Uber costretta ancora a levare gli scudi. Questa volta non si tratta di legislazioni locali con le quali spesso la startup di noleggio di auto con conducente deve fare i conti, ma di una vera e propria coalizione di competitor pronti a unire le forze e a dichiarare battaglia. Si tratta di Grab-Taxi, OlaCabs e Flywheel, le prime due originarie del Sud Est asiatico e l’altra di San Francisco. È un po’ la storia di Davide e Golia, di startup molto più piccole per dimensioni e mercati di riferimento che decidono di mettersi in gruppo e far concorrenza al gigante Uber, giocando su presenza territoriale ed efficienza. Per ora sono soltanto voci e dichiarazioni, riportate da BuzzFeed News e Business Insider, ma dietro tutta l’operazione dovrebbe esserci la Softbank Capital, il gruppo di venture capital statunitense che ha recentemente investito in due dei principali concorrenti di Uber: 250 milioni di dollari in Grab-Taxi e 210 milioni di dollari qualche mese prima in OlaCabs. Entrambe hanno molti mercati in comune con Uber, ma non effettuano noleggio di veicoli privati come la società di Travis Kalanick. Flywheel, invece, lavora con compagnie di taxi già esistenti.
– Uber, un successo nato dai flop
Softbank non rilascia nessuna dichiarazione ufficiale, ma secondo Brian Cu, co-fondatore di GrabTaxi, la compagnia di noleggio di automobili delle Filippine, sarebbero in atto colloqui per formare un’alleanza globale che gestirebbe tutte le competenze sullo sharing e anche la prenotazione trasversale tra le diverse app. “Se siete nelle Filippine – dice Cu a BuzzFeed News – potete prenotare un GrabTaxi utilizzando l’applicazione OlaCabs, forse Softbank sta cercando di realizzare tutto ciò”.
La crescita esponenziale di Uber, che ha chiuso l’anno passato con un nuovo round di investimenti pari a 1,2 miliardi di dollari, che gli è valso una quotazione di 41 miliardi di dollari, secondo i concorrenti sarebbe da attribuire alla competizione senza regole. “Uber lavora anche con i gestori di parchi macchine – dice Cu di GrabTaxi – e con i veicoli privati. C’è uno scenario molto confuso ma tecnicamente è illegale. Come si può essere illegali ma essere tollerati dal Governo? Inoltre ci sono delle tariffe minime governative, ma Uber offre anche prezzi inferiori. La nostra crescita è ostacolata anche dalle norme che dobbiamo seguire”.
Una condivisione d’intenti c’è anche tra Oneal Bhambani e Rakesh Mathur, rispettivamente cfo e ceo di Flywheel, e Bhavish Aggarwal, ceo di OlaCabs.”Non c’è ancora una road map di prodotto – spiega Bhambani – ma per fare un esempio, tutte le persone che vanno su Android possono navigare su tutti altri dispositivi simili”. Flywheel sta vivendo un momento di espansione, da San Francisco ad altri mercati strategici statunitensi, e c’è una grande vocazione internazionale. “Le app di successo che noleggiano vetture hanno tutte una tecnologia che consente di aggregare l’inventario per offrire ai passeggeri la corsa più vicina nel minor tempo, a un prezzo sicuro e prevedibile – dice Bhambani -. Attraverso l’integrazione della tecnologia, si potrebbe fare in modo che l’inventario delle vetture venga condiviso tra più applicazioni”.
Da Uber un “pacifico” silenzio.