Come è noto, due indizi non fanno una prova. Tuttavia, restano sempre due indizi. Eccoli:
1. “La business community torna ad avere fiducia nell’Italia della permacrisi”. Così titola Il Sole 24 ore di venerdì 31 marzo, perché il Fondo monetario internazionale ha rivisto in forte rialzo la stima di crescita del nostro PIL 2023.
2. Stesso giorno, Corriere della Sera, l’editoriale della sezione Economia titola così: “Le previsioni da smentire. Possiamo crescere di più”, riferito alle prudenti stime del governo sulla crescita, stante il vigore dimostrato in questi anni da molte delle nostre imprese, come dimostra il record di 625 miliardi di fatturato da esportazioni, nonostante la guerra.
Sembra uno scioglilingua, in realtà è l’invito a superare la ritrosia al cambiamento tipica di noi esseri umani. Il cambiamento va compreso e accolto, anche se nell’era digitale esso è incessante, inedito, traumatico. Lo dobbiamo saper domare e usare per crescere e per ridurre le inevitabili diseguaglianze.
Di come ciò sta avvenendo in quattro ambiti diversi; eppure, intrecciati tra loro, ragioneremo mercoledì 5 aprile nel pomeriggio al Teatro Filodrammatici di Milano durante
“Permacrisi? No, permacambiamento!”.
Longevità, Generazione Z, le piattaforme digitali di welfare e l’Africa terra di innovazione e di startup sono i
quattro temi a partire dai quali vedremo come il permacambiamento sia l’atteggiamento migliore per agire in questo nostro tempo. Molte sono le incognite, ma una cosa è certa: servono consapevolezza, coraggio, conoscenza, apertura al nuovo e leadership aperte e generose. Ovunque.
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