DIGITAL TRANSFORMATION

Next, il dispositivo Telepass-Generali che unisce mobilità e assicurazione: un caso di co-innovazione

Next, il nuovo dispositivo nato dalla partnership di Telepass con Generali è un assistente per la mobilità basato sui dati. Ma anche una visione dell’innovazione possibile prendendo il meglio da due grandi aziende impegnate nella trasformazione digitale

Pubblicato il 16 Giu 2022

Il nuovo dispositivo Next

“La trasformazione digitale delle grandi aziende è una cosa complicata perché il core business resta il polo con la maggiore forza di attrazione. Innovare quando poi metti insieme due grandi aziende come Generali e Telepass  è una missione impossibile ma forse questa volta ci siamo riusciti”, dice Gabriele Benedetto, CEO di Telepass, per segnalare l’importanza  di Next, il nuovo dispositivo sviluppato in partnershipo con jeniot, la società del gruppo assicurativo nata per sviluppare soluzioni smart basate sull’Intenet of Things.

Che cos’è Next, come funziona, quanto costa

Che cos’è Next? Un nuovo dispositivo che riunisce oltre 30 servizi digitali abilitati da intelligenza artificiale, big data e Internet of Things che renderanno più semplice la vita di chi guida un’auto, dal parcheggio al pieno, dall’assistenza stradale all’apertura del cancello di casa. Una soluzione per rendere facilmente connesse tutte le auto che connesse ancora non sono. Ma Next non è solo un evoluzione del tradizionale OBU, On Board Unit, che tutti chiamiamo telepass. “Non è solo un dispositivo di Telepass per il telepedaggio. Non è solo una black box”, spiega Benedetto.  “È un assistente alla propria mobilità, o come direbbero gli amici di Generali Italia un “partner di mobilità”.

Next è sostanzialmente un dispositivo che permette all’auto di dialogare con il mondo esterno e quindi di abilitare una grande quantità di servizi. Ti avverte quando parcheggi nelle strisce blu e ti ricorda di pagare quando vai via. Monitora il nostro stile di guida e ci da consigli per migliorarlo e per ridurre i costi delle polizze (pay as you drive…). Chiama aiuto quando si verificano eventi eccezionali come un impatto o un improvviso arresto. E diventa anche telecomando automatico quando arrivi davanti al cancello di casa.

Non si tratta di gadget, perché grazie a tuti questi nuovi servizi digitale la mobilità diventa più sostenibile. 1 cliente su tre guida in maniera poco sicura, dicono i dati di Generali. Con il real time coaching quindi si aumenta la sicurezza attiva e passiva, si riduce il consumo di carburante. Oppure dimezzando i tempi di intervento in caso di emergenza si riduce il numero di vittime. Generali stima che con il servizio eCall in Europa siano state salvate 2500 vite umane.

Next viene distribuito dalla rete di agenzie di Generali e ha un costo di 7 euro al mese (che comprende i servizi Telepass).

Francesco Bardelli, da sinistra, Gabriele Benedetto e Massimo Monacelli

I dati alla base di Next

Alla base di Next ci sono i dati, tantissimi dati. Generali ha già 3 milioni di clienti connessi che percorrono 20 milioni di chilometri al giorno e gestisce più di un milione di Giga Byte di dati. “In 5 anni in generali abbiamo innovato l’assicurazione per la mobilità”, dice Massimo Monacelli, Chief Property & Casualty Officer. Era quindi inevitabile l’incontro con Telepass, che sempre cinque anni fa ha cominciato un importante percorso di trasformazione diventando un caso di studio internazionale grazie allo sviluppo di una piattaforma per il pagamento digitale di servizi di mobilità, per le persone e per i veicoli, dal biglietto della metropolitana ai parcheggi, dallo skypass al monopattino in sharing fino al bollo auto e al lavaggio.

“Se pensiamo ai nostri 7 milioni di clienti, escluso il business, anche noi abbiamo una quantità di dati da far paure. La domanda è stata: che cosa ne facciamo? “,  racconta Benedetto. ” Per esempio, abbiamo tutti i dati dei ritardi in autostrada, perché non rimborsare automaticamente i clienti?  Abbiamo fatto il giro delle sette chiese, come si suol dire, abbiamo incontrato tantissime assicurazioni e di solito abbiamo trovato attuari che volevano usare questi dati per calcolare le loro tariffe. In Generali, invece, abbiamo trovato un’azienda che sui dati aveva già cominciato a lavorare in modo innovativo e jeniot con un team di ragazzi che hanno subito cominciato a macinare dati e sviluppato l’algoritmo che ha reso possibile nel 2021 il primo servizio della partnereship: il riaccredito sul conto Telepass del 50% del pedaggio autostradale in caso di ritardi”.

Next è un balzo avanti. “È il primo dispositivo che unisce assicurazione, telematica e telepedaggio”, sottolinea Francesco Bandelli, CEO di Generali Jeniot. “Una soluzione unica a livello internazionale con la quale puntiamo di raggiungere 1 milioni di clienti entro il 2022”.

L’idea di innovazione che c’è in Next

In Next c’è un’idea di innovazione che prevede la capacità di trasformazione digitale degli incumbent, delle organizzazioni tradizionali.  Innovare quando si è una start up è, almeno in partenza, semplice, ha ricordato Gabriele Benedetto in occasione della presentazione di Next. “Hai un’idea, ti focalizzi su quella e crei il miglior servizio/prodotto possibile. Piccolo problema: ti mancano i soldi e devi raccoglierli. Vita dura. Innovare quando si è una grande azienda, paradossalmente, è anche più complicato. Hai i flussi finanziari del tuo core business, ma devi smuovere una macchina che ha una forte inerzia, e ogni cosa che tocchi rischia di mettere in pericolo ciò che preesiste e che per i brand rappresenta una comfort zone”.

Ci sono diversi modi di fare innovazione. “Innovare copiando è semplice: compri competenze, consulenti e cerchi di fare quello che fa qualcun altro. Ma riuscire a copiare e fare meglio, al contrario, è molto difficile”, aggiunge Benedetto che presenta Next come un caso di co-innovazione. “C’è un’altra strada che credevo impossibile: Innovare prendendo il meglio di due aziende leader nei propri settori. In questi dodici mesi ho visto Telepass e Generali jeniot lavorare insieme, prendendo le proprie eccellenze in ambito mobilità e assicurativo per creare qualcosa di unico. Ho visto due aziende rispettare il lavoro del partner, superare le difficoltà ­– e credetemi ci sono sempre  – con lo spirito di chi condivide una visione comune”.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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