Seicentoventicinque milioni di dollari per portarsi a casa Apigee. A tanto ammonta la cifra sborsata da Google per acquisire l’azienda di San Jose specializzata in gestione delle piattaforme API (software che aiutano i clienti a condividere dati e servizi attraverso applicazioni e dispositivi gestendone l’interfaccia). L’accordo, comunicato dalla senior vice president di Google Diana Greene sul blog di Big G, prevede un pagamento da parte di Montain View di 17,40 dollari ad azione in contanti. «Siamo orgogliosi di annunciare l’accordo definitivo di acquisto di Apigee – scrive Diana Green. I servizi di API sono di vitale importanza per Google, visto in che modo viene gestito oggi il business all’interno di un mercato in rapida crescita come quello digitale e mobile».
Fondata nel 2004 da Raj Singh, fino ad oggi Apigee ha raccolto oltre 173 milioni di dollari, grazie a diversi round di finanziamento guidati tra gli altri da Focus Ventures, Blackrock e Accenture. Si è quotata nel 2015 e la sua storia finanziaria parla di un andamento altalenate del prezzo delle azioni: il giorno della quotazione (alla chiusura) perse 1,9% rispetto al valore iniziale di 17 dollari. Il giorno più nero però è stato il 12 febbraio di quest’anno quando il valore delle azioni scese a 5,45 dollari, prima di avviarsi verso una risalita fino ai 16,34 dell’8 settembre. Gli ultimi nove mesi, con rilevazione al 30 aprile 2016, hanno fatto registrare un fatturato di 66,9 milioni di dollari con una crescita del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Con l’acquisizione di Apigee, Google prende così le redini di un operatore affermato nella fetta di mercato di gestione delle Api (con un portafoglio di clienti che comprende tra gli altri colossi tipo AT&T Inc, Walgreen Co. e Burberry) puntando forte sul business dei servizi digitali e in particolare su quello delle aziende cloud-based. È possibile ipotizzare che la scelta di scommettere su mercati diversi rispetto a quello tradizionale (la pubblicità) nasca dalla necessità di diversificare gli investimenti da un lato, e contendere il primato a rivali come Amazon e Microsoft – che già da tempo hanno puntato sul business della nuvola – dall’altro. In ogni caso si tratta di una delle acquisizioni più grosse realizzate da Google negli ultimi tempi, sicuramente la più grande del 2016 (anche se per la maggior parte delle operazioni non sono state svelate le cifre).
Secondo gli esperti, poi, i piani di Diane Greene sarebbero quelli di mettere Apigee al centro della strategia cloud dell’azienda, creando così un ponte tra gli sviluppatori di Google e la sua stessa piattaforma cloud. Una mossa suggerita in buona parte dalle condizioni di mercato, considerato che nel segmento della API-economy, i software di gestione giocano un ruolo significativo. E cos’è Google se non la più grande azienda software costruita su interfacce di programmazione? Dal motore di ricerca, alle mappe, al mobile, Big G utilizza migliaia di API, anche se fino a oggi mancava uno strumento di gestione generale. Con questa acquisizione Apigee farà da fulcro alla strategia di Google in ambito API, generando una relazione sistematica con la community degli sviluppatori e delle imprese per mostrare a tutti i vantaggi di usare i servizi di Google Cloud Platform.