«I risultati sono andati oltre le nostre più rosee aspettative». A confermare il successo della prima edizione di Samsung App Academy — il progetto di formazione professionale ideato da Samsung in collaborazione con la business school del Politecnico di Milano — è Andrea Rangone professore ordinario della Facoltà e direttore del corso che ha dato la possibilità a 30 giovani senza occupazione di sviluppare applicazioni Android, acquisendo competenze nell’ambito della programmazione informatica. Un esperimento, se così lo si può chiamare, riuscito grazie anche alla sinergia con Samsung Electronics Italia, che oltre ad essere lo sponsor ufficiale dell’evento ha messo a disposizione dei partecipanti tecnologie digitali (pc, tablet e lavagna elettronica) funzionali ad un processo di apprendimento rapido e interattivo.
La risposta degli studenti sembra essere stata estremamente incoraggiante, sia dal punto di vista delle richieste di partecipazione (circa 250 a fronte di trenta posti disponibili), sia per quanto riguarda i risultati conseguiti e i progetti realizzati. Una spinta propositiva a tal punto da far pensare già al futuro: «il bilancio di questa esperienza è sicuramente positivo — ci tiene a sottolineare Mario Levratto, Strategic Planning and External Relations Director Samsung Elctronics Italia — quello di oggi non lo considero il momento conclusivo di questo percorso durato tre mesi, perché Samsung darà la possibilità a due studenti che hanno portato i progetti più validi di svolgere uno stage presso il dipartimento di Product&Solution di Samsung, mentre altri avranno la possibilità di svolgere stage presso il network di aziende partner dell’evento».
L’universo delle app si sa è ormai da anni al centro del mercato mondiale, e quella che in molti definiscono “app economy” oggi viene quantificata nell’1,5% del Pil, e in constante crescita. Ecco perché sia Samsung che Mip sono già al lavoro per riproporre questa tipologia di corso a partire dalla fine del primo semestre del 2015, in una formula che, c’è da scommetterci, dovrà rispondere alle esigenze degli studenti ma al tempo stesso essere sempre in linea con le nuove frontiere della tecnologia, come ad esempio quella indossabile o come l’Internet delle Cose. «È molto importante poter contare su un bagaglio di competenze in ambito della programmazione delle applicazioni in un momento come questo — continua Levratto — l’esperienza di Samsung App Academy ci dà una conferma in questo senso, considerando anche la natura del gruppo che vi ha partecipato, per la maggior parte lontano dalle competenze di tipo tecnologico».