Vittorio Colao è stato nominato il 12 febbraio 2021 ministro alla Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale del governo Draghi. Classe 1961, nato a Brescia da una famiglia di origini calabresi, torna in ambito governativo per la seconda volta in nemmeno 13un anno. Il 10 aprile del 2020, l’allora premier Giuseppe aveva voluto l’ex amministratore delegato di Vodafone alla guida della task-force che avrebbe dovuto garantire la ricostruzione economica del Paese. Ecco il documento che all’epoca aveva proposto al governo Conte Bis.
Il documento di Colao per il Conte bis
Incentivare l’innovazione ripristinando ed estendendo le misure previste dal piano Industria 4.0, incentivando gli investimenti in sostenibilità e transizione energetica, e ampliando le misure di sostegno alle startup innovative: sono alcune delle indicazioni riguardanti l’ecosistema dell’innovazione contenute nel piano elaborato dalla task force guidata da Vittorio Colao per far ripartire il Paese dopo il lockdown causato dal coronavirus.
Il documento arrivato sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intitolato “Iniziative per il rilancio 2020-2022“, contiene oltre cento schede e 121 pagine di analisi divise in sei grandi aree di intervento: imprese e lavoro come “motore dell’economia”; infrastrutture e ambiente come “volano del rilancio”, turismo arte e cultura come “brand del Paese”; pubblica amministrazione “alleata di cittadini e imprese”; istruzione, ricerca e competenze “fattori chiave per lo sviluppo” e infine indicazioni per “una società più inclusiva e equa”.
Naturalmente si tratta di un piano, che dovrà essere visionato, approvato e poi attuato. Se e come questo avverrà è naturalmente da vedere. Ecco intanto alcune delle linee guida delineate nel documento.
QUI è possibile scaricare il pdf del Piano Colao
A pagina 14, nel capitolo 4.1 “Imprese e Lavoro, motore dell’economia”, c’è spazio per innovazione e startup. Ecco i contenuti.
Piano Colao: gli interventi per la “modernizzazione”
Per la modernizzazione del tessuto economico e produttivo, il Comitato ha sviluppato proposte in quattro ambiti:
• Incentivare l’innovazione. In questa fase caratterizzata dall’adozione di interventi straordinari, sarà fondamentale anche aumentare e accelerare l’innovazione tecnologica delle imprese italiane, ripristinando ed estendendo le misure previste dal piano Industria 4.0, incentivando gli investimenti in sostenibilità e transizione energetica, e ampliando le misure di sostengo alle start-up innovative.
• Sviluppare le competenze per aumentare la produttività. Lo sviluppo delle imprese italiane, e in particolare quelle di piccole dimensioni, è spesso frenato dalle carenze manageriali, dalla scarsa consapevolezza dell’importanza della formazione di qualità, e dalla mancanza di competenze adeguate alle necessità di oggi (ad esempio, digitali). Il Comitato propone interventi per sostenere gli investimenti in formazione e incentivare la riqualificazione della forza lavoro e dei disoccupati.
• Rafforzare le PMI e le filiere. Le PMI – che come noto rappresentano una porzione significativa del tessuto produttivo italiano – sono particolarmente vulnerabili di fronte alla crisi in atto. Per rafforzarle, superando i limiti strutturali derivanti dalla loro dimensione e rendendole più competitive sui mercati internazionali, il Comitato propone interventi per favorire la ricapitalizzazione delle imprese di filiera, per rilanciare l’export, per incentivare le aggregazioni e per favorire il reinsediamento sul territorio nazionale di attività ad alto valore aggiunto in precedenza svolte all’estero (il c.d. reshoring).
• Sostenere lo sviluppo di un’economia sostenibile. Il Comitato propone di completare la riforma del Terzo Settore, in particolare per quanto riguarda la fiscalità delle imprese sociali.
Più avanti, in una scheda dedicata, il documento indica con ulteriori dettagli gli interventi da eseguire.
Come incentivare l’innovazione: le tre strade
10. Innovazione tecnologica e proprietà intellettuale. Incentivare l’innovazione tecnologica delle imprese con il ripristino e il potenziamento delle misure di super-ammortamento e iperammortamento previste da Industria 4.0 prevedendo una durata pluriennale degli incentivi (5 anni). Inoltre, aumentare i limiti per gli investimenti previsti per i crediti R&D, ampliare il regime del patent box a ulteriori beni immateriali e incrementare il beneficio previsto (anche ai fini di incentivare il re-shoring ad alto valore aggiunto).
11. Innovazione energetica e sostenibilità. Incentivare gli investimenti nella transizione energetica/sostenibilità delle filiere italiane e finanziare gli investimenti in innovazione per lo sviluppo di tecnologie a bassa emissione, per ottemperare alle nuove direttive Europee (Green 18 Deal). [Per questa iniziativa si rimanda all’area di lavoro “Infrastrutture e Ambiente” dove il tema della transizione energetica viene trattato in modo più organico].
12. Sostegno a startup innovative. Rafforzare le misure di sostegno alle startup e PMI innovative con incremento delle agevolazioni fiscali per l’investimento da parte di individui, società e fondi specialistici (detassazione proventi e aumento dell’ammontare di detrazione e deduzione) e con l’aumento di massimali previsti per gli investimenti annui. Sviluppare le competenze per aumentare la produttività.
13. Competenze gestionali e assunzioni specialistiche. Incentivare reskilling manageriale per stimolare l’adozione delle competenze necessarie ad adattare i sistemi produttivi alle nuove esigenze post-Covid, attraverso defiscalizzazioni temporanee per la partecipazione a formazione gestionale e per l’assunzione di competenze esterne (inclusi neolaureati) nelle PMI. (L.M.)
(Articolo aggiornato al 13/02/2021)