Le aziende sono il primo investitore in startup, almeno a livello internazionale. Dalle multinazionali alle Pmi, la tendenza a investire sulle nuove imprese innovative – e spesso ad acquisirle – è in crescita. È quello che si chiama corporate venture capital: le corporation scelgono di mettere capitale di rischio nelle startup per non restare indietro nella corsa all’innovazione. È questo il tema di “Come incubare e finanziare le nuove imprese“, la terza Top Selection della serie #OpenInnovationSet, dedicato agli strumenti che le imprese possono utilizzare per fare open innovation concretamente.
Le aziende possono appunto investire in startup, come dimostra l’incremento anche in Italia degli investimenti corporate su nuove aziende innovative. Ma allo stesso tempo possono diventare veri e propri incubatori che offrono spazi e competenze imprenditoriali agli startupper in cambio di nuove idee e tecnologie.
Per quanto riguarda la prima opportunità, l’investimento diretto, un report di CB Insights dimostra che nel 2015 le unità di venture capital delle grandi
corporation hanno partecipato a 1301 finanziamenti in tutto il mondo, investendo in tutto 28,4 miliardi di dollari e facendo registrare un balzo consistente rispetto al 2014: +70%. Il corporate venture capital indirizzato direttamente sulle startup è una fetta consistente dell’investimento complessivo, tanto che ben 668 operazioni sono state dedicate alle nuove imprese per un totale di 26,9 miliardi.
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Ma investire non è tutto. Come spiegano nel whitepaper Andrea Cavallaro e Andrea Gaschi di P4I nell’intervento “Corporate VC e accelerator: una chiave per aprire le porte dell’open innovation” le attività di incubazione e accelerazione condotte dalle aziende possono essere attività complementari a quella di finanziamento e avere un’importanza cruciale. Attraverso programmi di corporate acceleration, le corporation possono supportare le startup dando spazi e servizi e hanno la possibilità di presidiare i trend emergenti nel mercato e di osservare da vicino le aziende innovative all’opera: il meglio della produzione della startup è innovazione utilizzabile dall’azienda, e allo stesso tempo si riduce il rischio insito in ogni attività di R&S interna.
Il corporate venture capital, come racconta Emil Abirascid in “La questione francese delle corporation che investono nei VC”, può anche prendere direzioni inedite e puntare sui fondi di venture capital che supportano le startup. In Europa accade soprattutto in Francia, dove i grandi gruppi gruppi industriali entrano nei fondi in qualità di soci e usano i venture capital come “intermediari culturali” con le startup, che sono soggetti di cui spesso non conoscono il linguaggio.
In Italia le aziende che scommettono sull’open innovation invece preferiscono per il momento investire direttamente sulle startup. Tra i tanti casi di studio, viene proposto quello di Enel attraverso la testimonianza video dell’amministratore delegato Francesco Starace in occasione del lancio del bando INCENSe e quello di Sia, società che si occupa di sistemi di pagamento che nell’ambito del suo Innovation Lab ha acquisito la startup Ubiq e valuta due nuove imprese innovative fintech al mese per nuovi possibili investimenti.