Infodemia, un’emergenza dentro l’emergenza pandemia. “Buongiorno, qui è dove se volete mi segnalate, possibilmente – con garbo e senza ira – le fakenews, le imprecisioni e le esagerazioni che girano sul #coronavirus (da qualche giorno ho un appuntamento quotidiano #verofalso su @repubblica).”.
Questo tweet di
Riccardo Luna segnala il nuovo servizio aperto da Repubblica il 20 marzo.
Questa iniziativa è l’ultima in ordine cronologico di una serie di azioni messe in campo da varie realtà per contrastare l’infodemia, cioè l’epidemia di notizie e consigli fake che circolano da settimane.
Queste sono le iniziative anti infodemia che mi hanno contattato dopo il mio appello del
10 marzo al premier e ai ministri Boccia e Speranza, con l’invito ad aprire una pagina istituzionale dove raccogliere le segnalazioni e rispondere alle fake news su COVID19 circolanti nelle catene Whatsapp.
Il giorno dopo, avevo dettagliato, in questo spazio di EconomyUp, come realizzare
la mia idea.Non ho avuto risposta. Che una azione sia necessaria è evidente; che realizzarla non sia semplice, anche. Che l’emergenza sanitaria sia la principale emergenza, pure. Tuttavia, in questi mesi in cui ci attendono di dure misure sanitarie e sociali di prevenzione del contagio una azione istituzionale di contrasto alla infodemia può essere molto utile.
Il 18 marzo, Eugenio Cau su
Il Foglio spiegava che “Facebook, Google, Linkedin, Microsof, Reddit, Twitter e Youtube hanno annunciato che lavoreranno assieme per eliminare la disinformazione e le truffe a proposito del coronavirus”,
con l’obiettivo di ”combattere le truffe e la disinformazione a proposito del virus, valorizzare il contenuto autorevole sulle nostre piattaforme e condividere aggiornamenti importanti in coordinamento con le agenzie sanitarie dei governi di tutto il mondo”.
Privati e istituzioni insieme contro l’infodemia. Questa è la strada. Giro l’appello alla ministra Paola Pisano e al sottosegretario all’editoria Andrea Martella.