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Open Innovation nell’agrifood: ci scommetteranno 8 aziende su 10

Gli investimenti per innovare il settore agrifood sono in costante crescita e cresce anche l’utilizzo di strumenti di open innovation: l’85% delle grandi e medie aziende mirano a collaborazioni con realtà innovative entro il prossimo anno. I pionieri in Italia. gli strumenti usati, le prospettive future

Pubblicato il 04 Set 2023

Open Innovation Agrifood

L’open innovation, o innovazione aperta, si fa strada anche nel settore agrifood, uno dei capisaldi dell’economia italiana che rappresenta il 16,4% del PIL nazionale.

Nonostante le pressioni derivate dall’inflazione e dal cambiamento climatico pesino sulla filiera, infatti, gli investimenti per innovare il settore agroalimentare sono in costante crescita, anche attraverso la nascita di nuovi approcci innovativi, che mettono al centro la collaborazione tra diversi attori della filiera.

Un trend confermato dal Report Open Innovation nel settore agroalimentare 2022, il primo report quantitativo globale sullo stato dell’Open Innovation nel settore agrifood: vediamo cosa dicono i dati.

Open innovation nell’agrifood: l’85% delle aziende la adotterà entro il prossimo anno

Secondi i dati del report, rilasciato da Eatable Adventures (uno dei tre principali acceleratori globali in materia Foodtech) e promosso da Verona Agrifood Innovation Hub, il 90% delle aziende d grandi e medie dimensioni intervistate a livello globale (49% in Europa, 19% in America Latina e 29% in Nord America) ha compreso il ruolo strategico dell’Open Innovation, tanto da aver intenzione di investire o collaborare con un partner esterno nei prossimi 3 anni e l’85% lo farà già entro il prossimo anno.

Se da una parte le fonti interne restano ancora una risorsa di valore per l’innovazione (89%) dall’altra la collaborazione tra i diversi attori dell’ecosistema è già considerata un forte fattore di crescita. Non è un caso, infatti, che il 78% delle aziende dichiara di utilizzare fonti esterne per portare innovazione all’interno della propria azienda e questo rappresenta una crescente fiducia nelle reti collaborative. 

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Indubbio, resta il ruolo guida delle Università e dei Poli Tecnologici (93%) seguito dal co-sviluppo con partner esterni (71%), ma significativo è il crescente ruolo delle startup: tra scouting di nuove realtà innovative virtuose (50%), investimenti diretti in startup (25%) e loro incubazione (17%), si fa strada il crescente interesse per nuove forme di collaborazione tra aziende consolidate e realtà emergenti, all’insegna di un impatto significativo sull’intera catena del valore.

Agrifood, le principali aree di applicazione dell’open innovation

Sebbene ancora oggi, 9 aziende su 10 scelgano di concentrare i propri sforzi e investimenti nel miglioramento dei prodotti, l’attenzione si sta spostando sempre più verso le nuove tecnologie (57%) e verso l’efficientamento dei processi (53%). Rilevante anche l’attenzione da parte del 46% delle imprese verso la creazione di modelli di business innovativi.

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A decidere in materia di sviluppo resta la Direzione Generale per più della metà delle aziende (78%), la nascita dei dipartimenti specifici per l’innovazione coinvolge, invece, il 57% delle imprese. A pesare su questa percentuale sono le aziende europee, in cui queste divisioni hanno un ruolo sempre più strategico nel processo decisionale.

Gli strumenti di innovazione aperta

Le organizzazioni consultate utilizzano vari strumenti di Open Innovation: tra questi i più diffusi all’interno dell’industria sono la collaborazione con università e poli tecnologici e il cosviluppo con partner esterni.

Tra questi la ricerca, l’investimento diretto e l’incubazione di startup pur non essendo le principali, sono presenti tra le opzioni scelte e stanno crescendo di importanza, facendo parte del vero e proprio set di strumenti utilizzati dalle aziende.

Obiettivo per il futuro: cultura dell’innovazione e più collaborazione con startup

Le aziende del settore agritech intendono rafforzare la cultura dell’innovazione in futuro, puntando tutto su tre pillar fondamentali: sostenibilità, tracciabilità e canali di vendita. Secondo i dati analizzati da Eatable Adventures, oltre il 75% mostra un forte interesse per lo sviluppo di nuovi prodotti a impatto positivo a tutto tondo, requisito oggi imprescindibile per il successo di qualsiasi impresa.

Inoltre, comprendere le nuove esigenze di un consumatore sempre più critico e attento, incide sia sulla tendenza ad essere più trasparenti sull’origine bidirezionale dei prodotti e sull’intera filiera, sia sulla nascita di nuovi canali di vendita, capaci di integrare on e offline in un’ottica omnichannel.

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Altri strumenti che compaiono tra le aspettative delle aziende in futuro  sono gli strumenti di ricerca di startup, a indicare la complessità attuale di connettersi e trovare startup adatte con cui generare sinergie. L’incubazione di startup è una delle prospettive future, molto interessante per lo sviluppo di MVP e per stimolare la nascita di Spin Off. Il settore sembra essere inoltre pronto e disposto a incorporare nei propri team talenti e professionisti esterni.

Anche lo strumento dei veicoli di investimento è in crescita, grazie alla loro crescente specializzazione.

I pionieri dell’open innovation nell’agrifood in Italia

Diverse aziende italiane già consolidate sul mercato agroalimentare hanno compreso l’importanza di modelli di sviluppo basati su sinergie e collaborazioni con l’ecosistema.

È il caso ad esempio di Amadori, gruppo leader nel settore avicolo e all’avanguardia nei temi di innovazione, che ha dato vita a una Funzione aziendale dedicata e un “Innovation Team”, in cui raccoglie talenti da diverse aree aziendali per promuovere lo sviluppo di nuovi progetti e soluzioni tecnologiche in un’ottica di Open Innovation con realtà esterne.

Rilevanti anche il caso del Gruppo Cereal Docks, che ha sviluppato Grey Silo Ventures, il fondo di Venture Capital per investire e supportare startup in Europa e Israele, e il consorzio Italia del Gusto, che ha promosso una Innovation Accademy per i suoi soci con l’obiettivo di stimolare e diffondere la conoscenza sui temi d’innovazione più rilevanti.

Oltre alle aziende del settore alimentare, entità e istituzioni di rilievo sono oggi alla guida dell’Open Innovation, ne sono un esempio progetti come Foodseed, l’acceleratore Foodtech della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital, e promosso da una vasta rete di partner investitori, tra cui Unicredit e Cattolica Assicurazioni (Gruppo Generali), o il Verona Agrifood Innovation Hub, primo polo per l’innovazione agrifood in Italia sostenuto da Fondazione Cariverona.

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Redazione EconomyUp
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