C’è chi, nel mondo imprenditoriale, ha già coniato il termine “inno-sostenibilità” per definire gli sforzi compiuti dalle imprese nell’utilizzare l’open innovation per affrontare le sfide della sostenibilità. Questa nuova definizione basterebbe, da sola, a testimoniare il connubio che esiste fra l’innovazione aperta e la messa a terra di progetti per la transizione energetica e la sostenibilità, in armonia con l’ambizioso intento della Commissione Europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Negli ultimi anni, l’open innovation e la sostenibilità sono diventate due concetti chiave nel mondo degli affari. Mentre l’open innovation si riferisce al processo di innovazione collaborativa e aperta, la sostenibilità si concentra sullo sviluppo economico che rispetta l’ambiente e promuove l’equità sociale. Questi due concetti, sebbene apparentemente distinti, stanno iniziando a convergere, creando un nuovo paradigma per la crescita economica.
Open innovation: un modello collaborativo
L’Open innovation (OI) è un modello di business che promuove la collaborazione tra aziende, università, centri di ricerca e individui per sviluppare nuove idee e soluzioni. Questo approccio rompe i confini tradizionali delle organizzazioni, permettendo un flusso più ampio di conoscenze e idee. L’open innovation può accelerare il processo di innovazione, ridurre i costi di sviluppo e migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi.
La definizione della nuova strategia di innovazione è stata coniata da Henry Chesbrough, economista e autore statunitense, anche Faculty Director del Garwood Center for Corporate Innovation in California, in un libro intitolato “Open innovation: The New Imperative for Creating and Profiting from Technology”, pubblicato nel 2003 dalla Harvard Business School Press. Questa la definizione data dallo stesso Chesbrough: “L’open innovation è un modello di innovazione distribuita che coinvolge afflussi e deflussi di conoscenza gestiti in modo mirato tra i confini dell’organizzazione fino a generare anche ‘spillover’, il fenomeno che avviene quando un’attività economica produce effetti positivi anche oltre gli ambiti per cui agisce”.
L’open innovation rappresenta un cambiamento radicale rispetto ai modelli tradizionali di innovazione, che tendevano a essere chiusi e centralizzati all’interno delle singole organizzazioni. Invece di fare affidamento esclusivamente sulle proprie risorse e competenze, le aziende che adottano l’open innovation cercano attivamente di collaborare con una varietà di partner esterni.
La premessa di base è che le idee e le soluzioni possono provenire da qualsiasi parte, non solo dall’interno dell’organizzazione. Questo approccio riconosce che la conoscenza è diffusa e che nessuna organizzazione può avere tutte le risposte. Attraverso la collaborazione, le aziende possono accedere a una gamma più ampia di competenze e prospettive, accelerando il processo di innovazione e migliorando la qualità delle soluzioni.
Inoltre, il potenziale dell’open innovation per supportare la trasformazione digitale si può concretizzare in diversi modi.
Sostenibilità: un imperativo economico e sociale
La sostenibilità, d’altra parte, è diventata un imperativo sia economico che sociale. Le aziende sono sempre più sotto pressione da parte dei consumatori, degli investitori e dei regolatori per ridurre il loro impatto ambientale e promuovere l’equità sociale. La sostenibilità non è più vista solo come un obbligo morale, ma anche come un’opportunità per creare valore economico a lungo termine.
L’unione tra open innovation e sostenibilità
L’intersezione tra open innovation e sostenibilità può portare a nuove opportunità di crescita economica. Le aziende possono utilizzare l’open innovation per sviluppare soluzioni sostenibili che rispondano alle esigenze dei consumatori e rispettino i limiti ambientali. Allo stesso tempo, la sostenibilità può stimolare l’innovazione, spingendo le aziende a cercare nuovi modi per ridurre il loro impatto ambientale e migliorare il benessere sociale.
Questo incrocio offre un’opportunità unica per le aziende di sviluppare soluzioni innovative che non solo migliorano la loro competitività, ma contribuiscono anche a risolvere sfide ambientali e sociali. Ad esempio, le aziende possono collaborare con partner esterni per sviluppare tecnologie verdi innovative, come l’energia rinnovabile, i materiali biodegradabili o le soluzioni per l’efficienza energetica. Queste innovazioni possono aiutare le aziende a ridurre i costi operativi, a migliorare la reputazione del brand e a creare nuovi mercati.
Inoltre, l’intersezione tra open innovation e sostenibilità può stimolare la creazione di nuovi modelli di business. Ad esempio, le aziende possono collaborare con le comunità locali per sviluppare soluzioni che rispondano ai bisogni sociali, come l’accesso all’acqua potabile, l’istruzione o la sanità. Queste soluzioni possono generare nuove fonti di reddito e contribuire allo sviluppo sostenibile delle comunità.
Inno-sostenibilità: alcuni casi di studio
Ci sono già numerosi esempi di aziende che utilizzano l’open innovation per promuovere la sostenibilità. Per sfruttare questa opportunità, le aziende devono essere disposte a collaborare, a sperimentare e a integrare la sostenibilità in tutte le loro decisioni e operazioni.
Nike e Ideo
Un esempio è l’iniziativa “GreenXchange” di Nike, che promuove la condivisione di brevetti legati alla sostenibilità tra le aziende. Un altro esempio è “OpenIDEO” di Ideo, che utilizza una piattaforma online per coinvolgere il pubblico nella risoluzione di sfide sociali e ambientali.
Unilever
Unilever è un esempio di azienda che ha adottato l’open innovation per promuovere la sostenibilità. Attraverso il suo programma “Unilever Sustainable Living Plan” ha stabilito obiettivi ambiziosi per ridurre il suo impatto ambientale e migliorare il benessere sociale. Per raggiungere questi obiettivi, Unilever ha lanciato diverse iniziative di open innovation, tra cui una piattaforma online per coinvolgere start-up, ricercatori e inventori nel processo di innovazione. Queste iniziative hanno portato allo sviluppo di nuovi prodotti e processi che contribuiscono alla sostenibilità, come ad esempio detergenti che richiedono meno acqua o imballaggi riciclabili.
Enel
Un altro esempio significativo è Enel, la multinazionale dell’energia che ha lanciato “Open Innovability“, una piattaforma che combina open innovation e sostenibilità. La piattaforma invita start-up, PMI, università e ricercatori a proporre soluzioni innovative per affrontare sfide specifiche legate alla sostenibilità. Le soluzioni selezionate vengono poi implementate nei progetti di Enel, contribuendo alla transizione verso un futuro energetico più pulito e sostenibile.
Siemens
Siemens ha creato Next47, una unità di business dedicata all’open innovation. L’obiettivo di Next47 è di collaborare con start-up, imprenditori e innovatori per sviluppare tecnologie rivoluzionarie che rispondano alle sfide globali, tra cui l’energia sostenibile, la mobilità elettrica e l’industria 4.0. Questo approccio ha permesso a Siemens di accelerare il suo percorso verso la sostenibilità, sfruttando al contempo nuove opportunità di business.
Tesla
Tesla ha reso pubbliche le proprie tecnologie brevettate per favorire lo sviluppo di veicoli elettrici da parte di altre aziende. Questo è un esempio di open innovation che promuove la sostenibilità nel settore dei trasporti.
Ikea
Ikea ha adottato un approccio di open innovation attraverso la sua piattaforma “Co-Create Ikea“, che incoraggia i clienti a condividere idee per nuovi prodotti. Ikea è anche impegnata nella sostenibilità, con l’obiettivo di diventare “positiva per il clima” entro il 2030, riducendo più emissioni di quante ne produce.
Patagonia
Patagonia è nota per il suo impegno nella sostenibilità e nella tutela dell’ambiente. L’azienda di abbigliamento ha anche adottato un approccio di open innovation, lanciando il programma “Tin Shed Ventures” per investire in startup che sviluppano soluzioni innovative per l’ambiente.
Questi esempi mostrano come l’open innovation può essere un potente strumento per promuovere la sostenibilità. Le aziende che adottano questo approccio possono non solo migliorare la loro performance ambientale e sociale, ma anche scoprire nuove opportunità di crescita e creare valore a lungo termine.
Quali previsioni per l’open innovation nel 2024?
Nonostante il vento sembri tirare a favore della “inno-sostenibilità”, il 2024 si prefigura come un anno difficile per l’open innovation. È l’opinione di Alberto Onetti, chairman di Mind the Bridge e professore di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria, che parla di “inverno dell’open innovation”. Molte imprese, infatti, il prossimo anno rivedranno i budget da dedicare all’innovazione. Colpa della crisi economica, che porterà le aziende anche a fare valutazioni circa l’efficacia delle iniziative finora attuate. Ma Onetti avverte: “Le aziende devono dotarsi di metriche e benchmark internazionali, per poter difendere i budget e continuare così a concentrarsi sul fare. Perché i risultati economici e finanziari arriveranno. Perché non c’è alterativa all’open innovation, perlomeno per le aziende che intendono sopravvivere”.