Siamo tutti propensi a considerare la partecipazione al voto come uno degli indicatori principali dello stato di salute di una democrazia.
Domenica si vota in Francia per il ballottaggio presidenziale e il primo turno di due settimane fa ha visto diminuire ancora una volta il numero dei votanti.
Da noi il primo turno delle amministrative 2021 ha visto una astensione record: a Milano ha votato il 47,69% degli elettori, a Torino il 48,06%, a Roma e Napoli il 48,83% e il 47,18%.
Senza elettori, che democrazia è? Come rimediare al continuo e inesorabile aumento dell’astensionismo? A questa domanda offre una serie di risposte il libro bianco “Per la partecipazione dei cittadini, come ridurre l’astensionismo e agevolare il voto”.
Lo studio individua due tipi di astensionismo. Da un lato, un 35% di elettori astenuti perché ostili o indifferenti alla politica. Dall’altro vi è “l’astensionismo involontario”, che riguarderebbe il 10,5% dell’elettorato, circa 9 milioni di cittadini.
Di questi circa 4,2 milioni sono over 65 con difficoltà di mobilità, ai quali si sommano 4,9 milioni di elettori che lavorano o studiano in comuni diversi da quelli dove devono votare.
Per andare incontro alle difficoltà di partecipazione al voto di questi cittadini, il Libro bianco – presentato lo scorso 14 aprile e frutto del lavoro della commissione istituita dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e presieduta da Franco Bassanini – propone due principali soluzioni: l’introduzione del voto anticipato per i fuori sede e, per le persone anziane o con disabilità, il voto in seggi diversi dal proprio nel giorno delle elezioni, purché nella stessa circoscrizione o collegio elettorale. In questo modo potrebbero scegliere seggi privi di barriere architettoniche.
Tutto questo ha a che fare con la tecnologia solidale perché lo strumento che può rendere praticabili queste novità è un “election pass” digitale. Questo pass, da usare al posto delle tradizionali tessere elettorali cartacee, funzionerebbe con la tecnologia utilizzata per il green pass.
Munito del pass, nei 15 giorni precedenti la data delle elezioni l’elettore fuori sede potrebbe andare in qualsiasi ufficio postale, identificarsi, farsi stampare la scheda elettorale, votare e chiudere in busta chiusa la scheda. Essa sarà recapitata al seggio dove la persona avrebbe dovuto votare e sarà scrutinata assieme alle altre, a urne chiuse.
Può funzionare? Che cosa vuol fare il governo di queste proposte, in vista delle prossime elezioni politiche? Domande alle quali cercheremo risposta nelle prossime settimane…
Comunque, se la tecnologia consentisse di semplificare la vita agli elettori sarebbe utile e importante. Naturalmente sarebbe ancora più utile e importante rimuovere le cause dell’astensionismo volontario. Nella gran parte delle democrazie la politica è in grave crisi di credibilità. Le cause di questo fenomeno sono molteplici, a partire dal fatto che a fronte di una domanda di buona politica, l’offerta è ritenuta povera, e non solo in Italia, ma non è questo il luogo dove approfondirle.
La cosa certa è che dobbiamo sempre ricordare che la democrazia non è un fatto di natura ma una creazione umana, con tutte le lacune e le carenze che ogni nostra realizzazione inevitabilmente porta con sé. Per questo necessita di continua attenzione e manutenzione, anche digitale, consapevoli del fatto che, come disse Sandro Pertini nel messaggio di fine anno del 1979, “alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.”