La storia

Quella volta che Steve Jobs mi chiese di lavorare gratis

Dario Melpignano, fondatore di Neosperience, racconta i successi di una delle aziende italiane più innovative e promettenti: la vittoria del Red Herring Top 100 Global 2013 e un fatturato in continua crescita. Ma il trampolino di lancio fu un incontro particolare nella sede della Apple

Pubblicato il 19 Dic 2013

dario-melpignano-131219121038

Dario Melpignano, fondatore di Neosperience

Un fatturato che supera i 4 milioni di euro e la vittoria del Red Herring Top 100 Global 2013 che pone l’azienda italiana sul podio delle imprese più innovative e promettenti al mondo. Quello che si sta per concludere è un anno magico per Neosperience, l’azienda fondata da Dario Melpignano nel 2008, che da allora ha collezionato un successo dopo l’altro. Non a caso nel potenziale della prima piattaforma di customer experience innovation e nel suo ideatore ci aveva creduto per primo proprio Steve Jobs, che ha voluto incontrare Dario Melpignano nella sede di Apple.

Ma andiamo con ordine. Neosperience è una piattaforma che aiuta le aziende ad aumentare la soddisfazione del cliente, incrementare la brand equity e vendere di più, rafforzando cross-selling e upselling di prodotti e servizi con tutti i canali digitali: smarthphone, tablet, computer e smart tv. I moduli di Neos permettono di sorprendere i clienti offrendo loro contenuti personalizzati in base ai loro interessi, passioni e comportamenti sui social network, facendo vivere esperienze in 3D e in realtà aumentata. In questo modo anche l’azienda ha la possibilità di conoscere i clienti che visitano i propri punti vendita, digitali o fisici, con possibilità di integrare le proprie piattaforme gestionali in modo da ottenere risultati di business straordinari. Tra le realtà che si sono affidate a Neos ci sono Eni, Benetton, Versace, Prada, Mattel, Miu Miu, Montblanc, H3G, Zegna. E anche la Farnesina, che ha affidato al team di Melpignano la realizzazione dell’app dedicata agli italiani all’estero.

Non a caso l’azienda è stata presa in considerazione dal team di Red Herring che ha valutato le imprese sulla base di parametri qualitativi e quantitativi come la performance finanziaria, l’innovazione tecnologica, la qualità del management, la strategia e la penetrazione del mercato. Per capire l’importanza di questo riconoscimento, basti pensare che gli analisti di Red Herring sono stati i primi a riconoscere il valore di società come Facebook, Twitter, Google, Yahoo, Skype, Salesforce.come, YouTube e eBay per come hanno saputo cambiare il nostro modo di vivere e di lavorare.

E pensare che prima di arrivare a tutto ciò Dario Melpignano era un ragazzino che si divertiva a giocare con il computer del papà: “Mio padre lavorava in banca e da piccolo mi lasciava giocare con il suo pc. Sono appassionato di tecnologia e telecomunicazioni fin dalla scuola elementare” racconta. Poi, negli anni ’90 la nascita professionale in un’azienda milanese con il compito di creare software per l’editoria e le prime applicazioni per la comunicazione d’impresa. E l’ascesa con l’arrivo in Nokia: “Avevo il compito di sviluppare parti di web kit che permettevano di utilizzare le prime app che oggi tutti conosciamo”.

Ed è proprio allora che entra in gioco Steve Jobs. “Era il 2008. Mi chiamarono dalla Apple perché volevano le stesse app per gli Iphone 3G. Volai in America e incontrai Steve Jobs che mi chiese di lavorare per lui pur non guadagnando niente. Perché accettai? Era un grande oratore, uno capace di incantarti con le parole. Mi disse che quella per me sarebbe stata una grandissima occasione perché non capita a tutti e tutti i giorni di contribuire alla crescita di un colosso come Apple. Inoltre, uscito da lì, si sarebbero aperte per me molte strade. Così, preso dall’entusiasmo e dall’euforia, accettai e lavorai qualche mese gratis per Apple” racconta Melpignano.

Ma Jobs, più che un grande oratore, era lungimirante: perché quando Dario esce dalla Apple per lui inizia un periodo di grande fervore lavorativo. “Non ho guadagnato una lira, ma la Apple è stata davvero il mio trampolino di lancio: fuori di lì hanno iniziato a chiamarmi ovunque, dall’Europa al Sud America, per la realizzazione di App, soprattutto nel settore editoriale. È la nascita di Neos nella sua prima versione. Poi, verso la fine del 2008, mi allontanai gradualmente dall’editoria perché avevo iniziato a capire che il settore era in difficoltà. Nasce così la Neos di oggi, orientata al customer experience innovation”.

Due sedi, una a Milano e una Brescia, 38 dipendenti e 11 collaboratori, milioni di euro fatturati e un mercato di riferimento che non ha confini: oggi Neos è tutto questo. Un esempio di eccellenza italiana la cui chiave del successo è una sola: “i migliori talenti italiani vengono a lavorare da noi” conclude Melpignano.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati