“In prospettiva, nei prossimi cinque anni, le persone compreranno sempre meno automobili. Già ora, le grandi città stanno disincentivando il possesso di macchine limitando l’accesso e aumentando il costo dei parcheggi. I nostri clienti ci segnalano nuove necessità, tra cui quella di accedere a diversi mezzi di trasporto con semplicità e attraverso i loro smartphone. Per questo ci siamo chiesti: come possiamo andare incontro a queste richieste?”.
Secondo Fabrizio Ruggiero, Deputy CEO, Sales, Marketing, Customers & InterRent della società francese di autonoleggio Europcar, nella città del futuro prossimo l’approccio della sharing economy sarà molto più diffuso di oggi, soprattutto per quanto riguarda i modi in cui le persone scelgono di muoversi. Davanti a questo trend, le aziende che si occupano di car rental si trovano davanti a un bivio: dedicarsi soltanto nella propria attività principale, con il rischio di essere colpiti dall’arrivo di nuovi modelli di business, oppure provare ad aprirsi e diventare operatori di mobilità integrata più in linea con i bisogni dei clienti. La seconda strada sembra quasi obbligata. A sentire Ruggiero, Europcar, primo player europeo dell’autonoleggio con una quota di mercato del 19%, ha scelto di percorrerla con le armi dell’open innovation: acquisizioni e investimenti in startup, partnership con altre grandi imprese attive nel settore della mobilità e creazione di servizi sperimentali basati sulle necessità espresse dalla clientela.
Tutte le scelte di innovazione aperta sono fatte da Europcar Lab, un laboratorio di ricerca&sviluppo open nato nel 2014 con sede a Parigi che dispone di 80 milioni di fondi propri e di un team composto da 10 persone e da diversi collaboratori chiamati a seconda dei settori di
interesse. “In Europcar abbiamo avviato una seria riflessione sulla mobilità: se per l’autonoleggio, che resta il nostro core business, c’è un team interno focalizzato sull’innovazione, per tutto ciò che è open innovation al di fuori del car rental puntiamo sul Lab”, dice a EconomyUp Fabrizio Ruggiero, che è anche alla guida dell’Europcar Lab.
Il modello messo a punto prevede che ogni qual volta il team del laboratorio identifica una necessità della clientela, parte un processo di studio e di approfondimento di un nuovo business model che può rispondere a quell’esigenza. “Non facciamo un lavoro di monitoraggio generico sulle startup e sulle nuove tecnologie”, spiega il numero uno del Lab. “Prendiamo un business concept, per esempio il car sharing, definiamo i valori che ci interessa sviluppare e approfondiamo lo specifico mercato individuando i player che possono venire incontro a questi valori. A quel punto, filtriamo in base a vari parametri e incontriamo i soggetti che ci sembrano più interessanti: negli ultimi dodici mesi, abbiamo avuto colloqui con una cinquantina di startup. Invece, se parliamo di tecnologie sviluppate sulla base delle richieste degli utenti – in questo caso, il non voler fare la fila ai desk di autonoleggio – posso fare l’esempio di ToMyCar, un servizio che stiamo testando nel Regno Unito dal 2015 e che dà la possibilità ai clienti di noleggiare un’auto prenotandola online e usando lo smartphone come chiave”.
Trovate le startup (o le aziende più strutturate) con cui sviluppare nuovi modelli di business, Europcar Lab si muove in modi diversi a seconda delle esigenze. “Possiamo scegliere di acquisire le imprese innovative, di investire rilevando quote di minoranza oppure di stringere partnership strategiche”, sottolinea Ruggiero. “In altri casi, invece, scegliamo di sviluppare noi stessi alcune startup partendo da zero”.
Le aree su cui si concentra Europcar Lab al momento sono tre: car sharing, piattaforme di mobilità condivisa, noleggio con conducente.
“In tema di car sharing ci siamo mossi su più fronti, cercando di coprire tutti i segmenti”, afferma il Deputy CEO di
Europcar. “Siamo tra i proprietari di car2go (che nella prima settimana di ottobre ha raggiunto 2 milioni di iscritti nel mondo, ndr), con una partecipazione del 25%. A fine 2014 abbiamo acquisito la startup francese Ubeeqo, attiva nel car sharing b2b in Francia, Belgio, Germania e Regno Unito e a breve anche in Spagna e in Italia: il lancio è previsto per l’ultimo trimestre dell’anno. Ubeeqo offre anche un servizio, già disponibile a Parigi, Berlino, Bruxelles e Londra, che permette di accedere dalla stessa piattaforma a car sharing, ncc e noleggio auto. Questa applicazione debutterà in Italia, a Milano, nel primo trimestre 2017”.
La scommessa di Europcar Lab su questo settore ha visto anche l’acquisizione, nel 2015, di E-Car Club, una società britannica di car sharing elettrico basata sul modello b2g2c (business to government to customer, che consiste nel fornire il servizio a pubbliche amministrazioni che a loro volta lo offrono agli utenti finali) e l’acquisto di Bluemove, player di riferimento nel car sharing in Spagna, a giugno 2016.
L’ultimo esperimento, annunciato nei primi giorni di ottobre, combina car sharing e autonoleggio. Si tratta di Drive&Share, ed è una formula che prevede il noleggio a medio termine (dai 4 ai 12 mesi) di una vettura, con la possibilità di condividerla sul sito di GoMore, una piattaforma di car sharing senza abbonamento. Il servizio, lanciato in Francia, include noleggio e costi di manutenzione a una tariffa mensile che parte da circa 380 euro. Condividendo l’auto però, la spesa per il noleggio si può ridurre o azzerare: per esempio, lo sharing per circa 10 giorni al mese copre del tutto i costi del car rental.
Nell’ambito delle piattaforme per la mobilità, Europcar Lab ha puntato sulla startup italiana Wanderio, rilevandone a luglio una quota di minoranza. “È stata una ragazza indiana che lavora con me a segnalarmeli”, racconta il responsabile del laboratorio di open innovation. “Wanderio permette di prenotare un viaggio online mettendo insieme vari mezzi di trasporto: è questa possibilità che ci è piaciuta. In prospettiva, potenzierà la sua parte business e darà anche la possibilità del car rental. Attraverso Wanderio, potremmo offrire alle Pmi nostre clienti la possibilità di noleggiare un’auto, ma anche di comprare biglietto aerei o di treno in un’unica esperienza e con prezzi dedicati”.
Mixando car rental e ride sharing, Europcar ha anche lanciato nel 2016 One Way, un servizio di autonoleggio a 1 euro, valido solo in alcuni Paesi e su tratte specifiche (per esempio, dalla città all’aeroporto), che permette anche, in virtù di una partnership con Blablacar, di condividere il viaggio. Il prezzo basso si spiega con la necessità di riposizionare le vetture. Infine, per quanto riguarda il noleggio con conducente, a settembre Europcar ha acquisito la londinese Brunel.
Le cifre delle operazioni sono riservate. Ma la logica è chiara: investire in chiave strategica-industriale su società coerenti con l’idea di mobilità di Europcar.
Non si tratta quindi di investimenti nell’ottica di un ritorno sul capitale. “Europcar Lab non è un fondo di corporate venture capital”, conclude Ruggiero. “Se lo fosse, dovrebbe investire su almeno una quarantina di startup in fase early stage, partecipando a round che non vanno oltre il series B, tenendo presente che l’80% di queste giovani imprese morirà, il 15% sopravviverà con un buon tasso di crescita e il 5% farà davvero successo. Ogni tanto abbiamo pensato alla possibilità di creare anche noi un cvc, anche perché non sarebbe in conlitto con il Lab, ma finora non l’abbiamo ritenuta una scelta prioritaria”.