagli per la partecipazione), che porta alcune novità. Intanto il tema sia per l’innovazione interna che esterna è unico, la sostenibilità.
“Il tema ESG per Snam è cruciale, tanto è vero che l’acronimo è entrato nello statuto della società” ricorda Farina. “E ci siamo dati un target molto ambizioso: il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni nette di CO2 equivalente entro il 2040, con importanti ricadute sul territorio e sui nostri partner”.
Territorio, persone Snam e partner sono le aree tematiche dell’edizione 2022 di Snaminnova, progetto che si poggia su tre pilastri: la Centrale delle Idee (innovazione interna), la call per le startup e le PMI innovative (innovazione esterna), gli Innovation Ambassador (cultura dell’innovazione). “Sono percorsi sincronizzati, che si sviluppano contestualmente”, spiega Cecilia Visibelli, Head of Digital Transformation & Technology Open Innovation Hub , “e sono percorsi che a un certo punto si incrociano e si sviluppano con l’obiettivo di creare soluzioni di valore per Snam”.
Dentro e fuori l’azienda vengono chieste idee per la sostenibilità del business che si raggiunge in diversi modi e su diversi fronti. Pensare ai territori significa mettere in campo l’innovazione e le tecnologie per valorizzarli e per tutelarli, ad esempio con l’uso dell’idrogeno e attraverso progetti sostenibili e ad alto impatto sociale con molteplici obiettivi, come ad esempio incentivare il dialogo con le comunità locali o favorire la didattica in contesti fragili. Per le persone Snam la ricerca è sulle soluzioni innovative per la nuova dimensione del lavoro post pandemia, il lavoro ibrido come anche soluzioni e tecnologie innovative per migliorare il benessere del dipendente sempre in ottica sostenibile o ancora migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro. La decarbonizzazione della supply chain è, invece, insieme alla ricerca di smart tool a supporto degli stessi processi della supply chain l’obiettivo di innovazione sui fornitori.
“Proprio nell’area fornitori ci aspettiamo di trovare buone idee innovative”, dice Farina che tiene a precisare: “In molti casi chiediamo la sostenibilità in modo prescrittivo, ad esempio nelle gare con garanzia CO2 free, così come accade per la sicurezza sul lavoro.
Ma Snaminnova ci permette di farlo anche in maniera partecipativa. Il nostro parco fornitori è molto ampio, ci sono multinazionali ma ci sono anche tante piccole imprese locali nei confronti delle quali è importante che Snam sia di riferimento e supporto. Mi piacerebbe quindi trovare qualche soluzione innovativa che ci aiuti ad accompagnare la nostra supply chain, soprattutto le PMI, verso la sostenibilità”.
Che le pratiche di innovazione provochino positive reazioni a catena anche in una grande organizzazione (Snam ha oltre 3.500 dipendenti) è confermato dal fatto che gli ambassador si sono fatti davvero motore propulsore dell’innovazione in azienda, proponendosi di collaborare su tante attività, anche non inizialmente previste dai percorsi disegnati, ad esempio hanno collaborato alla nuova veste grafica del sito di Snaminnova, personalizzando la piattaforma realizzata in collaborazione con la startup SkipsoLabs. “È stato come un progetto nel progetto”, spiega Cecilia Visibelli.
“L’anno scorso volevamo che gli ambassador diventassero davvero promotori di innovazione all’interno dell’azienda ma non sapevamo esattamente l’impatto che avremmo potuto ispirare. Abbiamo cominciato a capirlo quando abbiamo visto molti loro colleghi chiedere di partecipare o di poter dare sostegno alle startup interne. In questa seconda edizione abbiamo continuato a mantenere un approccio spontaneo e non gerarchico per ampliare la nostra community. Abbiamo lanciato una call sulla nostra Intranet, tema: come ti immagini Snam nel metaverso? Sono venute fuori molte idee originali che ci hanno aiutato nella selezione e adesso abbiamo 74 ambassador”.
Gli ambassador come lo scorso anno entreranno nelle startup interne che usciranno dalla Centrale delle Idee (il percorso prevede proposte individuali o di gruppi di massimo tre persone con un selection day in autunno) ma in questa edizione di Snaminnova avranno un ruolo attivo anche nell’innovazione esterna, partecipando alla selezione delle startup. “Porteranno la competenza Snam per spingere l’azienda a utilizzare al meglio l’innovazione proposta”, dice Visibelli.
“Abbiamo scoperto che a muovere gli Ambassador è davvero la passione per l’innovazione” e la voglia di avere un reale impatto creando davvero valore condiviso conclude Farina. “Importante è stata anche la collaborazione da parte di tutte le aree dell’azienda che hanno lasciato loro il giusto tempo per dedicarsi a questo progetto. È stata una bella prova di flessibilità e resilienza delle persone e dei loro responsabili, tenendo conto che il 2021 è stato ancora un anno di lavoro prevalentemente da remoto. L’innovazione può generare energie davvero inaspettate e chissà cosa ci aspetta con Snaminnova 2022, lasciamoci stupire”.