Sisal, attiva dal 1946, è stata la prima azienda italiana a operare nel settore del gioco come concessionario dello Stato. Oggi Sisal Group, guidato dall’Amministratore Delegato Emilio Petrone, è leader nei mercati dei giochi e dei servizi di pagamento, con circa 45mila punti vendita capillarmente distribuiti sul territorio nazionale.
Nel 2016 l’azienda ha servito oltre 13 milioni di consumatori e ha registrato ricavi per 780 milioni di euro.
L’evoluzione tecnologica, la trasformazione digitale e l’aumento della competitività nei settori di riferimento dell’azienda hanno portato Sisal a focalizzare sempre sull’experience dei propri giochi e servizi di pagamento. «Negli anni abbiamo interpretato l’evoluzione dei bisogni dei nostri consumatori lavorando a stretto contatto con loro», spiega Antonio Iannitti, Strategy Manager di Sisal, che aggiunge: «Oggi è necessario un lavoro costante con i designer in particolare per il business dei servizi di pagamento, che rappresenta più della metà del giro di affari di Sisal. Per questo abbiamo rafforzato il team di User Experience Designer in cui abbiamo assunto 10 talenti che hanno background maturati anche in settori diversi da quelli in cui opera Sisal».
È stata così introdotta in azienda la metodologia del Design Thinking secondo una roadmap ben definita. Il team di UX Design, in coerenza con gli input dei team di prodotto, parte dalla fase di visioning per poi sviluppare proof of concept da validare con gli utenti finali. Dopo aver valutato diverse proposte innovative relative alle funzionalità di prodotto e aver superato questo primo screening, si passa alla fase di piloting con il cliente. «Ogni progetto digitale prevede un pilot con la sperimentazione del MVP (Minimum Viable Product) con clienti e merchant, che permette di indirizzare i correttivi più importanti, oltre che validare i benefici. In questo modo garantiamo l’allineamento con le aspettative», commenta Carlo Garuccio, Head of Strategy dell’azienda.
In questo approccio risulta di estrema importanza l’accettazione del fallimento e la consapevolezza della sua funzione nel processo di apprendimento dagli errori. «Fail to succeed è un mantra che manca di solito nelle grandi aziende e che è necessario apprendere dalle startup, insieme alla loro voglia e capacità di sperimentare e di cambiare rapidamente il proprio modello di business in caso di fallimento», conclude Iannitti.