Nell’era della trasformazione digitale l’ecosistema in cui le imprese devono confrontarsi cambia radicalmente; l’innovazione giunge sempre più da fonti di stimolo meno tradizionali, come Startup, Università e Centri di Ricerca, scavalcando attori quali le Società di Consulenza o i Vendor e Sourcer ICT, verso un approccio sempre più aperto all’innovazione.
Questo è il quadro che emerge dalla Ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy, in cui è stato indagato il livello di adozione di Open Innovation da parte di 250 imprese italiane, grazie all’annuale Survey Innovation 2018 rivolta a CIO e Innovation Manager.
Le aziende che dichiarano di adottare azioni di Inbound Open Innovation, ovvero che permettono di incorporare stimoli di innovazione dall’esterno, sono esattamente il 33% del campione, ovvero la totalità delle aziende che adottano esplicitamente un approccio di Open Innovation. In particolare, tra le iniziative attuate, spiccano la collaborazione con Università e Centri di Ricerca (66%), Partner Scouting su imprese consolidate (46%) e Scouting di startup (43%), tutte e tre azioni che implicano un investimento relativamente ridotto in termini di rischio di fallimento e finanziario. Al contrario, le iniziative di Inbound con un tasso di rischio maggiore, ma che garantiscono anche margini più elevati in caso di successo, sono ad oggi ancora poco utilizzate dalle aziende italiane; dalla Survey emerge infatti che solo il 14% e il 5% del campione ha istituito rispettivamente un Corporate incubator e/o accelerator e un Corporate Venture Capital.
Secondo la Ricerca solamente l’11% del campione, invece, fa uso di Outbound Open Innovation, ovvero esternalizza innovazioni sviluppate internamente; in cima alla classifica delle iniziative più adottate ci sono Joint Venture (14%) e Platform Business Model (9%), mentre con percentuali più basse seguono Licensing (5%), Donazioni (5%), Spin-off e Vendita di brevetti (entrambi al 2%).
Questi dati evidenziano una iniziale apertura e curiosità verso iniziative che comportano una condivisione con il mercato esterno del valore nato internamente. Ciò che frena nell’Outbound, come afferma anche il luminare Henry Chesborugh nei suoi recenti studi, è la possibile perdita di controllo della proprietà intellettuale.
Questi sono solo alcuni dei principali risultati legati al tema Open Innovation e sua adozione nelle principali aziende italiane, riportati all’interno del Report appena pubblicato “Priorità dell’Innovazione Digitale per le imprese nel 2019: Open Innovation e ruolo delle startup” degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy, disponibile a questo link.