TECNOLOGIA SOLIDALE

Safer Internet Day: come rendere più sicura la vita digitale dei nostri ragazzi

In Gran Bretagna vige un codice che impone regole più severe sulla privacy dei minorenni. Un modello esportabile, dice Giacomo Mannheimer, Head of Public Policy per l’Europa del Sud di TikTok. Che racconta che cosa fa il social network per ridurre i comportamenti pericolosi online. “È un work in progress”

Pubblicato il 07 Feb 2022

Photo by Fausto García-Menéndez on Unsplash

Martedì 8 febbraio è il Safer Internet Day. La sicurezza della nostra vita digitale è una responsabilità di tutti e di ciascuno e lo è a maggior ragione per i grandi protagonisti della rete come i social network. Ne abbiamo parlato con Giacomo Mannheimer, da alcuni mesi l’Head of Government Relations & Public Policy per l’Europa del Sud di TikTok, che l’anno scorso è stato al centro di feroci polemiche circa il rapporto con i minori…
“In questo ultimo anno abbiamo lavorato molto per assicurarci che TikTok rimanga riservato ai maggiori di 13 anni”, comincia Mannheimer. “E abbiamo lavorato molto anche per individuare e rimuovere utenti che possano essersi registrati sulla nostra piattaforma senza averne i requisiti.“

Un esempio concreto?

“Nei primi nove mesi del 2021 abbiamo rimosso in tutto il mondo 30 milioni di profili potenzialmente appartenenti a minori di 13 anni e continueremo a lavorare su questo fronte. A breve avremo anche i dati finali per l’intero 2021 e i numeri cresceranno ancora.Quella dei minori è una tematica importante, lo dico da padre di figli piccoli, che riguarda tutta la industry e rispetto alla quale c’è ancora molto da fare e occorre trovare un equilibrio di azione e di giudizio. Noi stiamo cercando di fare, come ho già detto, la nostra parte.”

Dei 30 milioni di profili rimossi presumibilmente appartenenti a minori di 13 anni, quanti erano di italiani?

“Non divulghiamo statistiche relative ai singoli Paesi, perché il controllo non viene svolto tenendo in considerazione il paese di appartenenza di un account. Continua però il nostro focus sull’Italia, grazie anche alla presenza di un solido team di moderatori di lingua italiana.”

Giacomo Mannheimer, Head of Government Relations & Public Policy, Southern Europe di TikTok

Oltre a tenere fuori chi non ha l’età e quindi il diritto di stare nella vostra piattaforma, cosa avete fatto per coloro che sono iscritti ma comunque sono minorenni?

“Dal punto di vista degli strumenti presenti sulla piattaforma, abbiamo disabilitato alcune impostazioni per gli account dei più giovani, così da assicurare loro un’esperienza sicura e adatta alla loro età.”

Ci aiuti a capire meglio cosa questo significa in concreto…

“Significa, per esempio, che gli account dei minori di 16 anni sono account privati di default e non possono utilizzare la messaggistica diretta.”

Questo è pur sempre un inizio, ma è tutto qui?

“Non è finita qui. Inoltre, le nostre Linee Guida della Community chiariscono che in piattaforma non sono ammessi contenuti che incoraggiano, promuovono o esaltano comportamenti pericolosi.”

Questo mi sembra un passo doveroso e necessario, tuttavia è un intento condivisibile da chiunque: ma come lo traducete in realtà?

“Utilizziamo una combinazione di tecnologie e persone per identificare, rivedere e rimuovere i contenuti che violano una di queste linee guida. I nostri rapporti di trasparenza, che pubblichiamo su base trimestrale, danno conto dei risultati che stiamo ottenendo.”
Dove pubblicate questi rapporti? Sono consultabili da parte di tutti?

“Certo. Tutti i nostri rapporti sono pubblici e disponibili qui: https://www.tiktok.com/transparency/it-it/reports/.
Infine, ma non perché sia meno importante, ci impegniamo a educare la nostra community all’uso corretto degli strumenti a disposizione e delle policy in materia, sia con iniziative all’interno della piattaforma stessa che con eventi e collaborazioni esterne.”

Mi faccia degli esempi…

“Fra le più recenti, le segnalo gli eventi realizzati nel 2021 con Fondazione Carolina e con Unione Nazionale Consumatori, entrambi dedicati alla sensibilizzazione di genitori e ragazzi alla sicurezza online.”

Si tratta però sempre di eventi utili e importanti ma che rischiano di avere una portata limitata, rispetto al rilievo che può avere un contenuto di successo sulla vostra piattaforma…

“Per questo nel 2021 abbiamo attivato #SicuriSuTikTok, campagna che ha superato i cento milioni di visualizzazioni e #CreateKindness, una campagna globale per promuovere la gentilezza e il rispetto, che ha totalizzato ad oggi più di 1.5 miliardi di visualizzazioni.”

Il 3 febbraio 2021 il Garante Privacy aveva ordinato a TikTok di bloccare immediatamente l’utilizzo dei dati degli utenti per i quali non è stata stabilita con certezza l’età. Come si è articolato in questo anno il vostro rapporto con il Garante? 

“Il nostro impegno è quello di mantenere il più alto grado possibile di trasparenza e accountability nei confronti delle istituzioni, e crediamo di averlo onorato anche nei confronti del Garante Privacy, con tutte le iniziative che ho indicato finora. Ci tengo però a precisare un concetto di fondo…”

…dica.

“R. Anche per questo motivo di fondo il confronto con il Garante è stato e continua ad essere per noi un prezioso stimolo per aggiornare e rivedere le nostre politiche e i nostri strumenti di tutela della privacy, in Italia e non solo.”

Restiamo in un ambito istituzionale. Cosa pensa della legge approvata a fine 2021 dal Senato, dal significativo titolo “Modifiche al codice penale in materia di istigazione alla violenza, all’autolesionismo e al suicidio”?

“L’istigazione all’autolesionismo e al suicidio è un problema che prendiamo molto sul serio in TikTok. Ribadisco che la nostra policy in merito è definita in modo chiaro nelle nostre Linee guida, dove viene reso esplicito che non tolleriamo alcun comportamento simile sulla nostra piattaforma…”

Beh, ci mancherebbe altro…

“…guardi che i nostri moderatori che puntualizzano e migliorano il lavoro degli algoritmi sono formati per fare in modo che questa policy venga rispettata in modo stringente e puntuale.”

Torniamo alla legge approvata in prima lettura al Senato…

“Il disegno di legge del Senato affronta il tema dal punto di vista della repressione, prevedendo misure che in larga parte TikTok già oggi adotta volontariamente. Infatti, gli utenti possono segnalare contenuti pericolosi, inclusi quelli che istighino ad autolesionismo o suicidio, utilizzando gli strumenti di segnalazione presenti sia nella app sia sul nostro sito web. Collaboriamo inoltre attivamente con regolatori e forze di polizia per rimuovere contenuti oggetto di segnalazione in tempi decisamente più brevi rispetto a quelli previsti dalla norma. Dell’importanza della prevenzione, che rimane fondamentale, ho già ampiamente detto. Vogliamo sensibilizzare la nostra community e dare strumenti di controllo della propria esperienza su TikTok che la rendano piacevole e sicura.”

In Gran Bretagna a settembre 2021 hanno approvato il codice “Age appropriate design code”, che impone alle aziende di Internet di offrire ai minori servizi più rispettosi della loro privacy impedendo ad esempio ogni forma di pubblicità personalizzata basata sull’utilizzo dei dati di chi ha meno di 18 anni e qualsiasi comunicazione che miri a convincere un ragazzo a fornire informazioni personali o ad allentare le impostazioni della propria privacy. Per lavorare in Gran Bretagna ora tutte le aziende attive su Internet dovranno attenersi a tali regole. Lo trova un modello esportabile?

“I ragazzi hanno il diritto a partecipare al mondo digitale in piena sicurezza. Questo significa costruire spazi online tenendo sempre a mente le necessità e gli interessi dei più giovani: in questo senso l’Age Appropriate Design Code va certamente nella giusta direzione. TikTok adotta già oggi volontariamente la stragrande maggioranza delle disposizioni previste dalla norma, e auspichiamo possa essere replicato anche altrove.  Come ho già detto, i minori di 16 anni hanno profili privati e non possono utilizzare la messaggistica diretta. Inoltre da noi la pubblicità personalizzata è vietata per gli utenti più giovani e può essere disattivata da tutti gli altri: infine, le impostazioni sulla privacy si differenziano in base all’età.”

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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