Dopo l’addio di Alessandra Poggiani, per Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) è il day after: una situazione ancora confusa ma dalla quale potrebbe scaturire una più ampia riorganizzazione della governance del digitale in Italia. Perché si sta dando la caccia a “una persona con eccellenti competenze tecnologiche e importanti esperienze manageriali alla guida di una squadra di professionisti selezionati che sviluppi un nuovo metodo e una nuova organizzazione del lavoro”. Almeno questo è l’identikit tracciato da Paolo Barberis, consigliere per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, a proposito del successore di Poggiani. La manager, dallo scorso luglio direttore generale della struttura dedicata alla digitalizzazione del Paese, rassegnerà le dimissioni in serata (lunedì) al ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia. Intende candidarsi alle prossime elezioni regionali in Veneto nella lista di Alessandra Moretti (Pd).
L’addio è avvenuto in modo un po’ concitato. Poggiani avrebbe rilasciato a Wired alcune dichiarazioni al vetriolo. “Il mondo digitale è un circo ristretto, una camera dell’eco” avrebbe detto. “Ce la raccontiamo tra di noi, piccole invidie, rivalità da cortile, divisioni personali. Ci sono troppi protagonismi, nemmeno le rockstar! Il 90% delle cose che vengono raccontate non sono vere, il 7 sono presunte e forse solo un 3% è costituito da fatti. […] Abbiamo fatto un lavoro di pianificazione, ma non me la sento più di sostenere come ottimale un piano per la banda ultralarga che è assai limitato”. E ancora: “Non posso cambiare le cose da sola, senza squadra. Ed è difficilissimo farlo se il digitale è ancora ritenuto una questione tecnica e non una priorità, trasversale a tutto il resto”. Poi però ha contestato, via Twitter, l’intervista rivolgendosi al direttore di Wired Massimo Russo: “Le parole sono importanti e a partire dal termine ‘intervista’ l’hai usate male oggi. Domani è un altro giorno”. A stretto giro la replica di Russo: “Rispetto il tuo punto di vista. Ma non condivido. E lo preferisco a sfogo o retroscena. In bocca al lupo. Davvero”. E lei: “Rispetto è nel fatto che voglio solo provare a ridare alla mia città quello che posso. Il resto è fuffa”. In seguito ha precisato il suo pensiero anche a CorCom: “Ritengo che il grosso del mio lavoro sia stato portato a termine con il varo del piano banda ultralarga e Crescita digitale. Ora porterò il mio contributo sul territorio”.
Intanto il mondo digitale è entrato in subbuglio. Perché, per gli aspiranti al dopo-Poggiani, il piatto potrebbe prospettarsi particolarmente ricco. Da tempo si parla di un eccessivo spezzettamento di competenze nell’organigramma della strategia digitale del governo, mentre il premier Matteo Renzi ha più volte ribadito la centralità del digitale nella sua strategia. Nel team che il presidente del Consiglio ha scelto per guidare l’Agenda digitale ci sono Paolo Barberis, Riccardo Luna, Stefano Quintarelli e Paolo Coppola, tutti ringraziati dalla Poggiani su Facebook. Ma, in vista del cambio della guardia in Agid, molte cose potrebbero succedere: dalla chiusura dell’Agenzia, come ipotizzano alcuni media, a una più ampia riorganizzazione della governance del digitale in Italia, magari con un “uomo forte” che assuma su di sé una varietà di poteri finora frammentati.
Intanto i digital men di Renzi, velatamente chiamati in causa nell’intervista, hanno fatto sentire la propria voce.
Paolo Barberis, consigliere per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato il più innovativo di tutti nella scelta della forma di comunicazione, affidando il proprio pensiero a Medium, una piattaforma a metà tra blog personale e social network, che consente di fatto di creare un proprio blog collegabile direttamente a Facebook e Twitter nell’ambito di un’area di condivisione con altri blogger. Dopo un “in bocca al lupo” alla Poggiani, Barberis ha ricordato: “Ci sono progetti fortemente voluti dal Presidente del Consiglio e su cui anche il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione sta mettendo grande forza. Progetti ampi che partono da Italia Login e coinvolgono la Rete a Banda Ultralarga, il progetto dei Data center di ultima generazione, la semplificazione dei processi, lo sviluppo economico nell’era della competitività digitale, il posizionamento dell’Italia nel mondo del nuovo commercio digitale.Dobbiamo fare delle scelte importanti – ha puntualizzato – compiere dei passi avanti che non possiamo più procrastinare se vogliamo davvero portare a casa il nostro obiettivo”.
A questo punto il founder dell’incubatore Nana Bianca ha proposto una persona “con eccellenti competenze tecnologiche e importanti esperienze manageriali, meglio se internazionali, alla guida di una squadra di professionisti selezionati e che si possa sviluppare un nuovo metodo di lavoro, una nuova organizzazione con leve adeguate per vincere la sfida che abbiamo davanti”.
“Ci servono meno convegni – ha concluso Barberis – meno flame in rete e più gente che conosca a pieno la materia di cui si occupa, più developer e designer brillanti dentro quei garage metaforici dove solo si può pensare e costruire quel pezzo di futuro di cui ci è stato chiesto di prenderci cura. Abbiamo bisogno molto più di fatti e di risultati, di scelte importanti, di talenti, esperti e motivati”.
Al primo commento al post di Barberis su Facebook – “forse il candidato ideale è proprio Barberis” – è seguito quello di Riccardo Luna: “Vai Paolo vai!!!”.
Lo stesso Luna, scelto a settembre da Renzi come Digital Champion per l’Italia nella Ue e founder di un’associazione che punta a nominare tanti “Digital Champion” quanto sono i Comuni italiani, ha commentato l’addio della Poggiani proprio sul blog dei Digital Champion. Riferendosi allo scetticismo manifestato dalla ormai ex DG nell’intervista a Wired sulla possibilità concreta di cambiare le cose in Italia, Luna osserva: “Il vero cambiamento in corso non parte dall’alto: è piuttosto una rivoluzione silenziosa fatta di comportamenti nuovi, di contaminazione culturale, di un diverso modo di guardare al futuro. (…) chi pensa che si tratti solo di comunicazione è davvero ingenuo: si tratta di azione, migliaia di “azioni comuni” sempre più coordinate e che ricevono vicendevolmente l’energia per andare avanti”.
E ancora : “Non è vero che è impossibile cambiare. Dirlo, pensarlo, è offensivo per tutti quelli, tantissimi, che non hanno poltrone dalle quali dimettersi ma ciò nonostante non smettono di impegnarsi per costruire una Italia migliore. Passo dopo passo, entusiasmandosi per ogni piccolo successo. E quindi non sono preoccupato: dispiaciuto sì, anche personalmente perché sono convinto che Alessandra Poggiani avrebbe potuto essere un grande direttore dell’Agid. Ma in sette mesi ha comunque rimesso in moto una macchina ferma, ha dimostrato che è possibile farla funzionare e la lascia con “in pancia” alcuni progetti vitali per il futuro dell’Italia (su tutti, Italia Login): a questo punto per il governo, per il paese, per tutti noi, c’è l’opportunità di avere in quella posizione un direttore generale ancora più bravo/a. Non sprechiamola”.
Anche Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e presidente del comitato di indirizzo di Agid, commenta sul suo blog Svolta Digitale le dimissioni di Poggiani. Parte descrivendo la sua esperienza da parlamentare che, dice, tornando indietro non rifarebbe. “Immaginatevi di costruire un castello un sassolino alla volta. Aarrivano le intemperie e vi buttano giù una parte del lavoro. E devi ricominciare. Spendi un sacco di energie per ottenere dei risultati che, rispetto al lavoro che faresti per costruire una cosa come farebbe ogni azienda edilizia, sembrano assai limitati”.
Poi Quintarelli passa al “cosa succederà ora”. “Succederà che lunedì (oggi ndr) faremo la prevista riunione di un gruppo di lavoro costituito in seno al comitato di indirizzo e martedì faremo la prevista riunione del comitato di indirizzo e continuiamo a lavorare. Punto. Succederà che verrà fatto a tambur battente un nuovo bando e una nuova selezione e verrà scelto un altro bravo DG”. Quindi conclude: “Non farò mancare il mio supporto ad Alessandra e risponderò presente ogni volta che mi chiamerà, come è stato sin qui”
Per il momento Paolo Coppola, deputato Pd, presidente del tavolo per l’Agenda digitale di Palazzo Chigi e consulente del ministro Madia, si è limitato a rilanciare il post di Barberis sulla sua pagina Facebook.