“I processi di transizione ecologica, su cui si concentrano buona parte delle risorse del PNRR, vedono il nostro settore come il protagonista principale”. Così la presidente di Confindustria Assoimmobiliare Silvia Rovere all’assemblea di Confindustria Assoimmobiliare del 10 novembre scorso. Su Proptech360 abbiamo già evidenziato che il real estate ha una responsabilità importante nel raggiungimento degli obiettivi del piano, primo fra tutti la sostenibilità. Quest’ultima si lega alla rigenerazione urbana, citata esplicitamente nella missione 5 del PNRR: inclusione e coesione.
PNRR e Real Estate: la rigenerazione urbana
Lo scorso ottobre con il decreto firmato dal Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, sono stati scelti 159 progetti di rigenerazione urbana da finanziare con il PNRR. Per attuarli sono stati stanziati 2,82 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi provenienti dal Pnrr e 20 milioni da residui di fondi nazionali. Il 40% dei fondi è destinato a progetti che riguardano il Mezzogiorno e il 60% il Centro-Nord. Ma c’è tempo solo fino al 31 marzo 2026 per concludere tutte le opere: una vera e propria sfida, considerato che, come ricorda Angelica Donati, presidente di ANCE Giovani Lazio, “i tempi medi per un progetto in Italia sono 15 anni”.
Secondo una ricerca condotta da Coima, gli investimenti in rigenerazione urbana previsti dal PNRR ammontano a 54,4 miliardi di euro, che salgono a oltre 85 miliardi se si includono anche quelli in infrastrutture (31,5 miliardi), che secondo Coima devono andare a braccetto con i progetti di rigenerazione urbana, al fine di accelerare e amplificare il raggiungimento degli obiettivi del piano.
PNRR e Real Estate: investimenti fino a 85 miliardi
Rigenerazione urbana e riqualificazione energetica
La rigenerazione urbana consentirebbe inoltre di progettare immobili moderni e conformi ai criteri ESG, in linea con il quadro dell’Ue per il Green Deal europeo. In proposito, la missione 2– rivoluzione verde e transizione ecologica del PNRR include un piano di sostituzione degli edifici scolastici obsoleti per favorire: la riduzione di consumi e di emissioni inquinanti; l’aumento della sicurezza sismica degli edifici e lo sviluppo delle aree verdi; la progettazione degli ambienti scolastici tramite il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti con l’obiettivo di influenzare positivamente l’insegnamento e l’apprendimento di docenti e studenti; lo sviluppo sostenibile del territorio e di servizi volti a valorizzare la comunità.
In particolare, il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq, con conseguente beneficio su circa 58 mila studenti e una riduzione del consumo di energia finale di almeno 50 per cento (3,4 Ktep all’anno) che permetterà di raggiungere una riduzione delle emissioni annue di gas a effetto serra pari a circa 8.400 tCO2. Il programma prevede anche un interventi sugli edifici giudiziari, in un’ottica di efficientamento dei consumi energetici e riduzione della vulnerabilità sismica degli immobili. La misura si pone l’obiettivo di intervenire su 48 edifici entro la metà del 2026 efficientando 290.000 mq (con un risparmio pari a circa 2.500 tCO2 e 0,7 Ktep all’anno con conseguente riduzione delle emissioni di 2,4Kt CO2 l’anno). In totale, sono stati stanziati 15,36 miliardi per la sub-missione dell’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
Inoltre, il PNRR intende promuovere con una serie di agevolazioni la rapida conversione energetica del parco immobiliare, favorendo le riqualificazioni profonde e la trasformazione in “edifici ad energia quasi zero” (nZEB), coerentemente con la strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale.
Infine, il piano prevede l’ammodernamento strutturale e tecnologico del patrimonio immobiliare sanitario, con un investimento di 1,64 miliardi.
Le opportunità della “rigenerazione turistica”
Oltre che sulla rigenerazione urbana, il PNRR punta anche a quella “turistica”, anche attraverso interventi di riqualificazione e ammodernamento delle imprese che operano nel comparto turistico. L’impulso pubblico nell’ambito turistico, che innescherà un effetto leva moltiplicando investimenti e risorse, sarà attuato attraverso:
- il potenziamento del fondo nazionale del turismo, con una dotazione di 150 milioni, destinato alla riqualificazione di immobili ad alto potenziale turistico;
- la partecipazione del Ministero del Turismo al capitale del Fondo Nazionale del Turismo, un fondo di fondi di real estate con l’obiettivo di acquistare, rinnovare e riqualificare strutture alberghiere italiane.
Inoltre, sono previsti degli specifici investimenti a Roma grazie al progetto Caput Mundi e destinati a: rigenerazione e restauro del patrimonio culturale e urbano; riqualificazione delle periferie; rinnovo e restauro di parchi, giardini storici e ville; interventi di messa in sicurezza, anti-sismica e restauro di luoghi pubblici ed edifici di interesse storico.
È altresì previsto un “Piano Nazionale Borghi”: un programma di sostegno allo sviluppo economico/sociale delle zone svantaggiate, basato sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri e sul rilancio turistico, oltre che su programmi per recuperare parchi e giardini storici italiani.
Inoltre, la missione 1 del PNRR: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, punta tra gli altri a migliorare l’accessibilità dei luoghi della cultura (abbattendo anche le barriere architettoniche e fisiche) e la sostenibilità ambientale, in termini di efficientamento energetico, di musei, cinema e teatri (pubblici e privati). Di conseguenza, parte delle risorse del PNRR saranno destinate a finanziare interventi per migliorare l’efficienza di musei, cinema e teatri italiani (pubblici e privati).
PNRR e trasformazione digitale del settore immobiliare
Sul fronte della digitalizzazione del real estate, la missione 1 del PNRR: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, prevede interventi che riguardano trasversalmente le altre missioni del piano, in quanto “la digitalizzazione è infatti una necessità trasversale” e l’Italia è particolarmente indietro su questo fronte: siamo al 25mo posto in Europa per livello di digitalizzazione secondo l’indice Desi 2020. La componente 2 della missione 1 del PNRR intende “promuovere l’innovazione e la digitalizzazione del settore produttivo”, ad esempio con incentivi agli investimenti in tecnologia, allo sviluppo del 5G, per ricerca e sviluppo, oltre che l’avvio della riforma del sistema di proprietà industriale. Tuttavia, si tratta di misure applicabili a qualunque settore industriale e non è prevista nessuna misura ad hoc o particolarmente adatta all’industria immobiliare o il proptech italiano.