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Sinergy Flow, così una startup ha sviluppato una batteria che vuole durare 50 ore

Sinergy Flow, startup innovativa deep tech nata in seno al PoliHub, ha sviluppato una batteria a celle di flusso adatta a stoccaggi ingenti di energia, come nel caso dei parchi eolici e solari. Ecco come funziona la tecnologia

Pubblicato il 10 Mag 2023

Il team di Sinergy Flow

Utilizzare materiali poco costosi e abbondanti, come ad esempio lo zolfo o i residui di scarto degli impianti petrolchimici, per vincere una delle grandi sfide della transizione sostenibile: integrare le fonti di energia rinnovabili alla rete elettrica. È proprio questa la mission di Sinergy Flow, startup innovativa deep tech nata in seno al PoliHub, l’Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, e fondata da tre giovani: Alessandra Accogli, Gabriele Panzeri, Mattia Salerno.

I tre giovani hanno sviluppato una batteria (da cui ha preso il nome la startup) a celle di flusso adatta a quelle applicazioni in cui è necessario uno stoccaggio nell’ordine delle decine o centinaia di megawattora, come nel caso dei parchi eolici e solari.

La tecnologia dietro Sinergy Flow

La batteria Sinergy Flow è composta da due parti: la batteria vera e propria, chiamata “stack”, e l’energy tank, costituito da due serbatoi esterni che pompano una soluzione elettrochimicamente attiva nell’hardware.

Rispetto alle batterie agli ioni di litio, ma anche alle altre batterie a celle di flusso presenti sul mercato, Sinergy Flow si presenta come un game-changer. Le batterie agli ioni di litio, infatti, hanno una capacità di circa 2-4 ore, che sale a circa 10 ore nel caso delle batterie a celle di flusso. Ed è proprio questo limite che ostacola l’utilizzo nel campo delle energie rinnovabili, poiché per avere una rete in grado di funzionare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, è necessaria una capacità di almeno 20 ore.

Ed è qui che entra in gioco Sinergy Flow, una tecnologia altamente scalabile: cambiando le dimensioni dello stack, infatti, è possibile regolare la potenza della batteria, mentre agendo sulle dimensioni dell’energy tank si va a modificare la quantità di energia che può essere accumulata.

La batteria offre già una capacità di circa 20 ore e l’azienda sta già lavorando per incrementare questo valore fino a un massimo di 50 ore.

I vantaggi della batteria circolare di Sinergy Flow

Ma questo non è l’unico vantaggio di Sinergy Flow, che è una batteria circolare “by design” perché uno degli obiettivi del progetto (fin dalle sue prime fasi di ricerca) era proprio quello di creare una batteria in grado di favorire l’integrazione delle energie rinnovabili alla rete elettrica che fosse anch’essa sostenibile.

Per questo la scelta è ricaduta sullo zinco, che si trova comunemente come sottoprodotto di varie lavorazioni industriali (come raffinazione di petrolio e gas) e ha quindi un costo inferiore rispetto, ad esempio, alle batterie che si basano sul vanadio che è solitamente importato dalla Cina.

La scelta dello zinco rende quindi questa batteria sostenibile, sia perché può essere prodotta “in casa” – da ricordare che uno degli obiettivi della strategia industriale europea è quello di ridurre la dipendenza da altri Paesi in materia di tecnologie green – e a costi ridotti. Sinergy Flow ha infatti un costo compreso tra i 30 e i 150 $/kWh, mentre le batterie al vanadio hanno un costo di circa 500-600 $/kWh.

Una batteria innovativa che ora punta alla commercializzazione di massa

Proprio per l’alto potenziale innovativo della tecnologia sviluppata, Sinergy Flow ha già ricevuto diversi riconoscimenti.

Nel dicembre 2021 l’azienda ha vinto il Premio Nazionale dell’Innovazione organizzato da PNIcube (Associazione italiana degli Incubatori Universitari e delle Business Plan Competition). Il progetto è stato scelto tra gli oltre 60 partecipanti.

Nell’ottobre 2022 Sinergy Flow ha ricevuto anche la Menzione speciale “Eni Joule for Entrepreneurship” nell’ambito del Premio Eni Award, che premia i migliori progetti di ricerca e innovazione nel campo energetico.

Il mese successivo l’azienda ha annunciato di aver chiuso un roud di finanziamenti da 1,8 milioni di euro guidato dal gestore di venture capital italo-francese 360 Capital che ha investito tramite i fondi Poli360, in partnership con il Politecnico di Milano e con A+360, fondo dedicato all’energy transition in collaborazione con A2A.

Fondi che serviranno alla startup – che fino all’11 aprile 2022 non aveva nemmeno una sede legale – a costruire il suo team e a incrementare le attività di ricerca e sviluppo, alla fine di commercializzare su larga scala la sua batteria.

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Michelle Crisantemi
Michelle Crisantemi

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