In un’economia matura come quella italiana i due principali motori della crescita economica, sia a livello di PIL che di occupazione, sono rappresentati dall’innovazione digitale e dalla nuova imprenditorialità (startup). Molteplici ricerche evidenziano questo teorema economico. Ma quale consapevolezza hanno gli studenti universitari di questo scenario? Si stanno preparando per entrare efficacemente nel mondo del lavoro portando il loro contributo – originale e proattivo – a queste trasformazioni in atto?
Proprio per rispondere a queste domande, University2Business (società del Gruppo Digital360), ha condotto una ricerca finalizzata a mappare le “competenze digitali” e la “sensibilità imprenditoriale” degli studenti universitari italiani. La ricerca, che è stata supportata da BIP, BravoSolution, CheBanca!, Cisco, Engineering, HPE, IBM, Italtel, KPMG, Nestlé, QiBit e UniversityBox, si è basata su un campione statisticamente significativo dell’intera popolazione degli studenti universitari italiani (1.630.300 secondo i dati MIUR), stratificata per facoltà, genere e macro-regione geografica.
Il quadro che ne emerge è dicotomico.
Da una parte, emerge che la maggioranza degli studenti italiani, ancora oggi nel 2016, si affaccia al mondo del lavoro con una scarsa conoscenza della trasformazione digitale in atto nell’economia, con un approccio passivo al mondo digitale. L’80% degli studenti, infatti, non ha alcuna esperienza concreta nella gestione di progetti digitali (ad esempio blog, pagina Facebook, canale youtube o eCommerce) e il 75% non ha nemmeno conoscenze teoriche sull’innovazione digitale applicata al business.
Dall’altra, però, emerge un “drappello” di studenti universitari che hanno capito bene l’importanza di saper utilizzare in modo proattivo e progettuale le tecnologie digitali e di essere imprenditoriali e, tra questi, non mancano studenti che stanno portando avanti concreti progetti digitali o vere e proprie startup. Il 30% degli studenti, ad esempio, ha capito l’importanza dello sviluppo del software e del saper lanciare una startup e sta imparando questi aspetti anche al fuori dei corsi universitari. Interessante notare che questo drappello di studenti è abbastanza trasversale rispetto alle facoltà e alle aree geografiche, a testimoniare che quello che conta in primis è il trigger culturale.
Vista l’assoluta rilevanza di questa tematica, cioè il corretto orientamento verso le competenze del futuro dei nostri giovani, linfa vitale del nostro sistema economico-produttivo, non possiamo – come “sistema Italia” non fare qualcosa. University2Business gioca la sua partita: aiutando gli studenti universitari a comprendere meglio l’importanza delle competenze digitali e dell’approccio imprenditoriale per il loro futuro professionale. Ma occorre che anche tutti gli altri “stakeholder” giochino la loro partita: imprese, istituzioni e decisori politici devono contribuire fattivamente – ognuno nel suo ruolo – a diffondere questi valori presso i nostri studenti. Il cronico ritardo dell’Italia sull’innovazione digitale e sulla spinta imprenditoriale si colma solo in questo modo, stimolando le nuove generazioni nella direzione giusta.
* Andrea Rangone è CEO del Gruppo Digital360