Renzi: “Made in Italy e innovazione primi nel mio Jobs Act”

Sono i settori su cui puntare secondo il documento di riforme sul lavoro che il segretario Pd presenterà a breve. Riflettori anche su manifattura tradizionale, turismo e cultura. Il segretario del Pd: “Intervenire su costi di energia e burocrazia”

Pubblicato il 07 Gen 2014

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Made in Italy e innovazione sono tra i sei settori in cui il Jobs Act di Matteo Renzi punta a creare posti di lavoro. Lo ha preannunciato lo stesso neo segretario del Pd in vista della presentazione, nei prossimi giorni, di un documento di riforme nel mondo del lavoro battezzato appunto Jobs Act.

Per il momento il leader politico ha solo accennato ai settori in cui “riuscire a creare occupazione e il primo tra questi – ha detto – è il made in Italy”. Ha poi nominato “innovazione, manifattura tradizionale, industria turistica e culturale”. E ha tenuto a precisare: prima la creazione dei posti di lavoro, poi la discussione delle norme contrattuali.

Ulteriori dettagli arriveranno il giorno del varo del documento. Ma intanto il sindaco di Firenze, in occasione della presentazione nel capoluogo toscano di Pitti Immagine 2014, ha voluto dare una brevissima anteprima dei contenuti, facendo esplicito riferimento ai costi dell’energia e della burocrazia. “Presenteremo un documento che abbia tre punti di riferimento – ha affermato – perché non puoi parlare di creare lavoro se, nel settore manifatturiero, hai un costo dell’energia maggiore del 30% rispetto ai Paesi concorrenti; oggi si delocalizza in Austria, dove il costo della burocrazia è inferiore rispetto a noi, ed è un paradosso perché una cosa è delocalizzare per il costo del lavoro, un’altra è perché il sistema Paese non ti aiuta”.

Renzi ha poi spiegato che nel 2014 “sarà fondamentale poter partire con un disegno di puzzle complessivo, dove la cornice sono la legge elettorale e i tagli ai costi della politica, che sono fondamentali, ma sono la cornice. Dentro, il succo, è esattamente un’idea di Italia nei prossimi anni”. Infine il segretario del Pd ha tenuto a precisare che il Jobs Act “non è soltanto la discussione sull’articolo 18, su cui ciascuno ha le proprie idee”.

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