La trasformazione digitale avanza ad un ritmo sempre più incalzante, un cambiamento esponenziale a cui le nostre imprese, pur sempre più consapevoli dell’importanza della posta in palio, faticano a rispondere.
La sfida è chiara: quale che sia il settore di appartenenza, per sopravvivere le organizzazioni dovranno mettersi in discussione e trasformarsi nel profondo, diffondendo al loro interno una nuova cultura dell’innovazione e introducendo modelli organizzativi e processi capaci di reagire e riconfigurarsi velocemente.
Il modello di open company
Nessuna organizzazione tradizionale, neppure la più consolidata e ricca di risorse e competenze, può affrontare un simile sforzo da sola. Occorre aprirsi, rendersi permeabili agli stimoli esterni e interni incarnando un modello di open company: un’organizzazione agile e inclusiva, capace di ingaggiare l’intera popolazione aziendale, bilanciando exploration ed exploitation, scouting di nuove iniziative ed execution di quelle attuali, come solo una realtà autenticamente agile ed imprenditoriale sa fare.
Per consentire questa trasformazione organizzativa e culturale, un ruolo fondamentale è rivestito dalla capacità di saper guardare oltre i confini aziendali, ispirandosi e collaborando con differenti attori esterni, tra cui spiccano centri di ricerca, università e startup.
Innovazione digitale 2020, il convegno del 3 dicembre
Questi sono i principali risultati delle ricerche degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano che verranno presentati il 3 dicembre in occasione del Convegno “Innovazione digitale 2020: imprese e startup insieme verso l’open company” degli Osservatori Startup Intelligence , Startup Hi-tech e Digital Transformation Academy .
Cresce il ricorso all’open innovation e le imprese guardano per l’innovazione sempre più a fonti alternative come Università, Centri di Ricerca e startup.
La buona notizia è che questo tipo di strada sta diventando praticabile anche nel nostro Paese, dove stiamo assistendo all’emergere di azioni di sistema. Nonostante gli investimenti in startup hi-tech italiane siano ancora ridotti se paragonati agli altri Paesi europei, i dati confermano una crescita e strutturazione dell’ecosistema italiano volto a favorire la collaborazione tra imprese incumbent e startup, consapevoli che questa sia la strada per una crescita sostenibile nel nostro Paese.
Ecosistema startup hi-tech, le azioni del 2019
Durante il 2019 l’ecosistema delle startup hi-tech nazionale ha suscitato infatti un discreto interesse e diverse sono state le azioni messe in campo dai principali player italiani, tra cui anche il Governo: la creazione dell’albo degli Innovation Manager, e del cosiddetto Voucher per consulenza in innovazione, che permetterà a piccole e medie imprese di usufruire di finanziamenti per avvicinarsi concretamente al digitale; il Fondo dei Fondi, creatura del Fondo Nazionale Innovazione nato con l’obiettivo di utilizzare parte del miliardo di euro a disposizione del FNI per investire in fondi di venture capital o direttamente in startup e piccole e medie imprese; il Global Startup Program, programma attivo fino a dicembre 2019, avviato dall’ICE (Istituto Nazionale per il commercio estero), per favorire l’internazionalizzazione del sistema economico del Paese che coinvolge 120 startup; e ancora, le azioni di Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti. I principali Venture Capital italiani hanno creato VC Hub Italia, un’importante cordata che ha reso possibile una sorta di “forum permanente”, composto dai principali gestori di fondi di Venture Capital italiani con l’obiettivo di promuovere la sviluppo del settore in Italia.
Segnali positivi giungono anche dalle imprese private nei confronti del modo delle startup, in termini di creazione di Hub per l’innovazione, incubatori e acceleratori, Call4ideas e fondi di Corporate Venture Capital, indice della crescita di consapevolezza del ruolo delle startup innovative.
Le iniziative del Politecnico di Milano
In questo quadro si inseriscono le azioni concrete che il Politecnico di Milano e Polihub, nella top five mondiale degli incubatori universitari, stanno mettendo in campo in questi anni. Tra queste iniziative un posto d’onore spetta a Poli360, il neo-nato fondo di venture capital da 60 milioni di euro che vede la collaborazione tra il Politecnico di Milano e 360 Capital Partners, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di progetti e startup ad alto contenuto tecnologico.
Oltre che per la presentazione dei risultati della Survey Innovation 2019 e della ricerca sull’ecosistema startup italiano, il Convegno del 3 dicembre sarà occasione per assistere a tavole rotonde che coinvolgeranno le più importanti imprese nostrane, le startup che si sono distinte per fatturato, finanziamenti ed exit nell’anno passato, e alcuni autorevoli esponenti del panorama economico nazionale.