Roche lancia una nuova challenge all’interno di HealthBuilders, il programma di open innovation rivolto a realtà innovative (enti pubblici o privati, startup, piccole e medie imprese, ecc.), per l’ottimizzazione dei servizi offerti nei centri sanitari, per gestire e supportare i percorsi di cura in tempi più brevi possibili, e per la gestione innovativa del paziente. La challenge organizzata da questa azienda biotecnologica – focalizzata allo sviluppo di farmaci innovativi in oncologia, immunologia, malattie infettive, oftalmologia e malattie del sistema nervoso centrale – resterà attiva tutto il mese di giugno. La migliore candidatura avrà l’opportunità di co-creare insieme a Roche un progetto pilota innovativo.
Roche: una call di open innovation in tempi di coronavirus
L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha travolto il sistema socio-economico e in particolare l’ambito sanitario, creando notevoli difficoltà nell’accesso alle cure. Tramite il suo programma di open innovation (la strategia innovativa in base alla quale le imprese cercano innovazione al di fuori delle proprie mura), Roche intende supportare il Paese e le istituzioni nella fase di ricostruzione. Per questo ha aperto una call to action destinata alle realtà più innovative, che offrano soluzioni (digital e non) per le aree terapeutiche dell’Oncologia, delle Neuroscienze e delle Malattie Rare.
Obiettivi primari della nuova challenge di Roche HealthBuilders sono l’ottimizzazione dei servizi offerti nei centri sanitari, negli ospedali e nelle cliniche specializzate, per gestire e supportare i percorsi di cura in tempi più brevi possibili, e la gestione innovativa del paziente, attraverso la delocalizzazione delle cure, il monitoraggio e il supporto a domicilio o in remoto.
Nel lockdown annullato il 50% delle visite di controllo
L’iniziativa, nata lo scorso anno dalla consapevolezza che il settore healthcare si sta radicalmente evolvendo grazie a tecnologia e digitalizzazione, appare oggi ancora più d’impatto per il Sistema Paese che ha dovuto affrontare l’emergenza da COVID-19. Durante il lockdown il 50% delle visite di controllo è stato posticipato o annullato, così come le procedure ambulatoriali, si sono dimezzate le nuove diagnosi di tumore (20.000 in meno rispetto alle 370.000 dello stesso periodo nel 2019) e il 64% degli interventi chirurgici è stato rimandato, causando notevoli ritardi, lunghi tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie e preoccupazione di pazienti la cui salute è compromessa e che rischiano ora di ritardare ulteriormente i necessari trattamenti di follow-up.
Partendo da queste premesse, HealthBuilders intende ricercare nuove soluzioni. L’obiettivo di Roche è sviluppare, insieme alle realtà più all’avanguardia a livello internazionale, progetti che creino maggiore efficienza nei processi e nella fornitura di servizi, come soluzioni per la riduzione del tempo di attesa all’interno della struttura, il supporto logistico dei pazienti per raggiungere in sicurezza i centri, il sostegno e l’ottimizzazione del percorso di cura per nuove diagnosi, il miglioramento dei servizi erogati dalla struttura per evitare assembramenti, la gestione di screening ed esami preventivi per diagnosi di patologie in fase precoce, la delocalizzazione delle cure ospedaliere, il monitoraggio e il supporto a domicilio o in remoto dei pazienti.
Le startup già emerse da HealthBuilders
La prima edizione ha raccolto circa 140 progetti provenienti da 5 Paesi diversi e attualmente Roche collabora con molte delle realtà che si sono candidate, per la realizzazione di servizi rivolti a medici e pazienti che hanno contribuito alla gestione dell’emergenza sanitaria.
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Tra queste Ugo, start up partner di Roche che è stata immediatamente reclutata a inizio emergenza per studiare soluzioni che minimizzassero gli spostamenti dei pazienti e dei loro caregiver; Nuvoair – fra i finalisti dell’edizione 2019 – che ha messo a punto uno spirometro digitale e una app per il monitoraggio del paziente con problemi respiratori e che, grazie a un percorso di accelerazione, ha adattato la soluzione tecnologica al paziente con fibrosi cistica, particolarmente esposto ai sintomi da COVID-19; e PatchAI con cui Roche ha recentemente lanciato Smart Health Companion, una soluzione digitale per la presa in carico, la gestione, il monitoraggio e la cura del paziente onco-ematologico anche a distanza.
“Questa emergenza sanitaria ha profondamente modificato l’interazione medico-paziente e medico-medico subordinando la scelta della modalità a considerazioni rischio/beneficio e rendendo quindi la scelta dell’interazione “di persona” non necessariamente preferibile” commenta Elia Ganzi, Integrated Customer Management Director di Roche Italia. “Ogni momento del percorso di cura (diagnosi, consegna del trattamento, somministrazione, monitoraggio, …) deve quindi essere profondamente rivisto con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei pazienti accanto all’efficacia della prestazione. Per fare questo occorrono nuove soluzioni e nuove competenze. Con il programma Roche HealthBuilders stiamo cercando le migliori disponibili a livello internazionale. Non si tratta – prosegue Ganzi – di un evento spot ma di un impegno che l’intera azienda vive con dedizione e responsabilità. Siamo convinti che l’Open Innovation sia un imprescindibile fattore abilitante di sostenibilità e centralità del cliente per l’intero Sistema Sanitario Nazionale”.
La challenge rappresenta, insieme al progetto “Roche si fa in 4” lanciato a inizio emergenza per far fronte alle difficoltà e ai bisogni del Sistema Paese, il costante impegno di Roche per fare la differenza ed essere al fianco dei pazienti e di chi se ne prende cura.