Il 15 settembre 2008 Lehman Brothers dichiara bancarotta. È il cambio di un’era: l’inizio della crisi dei mercati, dagli Stati Uniti all’Europa, che ben presto diventerà anche crisi dell’economia reali.
In via Sarfatti 25, rivista dell’ateneo mianese, Michael Spence, premio Nobel per l’economia nel 2001 e professore di economia alla Bocconi di Milano, analizza ragioni e sentimenti di sette anni di crisi, con uno sguardo particolare alla situazione italiana.
Secondo il docente, “sono essenziali serie riforme finalizzate a ridurre le passività e ad aumentare la flessibilità strutturale. Se realizzate, potrebbero convincere la Germania e l’Unione europea ad allentare i vincoli di spesa di breve periodo, soprattutto se la flessibilità aggiuntiva fosse utilizzata per finanziare investimenti orientati alla crescita in formazione, tecnologia e infrastrutture, invece che a finanziare passività pubbliche crescenti”.
“Questo mi sembra essere il nocciolo dell’attuale impasse di veti incrociati dell’Unione europea – scrive ancora Spence sulla rivista dell’ateneo -. Con vigorose riforme e stimoli fiscali di breve periodo indirizzati agli investimenti è un’impasse che può essere superata”.
Ecco l’analisi in versione integrale