Adolescenti costretti alla didattica a distanza che, finite le lezioni e lo studio, passano il resto della giornata “sgonfiati”, attaccati allo smartphone a chattare oppure a vedere serie tv. Una situazione comune a moltissime famiglie.
A proposito di serie tv, dal primo lockdown è attivo un sito dedicato proprio a loro: ORIENTASERIE. Scegliere cosa vedere.
Di che si tratta, professoressa Stefania Garassini?
“Orientaserie vuole dare strumenti per valutare le serie dal punto di vista educativo.”
Educativo? Parola che a molti rischia di far correre la mano alla pistola…
“Guardi, si tratta di una necessità non eludibile. Con la diffusione capillare di Netflix e degli altri servizi streaming si è affermato un consumo individuale delle serie tv. Ognuno guarda ciò che vuole, sul dispositivo che vuole, per lo più da solo. Così è diventato sempre più difficile per i genitori sapere cosa guardano i figli, poter avere un dialogo con loro e ancora più difficile vedere qualcosa insieme.”
Quindi in pratica lei propone un presidio/sussidio per non lasciare i ragazzi esposti in solitudine alla proposta di modelli di vita inadatti a loro?
“Sì. È necessario perché spesso i contenuti che i ragazzi vedono da soli sono emotivamente molto forti e per essere elaborati correttamente richiederebbero una maturità che loro non possono avere, per motivi legati all’età. Anche in questa circostanza, apparentemente di semplice svago “innocente” non possiamo lasciare i figli da soli. Hanno bisogno che la loro visione sia “accompagnata” dagli adulti.”
Cosa ancora più difficile in questi mesi in cui i ragazzi sono confinati a casa, magari con i genitori dediti a lunghe call e a lavorare in una stanza o in ufficio o altrove…
“Esatto. Emblematico è il caso della serie “Tredici”, che è stato vista a tappeto da ragazzini e ragazzine tra gli 11 e i 13 anni, quando da noi era vietato ai 14, (in molti Stati lo era fino ai 18 anni) e il cui tema era decisamente impegnativo per dei ragazzini: il suicidio da adolescenti. Molti genitori non sapevano nemmeno di che cosa trattasse…Oggi le serie sono prodotti di alto livello, che affrontano anche tematiche impegnative quanto a contenuti e impianto narrativo, oltre che emotivamente complesse. E’ importante che genitori, insegnanti e tutti coloro che a vario titolo hanno a che fare con i ragazzi siano informati sulle storie e i personaggi più seguiti. Parlarne può essere l’inizio di un dialogo proficuo, che non tralascia anche temi difficili.”
Non l’ho ancora detto, ma Stefania Garassini, insegna Content Management per i social media e Digital Journalism all’Università Cattolica di Milano, collabora con testate giornalistiche, è presidente di Aiart Milano. Orientaserie nasce da queste realtà?
“Il progetto è ideato da Aiart Milano, con la collaborazione del Master in International Screenwriting della Cattolica, diretto da Armando Fumagalli, e con il Corecom Lombardia, presieduto da Marianna Sala. E’ un’attività no profit; abbiamo finanziamenti da Aiart, Corecom e Cattolica, ma non le nascondo che ne stiamo cercando altri.”
Come operate per produrre le recensioni?
“Facciamo le recensioni vedendo TUTTE le puntate di ogni serie, in modo da dare un parere completo. In una serie, specie se dura molte stagioni, le cose possono cambiare da un anno con all’altro”.
Non mi dica che le puntate le guarda tutte lei…
“Sa bene che sarebbe impossibile. Ne guardo alcune, ma i recensori sono studiosi dei media e sceneggiatori che collaborano con il master di Armando Fumagalli. Si fa un’analisi qualitativa del prodotto (regia, interpretazione, montaggio…) e poi una valutazione delle tematiche educative, con particolare riguardo all’evoluzione dei personaggi.”
Mi può fare un esempio?
“Per stare all’attualità, nelle nostre indicazioni abbiamo consigliato la visione de “La regina degli scacchi” (serie da 16 anni in su) perché c’è un’evoluzione positiva della protagonista e della storia. In altri casi segnaliamo ad esempio il fatto che una serie magari qualitativamente ottima promuova però un’immagine pessimista e cinica del mondo e delle relazioni tra le persone. Al termine di ogni recensione indichiamo alcune tematiche che si possono riprendere per un dialogo in famiglia.”
Siete nati in un anno “turbolento” e il prossimo sarà uguale. Che obiettivi avete per il 2021?
“Vogliamo farci conoscere sempre di più. Abbiamo una collaborazione con la Rivista del cinematografo e con alcune scuole. L’obiettivo è ampliare queste collaborazioni con altre realtà scolastiche, in tutta Italia.”
Ultima domanda. Lei ha scritto un arguto libro dal titolo: “Smartphone: 10 ragioni per non regalarlo alla Prima Comunione.”. Che cosa pensa della prospettiva di regalare uno smartphone per il Santo Natale?
“È chiaro che ogni occasione è buona…ma, Natale o Cresima, il punto centrale rimane l’età dei destinatari del regalo. Siano serie tv, siano smartphone, il punto fondamentale è sempre l’età del ragazzo, che determina la sua capacità di approcciare i contenuti di una serie o di adoperare uno strumento come lo smartphone in modo davvero intelligente e non pericoloso, per sé e per gli altri.”
La ringrazio, professoressa Garassini. Buon lavoro e diciamo che, in attesa della “Netflix della cultura” promossa dal ministro Franceschini, possiamo intanto orientarci al meglio tra le serie di Netflix e dei suoi fratelli.